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AnteprimeIl vino nel bicchiere

Rosso Cesanese IV Edizione

Manifesto Rosso Cesanese

Il 12 e 13 ottobre 2013 si è svolta nella Sala della Ragione del Palazzo comunale di Anagni (FR) la 4^ edizione di “Rosso Cesanese“, con presentazione alla stampa nazionale e Forum sulle ultime tre annate: 2010-2011 e 2012 secondo le accezioni “Annata”, “Superiore” e “Riserva”. E, già come la passata edizione, le denominazioni di Piglio (unico vino laziale da uve rosse ad aver ottenuto il prestigioso marchio DOCG), Affile ed Olevano hanno scelto di unirsi per un unico evento di presentazione dei vini da poco messi in commercio e per un’unica sessione d’assaggio.
Naturalmente la manifestazione a cui abbiamo partecipato era incastonata in una serie di eventi, della durata complessiva di quattro giorni, per la presentazione del territorio dal punto di vista turistico, culturale, storico-tradizionale, commerciale e, naturalmente, di tutti i prodotti tipici della Ciociaria. Sono intervenuti uomini d’affari e giornalisti da tutta Europa e dal Nord America.
L’evento è stato introdotto da Paolo Perinelli, Presidente del “Consorzio di Tutela Cesanese del Piglio“, e da Maria Ernesta Berucci, Direttore Operativo di “Strada del Vino Cesanese“, nonché organizzatrice.
Ho avuto la fortuna di partecipare a tutte e quattro le edizioni e mi è, quindi, inevitabile fare anche un confronto comparativo, non sulle singole annate di ogni edizione, ma sugli stili e le tendenze registrate fra le varie edizioni, perché l’evoluzione è stata notevole.
Già nella prima edizione del 2010 fu espressa “grande soddisfazione” dal presidente del consorzio, perché per la prima volta si poteva cominciare a parlare di grande crescita dell’intero territorio; fino ad allora, infatti, il Cesanese era stato rappresentato solo da “voci soliste di eccellenza; dal 2010, invece, si poteva cominciare a parlare di un “coro” di alta qualità, che in soli cinque anni ha saputo raggiungere l’obiettivo DOCG grazie alla coesione tra le aziende.
In effetti in quella edizione ci fu l’esordio di alcuni produttori semi sconosciuti che presentarono vini di qualità più che apprezzabile e molti di quei vini, a caldo, stupirono non pochi critici. Altrettanti, comunque, erano deludenti ed i commenti più ricorrenti, fatte le dovute eccezioni per le solite “voci soliste”, erano orientati ad affermare che, nonostante la DOCG, non si faceva “sistema”, ognuno dei produttori aveva una sua idea di Cesanese e, data la diversità dei vini (in effetti si stavano degustando i vini della vendemmia 2008), non si aveva la sensazione della “tipicità” del prodotto, né la riconducibilità al vitigno ed alla zona vinicola. Probabilmente allora erano state gettate le basi per la crescita corale del territorio, ed oggi s’incominciano a constatare i primi risultati.
In quella circostanza i vini erano di color rosso rubino più o meno carico ed impenetrabile, con riflessi violacei, profumo di viola e frutta rossa: visciole, amarena, ciliegie e ribes nero perfettamente maturi e polvere di caffè; sapore molto fruttato, secco, spesso anche pastoso e morbido, discretamente tannico, gradevole, di pronta beva, difficilmente da invecchiamento. Naturalmente cattivi profumi da riduzione e piccole asperità gustative erano molto diffusi.
La presentazione da parte di Maria Ernesta Berucci e Paolo PerinelliLa seconda edizione fu caratterizzata ancora da vini molto differenti nell’interpretazione, sempre molto carichi nel colore (ad eccezione dei vini di un produttore che sembravano dei cerasuolo, ma dotati di ottima consistenza) e dai profumi più orientati più alla confettura che al frutto fresco. Il frutto più ricorrente era, però, la ciliegia accompagnata dal ciclamino; ma la visciola e la prugna sciroppate non erano un ricordo, anzi… Un mese dopo, però, al Vinitaly, alcuni vini che erano sembrati molto buoni all’anteprima, sembravano dei vini mediocri. Sarà stato sicuramente il lungo viaggio, ma la stabilità di quei vini, forse, non era il massimo.
La terza edizione si è tenuta a fine aprile 2012 ed erano presenti piccoli difetti e caratteristiche tradizionali: colore ancora molto carico, frutta un po’ più fresca anche se non mancavano note di confettura, caffè e cacao. Ciliegia ed amarena i frutti più frequenti insieme alla viola. Più apprezzabile, però, il tasso di freschezza per tutti i vini e la mineralità di alcuni. Di contro, abbiamo registrato ancora qualche odore erbaceo pungente, qualche nota di riduzione e qualche tono amarognolo in chiusura. Nel complesso, comunque, abbiamo registrato un buon innalzamento qualitativo, anche se la disuniformità dei vini era ancora sostenuta e le valutazioni si mantenevano schiacciate verso il basso.
E siamo alla quarta edizione che, a differenza delle tre precedenti tenute nel mese di aprile, quest’anno si è tenuta sei mesi dopo. Sicuramente questo slittamento ha giovato ai vini, perché ce li ha portati più stabili e maturi. Intanto i vini sembrano aver smesso quella veste rubino cupo ed impenetrabile! I profumi sono molto più fragranti di frutta fresca, frutti di bosco e spesso si apprezzano i lamponi, ma anche erbe aromatiche e, non di rado, la liquirizia e la speziatura. Eravamo abituati a Cesanese di color rosso rubino con riflessi violacei più o meno carichi, in cui i profumi di viola e frutta rossa ed i sapori di confetture di amarena, visciola e prugna imperavano; vini secchi, pastosi e morbidi, talvolta davano anche l’impressione di vino stanco; il tutto, naturalmente, in presenza di una gradazione alcolica imponente. Nel recente passato sembravano bevande preparate con confetture condite con cacao, chicchi di caffè e chiodi di garofano, “allungate” opportunamente con alcool.
Oggi, invece, abbiamo trovato vini freschi, giovani e intensi e qualcuno addirittura “leggero”. La gradazione alcolica dei vini presentati aveva una escursione dai 13,5 ai 16° C, che non è da poco, ma quasi mai si è trattato di una presenza ingombrante e condizionante.
Questo non significa che i vini abbiano raggiunto punteggi molto alti; ciò che ha colpito è l’innalzamento qualitativo medio “corale”; i piccoli difetti, seppur ancora sporadicamente presenti, sono molto meno evidenti. E la cosa che ha colpito di più è la somiglianza olfattiva e gustativa dei vini presentati. Non so se quelle riscontrate quest’anno siano le caratteristiche proprie del vitigno, ma finalmente si può cominciare a parlare di uniformità varietale e di tipicità territoriale.

