TENUTA MONTEMAGNO
Indirizzo: Via Cascina Valfossato, 9 – 14030 Montemagno (AT)
Tel.: +39 0141 63624
Cell: +39 366 2706830
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Sito: www.tenutamontemagno.it
Email: info@tenutamontemagno.it
laVINIum – 06/2021
È stato il “Nobilis” 2018 ad accendere la miccia durante il webinar dedicato al Ruché di Castagnole Monferrato, organizzato circa sette mesi fa dal Consorzio omonimo. Un vino che mi ha colpito a 360° tanto da volerne sapere di più sull’Azienda e sulle terre a cui va attribuita tanta magnificenza. È un’altra storia che parla d’imprenditoria vitivinicola piemontese, caratterizzata da un reale attaccamento a tutti quei i valori che l’hanno resa celebre nel mondo. Indubbiamente l’importanza delle piccole imprese a conduzione familiare da queste parti è materia assai preziosa, un patrimonio da difendere a tutti i costi per preservare il tema dell’autenticità e attaccamento alle tradizioni; oggigiorno questo concetto ci permette di riconoscere piuttosto facilmente un buon bicchiere di Nebbiolo da una Barbera o da un Grignolino, Dolcetto…
L’importanza e l’attenzione nei confronti del vitigno, del vigneto, dell’affinamento in cantina, non sempre e solo l’ossessione di produrre una sostanza idroalcolica da lanciare sul mercato per inseguire la nuova moda del momento. Ebbene oltre a queste splendide piccole realtà, gestite nel corso dei secoli da famiglie che hanno la cartina del Piemonte agricolo stampata sul viso, esistono grandi o medio-grandi realtà produttive che inseguono esattamente lo stesso obbiettivo, la stessa filosofia in vigna e in cantina e inoltre hanno l’onere e l’onore di voler imporre il proprio marchio nel panorama vitivinicolo nazionale ed internazionale. Una tra queste è senza dubbio Tenuta Montemagno, realtà ubicata a Montemagno (AT).
Ci troviamo sul 45° parallelo, dolci pendii e colline dai colori ammalianti che a seconda della stagione assumono sfumature diverse. Qui il tempo pare essersi fermato ma la gente del posto no, lavora sodo tutto l’anno piegandosi ai capricci della natura ed è altrettanto consapevole che quando le cose girano per il verso giusto, ciò che riempie il bicchiere è la soddisfazione dei consumatori, non solo il vino, ed è un elemento che ripaga da ogni sforzo compiuto. Saldo al timone della Cantina troviamo il Presidente Tiziano Barea, è lui che guida l’intero staff composto da un nutrito team di enologi, agronomi, direttori acquisti e direttori vendite.
Queste le parole dei protagonisti dell’Azienda: “I nostri 100 ettari racchiudono i più importanti cru piemontesi, dallo stesso comune di Montemagno i vigneti si estendono fino ad Altavilla, Viarigi e Casorzo. Qui l’occhio si perde sui filari di alcune tra le uve più antiche e famose del Piemonte atte a produrre vini che hanno fatto la storia di questa regione: la Barbera d’Asti, con le vigne più antiche che raggiungono i cinquant’anni d’età; il Grignolino d’Asti, un rosso secco, asciutto e spiccatamente tannico; il Ruché di Castagnole Monferrato, uno dei più antichi vitigni piemontesi, presente solo nei territori su cui insiste la Tenuta; la Malvasia di Casorzo, un rosso che nasce da uve esposte a sud – sud ovest, che esprime il meglio di sé nelle diverse interpretazioni che il nostro enologo, Gianfranco Cordero, ha saputo dare: ferma, spumantizzata o passita“.