La sala di degustazione

Vini in degustazione
Riporto qui di seguito le considerazioni sull’ assaggio di alcuni vini presentati, raggruppati per denominazione. Abbiamo registrato qualche “new entry” di ottima qualità, ma anche qualche defezione: Migrante, La Visciola e qualche altro nome; per una crescita efficace del territorio, il contributo deve venire da parte di tutti.

AFFILE D.O.C.
Ad Affile solo due aziende operano a livello nazionale: è un peccato.

Formiconi (Affile) – Capozzano 2010 Superiore: il colore è rubino intenso; notevoli i profumi di frutta rossa, marasca e ciclamino. Al palato si presenta fruttato e secco; dotato di buona acidità, rimane a lungo in bocca con una piacevole speziatura.
Colline di Affile – Gaiano 2010 Superiore: rubino intenso, quasi impenetrabile nel calice; al naso offre frutta rossa, ciclamino e qualche sbuffo erbaceo; alla gustativa offre tanta frutta rossa; è fresco, giovane e con un sorso dinamico, ma con tanta materia a corredo per un lungo affinamento.

CESANESE di OLEVANO ROMANO D.O.C.
Gran bella crescita anche nella DOC di Olevano; le aziende sono ancora molto poche. I loro vigneti insistono tutti nel territorio di Olevano. Sicuramente le uve prodotte nella zona di Piglio hanno caratteristiche varietali ed organolettiche più elevate, ma Olevano offre un terreno più ricco di minerali, che si ritrovano poi nel vino.

Azienda Proietti – Cesanese di Olevano 2010 Superiore: a volte i viaggi-studio in Francia producono effetti strabilianti! Il colore è rubino intenso; al naso si avverte frutta rossa e ciclamino con una leggera nota erbacea; in bocca è fruttato, fresco, minerale, piacevole, intenso e persistente; sono curioso di assaggiarlo fra qualche anno di affinamento.
Buttarelli – I Colli 2012: Tanta nostalgia per “La Morra Roscia” di alcune annate, ma la tradizione familiare si sente in questo vino! E’ rubino intenso nel calice. Al naso si apprezzano tanti profumi in sequenza: frutti rossi, mirtillo, more, nota di erbe-aromatiche e liquirizia; all’assaggio è fruttato, fresco e piacevole, sembra una mela rossa croccante; è secco, persistente ed elegante.
Le Cerquette – Jo’ Waco 2011 Riserva: Il colore è rubino quasi granato; al naso sprigiona profumi di mela rossa croccante, lamponi e giaggiolo; al palato torna la piccola frutta rossa matura ed il carrubo, è fresco, speziato, intenso e persistente.
Cantina Sociale di Olevano Romano – Cesanese di Olevano 2012: il colore è un classico rubino; i profumi sono molto accattivanti: frutti rossi, carrubo, ed una leggera nota fumé; al palato è fruttato (mela rossa) e freschissimo, ha una buona consistenza ed una intensa speziatura.
Ciolli – Damiano Ciolli ha presentato solo il suo secondo vino, il Silene 2011 Superiore. Il colore è rubino intenso; al naso offre profumi di frutta rossa, note vegetali ed una fugace nota di riduzione; alla gustativa è fruttato e fresco, è molto consistente e chiude con una nota leggermente amarognola.

I degustatori in azione

PIGLIO D.O.C.G.
E qui siamo nella zona di più antiche tradizioni, la più estesa ed a più alta densità di produttori; è l’unica delle tre zone elevata a DOCG. La crescita media, inutile ribadirlo, c’è stata; soprattutto perché anche i produttori che si sono affacciati da poco in questo settore, si sono posizionati direttamente nella parte alta della fascia qualitativa. Sicuramente il disciplinare va rivisto; è lapalissiano che sia stato confezionato con una serie di regole “possibiliste” e permissive, che servivano soprattutto a regolarizzare l’esistente; per esempio là dove regola la densità dei nuovi impianti o dove detta le regole delle tipologie “Superiore” e “Riserva”: oggi nei vini assaggiati non sono molto evidenti le differenze.
Per ogni azienda ho indicato in parentesi la zona di produzione.

Bosco Castello (Paliano) – Bivi! 2012: il colore è rubino abbastanza carico; al naso le more ed altri frutti rossi sono piacevolmente accompagnati da erbe aromatiche e note di carrubo. Al palato risulta fruttato e secco, ha buona acidità e la speziatura accompagna i tannini soffici in un finale persistente ed elegante. Nelle prime posizioni!
Coletti Conti (Anagni) – Hernicus 2011 Superiore: Il colore è rubino intenso con leggera unghia sfumata; al naso si apprezza tanta frutta rossa fresca e croccante: lampone, mela sanguinella e susina dura, Al palato è fruttato e secco; il tannino ha una presenza decisa, ma discreta; è speziato e persistente. Solito stile, sempre riconoscibile!
Il Romanico 2011 Superiore è il vino di punta dell’azienda, le differenze sono lievi: un leggero erbaceo al naso lascia intendere che ha bisogno di qualche altro mese di affinamento.
Casale della Ioria (Anagni) – Campo Novo 2012: il colore è rubino; al naso piccoli frutti rossi (mirtillo e more) si accompagnano ad una nota erbacea che lo rende più elegante; al palato è piacevole, fresco molto fruttato (mela rossa) e persistente. Non è la prima volta che mi capita di preferirlo al primo vino della casa, anche se a pari merito.
Ed ecco il Casale della Ioria 2011 Superiore: il colore è rubino con qualche riflesso granato; al naso si apprezza piccola frutta rossa,spicca il lampone, accompagnata da passiflora e tiglio (strani profumi per un rosso); il sorso è fruttato, fresco e secco e la speziatura accompagna il lungo finale.
Corte dei Papi (Anagni) – Colleticchio 2012: il suo colore è rubino cupo; piccoli frutti rossi e profumi di erbe aromatiche accompagnano la liquirizia; il sorso è fruttato, fresco e veloce, i sapori rimangono a lungo in bocca prima di un finale piacevolmente caldo.
Anche in questo caso antepongo il secondo “vino della casa” ed anche in questo caso, a pari merito; il San Magno 2010 Superiore si presenta di colore rubino intenso; la frutta rossa ed il ciclamino sono accompagnati da note piraziniche; il palato viene piacevolmente invaso da un vino giovane e fruttato, fresco e persistente.

Un vigneto di cesanese dell'azienda Coletti Conti

Giovanni Terenzi (Serrone) – Vajoscuro 2010 Riserva: il colore è rubino cupo; le note fruttate ed il ciclamino, sono accompagnate da erbe aromatiche appassite; al palato è piacevole, fruttato e fresco ed i tannini dolci fanno apprezzare lungamente l’intensa saporosità.
Anche il secondo vino è all’altezza; il Velombra 2011 Superiore è rubino intenso; variegata la frutta rossa: lampone e susina; al palato è fresco e fruttato, ha un tannino un po’ incisivo, ma la freschezza lo sorregge verso un lungo finale. Negli ultimi anni Armando si è impegnato parecchio!
Antiche Cantine Mario Terenzi (Serrone) – Casale San Marco 2011 Superiore: il colore è rosso rubino; al naso offre profumi di frutta rossa ed una leggera nota di goudron; in bocca è fruttato, giovane, piacevole, fresco, accattivante e leggermente speziato.
Il secondo vino, Casal dei Monaci 2011 Superiore è simile al fratello maggiore; gioca più su note di freschezza.
Agricola EMME – Vigneti Massimi Berucci (Piglio) – Hyperius 2012: è di un bel rubino carico; la frutta rossa, un po’ di caramello ed erbe aromatiche assalgono il naso; al palato frutta rossa e lamponi dominano piacevolmente l’assaggio; il sorso è fresco e persistente ed il finale è lungo e caldo.
L’altro vino, Vigne Nuove 2011 Superiore, seppur sostanzialmente simile al precedente, non è ancora pronto al confronto; si sente che proviene da vigne giovani, il nome stesso lo dice.
Proveniente da un vigneto rimasto alla famiglia Berucci, l’Onda 2010 Superiore presenta caratteristiche notevoli. Il colore è rubino intenso; al naso è floreale e sprigiona profumi freschi di frutta rossa; in bocca è fruttato e dinamico, gioca molto sulla freschezza.
Petrucca & Vela (Piglio) – Nerva 2012: il colore è rubino netto; il naso viene assalito da tanti profumi: piccola frutta rossa, more, carrubo ed una nota elegante di lauro; in bocca è fruttato e secco, ha buona acidità, è persistente, piacevolmente caldo e speziato.
L’altro vino presentato dall’azienda, Agape 2010 Superiore, è leggermente sotto tono rispetto a come lo ricordavo. E’ rubino intenso il colore; al naso si avverte frutta rossa ed una leggera nota di canapa; al palato è fruttato, fresco e secco.
Casale Verde Luna (Piglio) – Quest’azienda è anche Agriturismo e il suo Othello 2010 Superiore ha un colore rubino intenso; al naso offre piccola frutta rossa, ciclamino, una leggera speziatura ed una nota erbacea; in bocca è fruttato, fresco, e secco.
Marcella Giuliani (Anagni) – Alagna 2011 Superiore: il colore è rubino intenso; al naso piccola frutta rossa, lampone e leggera nota erbacea; in bocca è fruttato e fresco, ha un buon tannino vellutato, è persistente ed una nota di pepe verde accompagna una chiusura leggermente calda.
Pileum (Piglio) – Pileum 2011: il colore è rubino cupo; piccoli frutti rossi e leggere note di erbe aromatiche formano il quadro olfattivo; al palato è fruttato, secco e fresco, il sorso è veloce e persistente.
Mario Macciocca (Piglio) – Civitella 2011 Superiore: colore rubino intenso; al naso si apprezza la piccola frutta rossa che poi si affinano nel lampone e si avverte anche una leggera nota erbacea e polvere di cacao amaro; in bocca è fruttato, fresco, con tannini dolci e con un finale un pò caldo.
Rapillo (Serrone) – Trasmondo 2010 Superiore: ha un colore rubino intenso; frutta rossa e note balsamiche conferite dal legno monopolizzano il naso; in bocca è fruttato, si assapora la mela rossa; è secco e persistente.
Cantina Sociale di Piglio (Piglio) – Due buoni vini, equivalenti, anche dalla Cantina Sociale; il Cerciole 2011 ha un colore rubino chiaro; al naso offre tanta frutta rossa e folate di cipria; al palato è fruttato, piacevole, secco, speziato e con un finale leggermente caldo.
Elcini 2010 Superiore ha un colore rubino intenso; al naso offre frutta rossa e viola; in bocca è fruttato, molto fresco, ha bisogno di altro tempo di maturazione ed affinamento; comunque è secco piuttosto persistente.

Antonio Di Spirito

Antonio Di Spirito

Il vino ha sempre fatto parte della sua vita; dal 1974 vinifica le uve acquistate e nel 1981 ha impiantato una piccola vigna che coltiva tutt'oggi, sempre per il consumo familiare. Dal 2006 si è dedicato interamente al mondo del vino; dopo aver seguito tanti corsi, ha ricoperto il ruolo di docente alla Rome Wine Academy School, organizzando e guidando degustazioni, partecipando alla stesura di una Guida annuale ai Migliori Vini e curando la pubblicazione del New Wine Journal online. Dal 2011 è Free Lance Wine Journalist. Dal 2013 collabora con "Lavinium" e dal 2014 anche con "LucianoPignataro WineBlog". Dal 2014 è Giudice Internazionale al "Concours Mondiale de Bruxelles" e dal 2016 è Membro delle Commissioni di Valutazione del Concorso Enologico Internazionale "La Selezione del Sindaco". Nel 2015 ha partecipato alle selezioni ed alla scelta dei vini della guida Slow Wine 2016 per la Sardegna e nel 2016 ha fatto parte del panel di degustazione per le selezioni e la scelta dei vini della guida Guida "I vini d'Italia" de L'Espresso.

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