È ormai una vita che si parla di Monferrato, Langhe, Roero, il riconoscimento Unesco del 2014 non ha fatto altro che consolidare a livello planetario tutto ciò che i produttori, i giornalisti e soprattutto le genti del posto sostengono ormai da decenni. L’Azienda alleva la vite in terreni particolarmente vocati sin da epoche antiche che risalgono ai tempi dei romani. Sono tanti gli elementi favorevoli che caratterizzano l’intera gamma di vini prodotti da Tenuta Montemagno: l’esposizione dei vigneti a sud-ovest, il microclima di cui gode il terreno caratterizzato da una componente notevole di argilla e calcare, la lavorazione svolta interamente a mano e la tecnologia adottata in cantina, arma vincente che permette di tradurre gli sforzi compiuti in vigna nel migliore dei modi. Inoltre, per espresso volere della famiglia Barea e dell’enologo Gianfranco Cordero, un occhio è sempre rivolto al passato e alle tradizioni del luogo, tanto in vigna quanto in cantina; lo scopo è non perdere mai di vista l’obbiettivo finale, dunque restituire al consumatore un assaggio della propria terra, vero e proprio scrigno in grado di custodire il tesoro più prezioso dell’astigiano.
Nella continua ricerca dell’agognato equilibrio, elemento chiave del successo di un brand e allo stesso tempo concetto che la Cantina insegue a 360°, ampio spazio è stato dato alla sperimentazione, soprattutto in relazione alle uve a bacca bianca: primo su tutti il timorasso, nota cultivar protagonista indiscussa del tortonese che Tenuta Montemagno ha scelto di vinificare in purezza nelle terre astigiane. Tale vitigno ha saputo adattarsi perfettamente ai terreni argillosi e calcarei di queste colline: mineralità e complessità olfattiva, oltre alla longevità, sono le caratteristiche che lo contraddistinguono. Inoltre è stato fatto negli anni un lungo lavoro sul sauvignon, autoctono francese che in Loira regala perle di assoluto valore e a Montemagno, per le stesse ragioni del timorasso, ha trovato una culla ideale.
Non solo grande attenzione nei confronti dei bianchi, ma anche voglia di stupire mostrando ad esempio le potenzialità della barbera e la sua estrema versatilità attraverso il metodo classico; dunque di nuovo tradizione e innovazione, anche se è perfettamente inutile ricordare quanto il Piemonte sia stato, ormai nei secoli, terra di bollicine sia a livello storico che qualitativo; anche se in merito a quest’ultimo punto la strada da fare è ancora tantissima e le potenzialità enormi. A tal proposito occorre aprire una parentesi, l’azienda per raggiungere i propri obbiettivi vanta il cosiddetto metodo TM che lascio spiegare ai protagonisti: “Il metodo TM è sinonimo di eccellenza: in vigna, in cantina e in bottiglia. Produzioni limitate, accurata defogliazione della vigna per consentire una corretta areazione dei grappoli selezionati e raccolti a mano, determinano la qualità della materia prima che viene portata in piccole cassette nelle nostre cantine. Una seconda selezione, rigorosamente manuale, precede la fase di diraspatura meccanica e la successiva fermentazione effettuata esclusivamente con lieviti nobili selezionati. Per i vini rossi, l’avvio di questa delicata fase avviene solo al riempimento della vasca, mantenendo in perfetto equilibrio le temperature grazie alla tecnologia Nectar. Per i vini bianchi adottiamo una pressatura soft e una macerazione carbonica con ghiaccio secco al fine di preservare i delicati e preziosi aromi e profumi che contraddistinguono le uve di Timorasso e Sauvignon. L’ossidazione viene prevenuta grazie alle lavorazioni effettuate in ambiente anaerobico. L’affinamento e l’imbottigliamento si svolgono in atmosfera controllata. Una particolare attenzione è data all’ordine e alla costante pulizia degli ambienti, prima fra tutti la cantina, dove avviene la fermentazione e l’imbottigliamento, eseguito in ambiente saturo d’azoto.”
Inseguire un sogno, voler conseguire degli obiettivi nel rispetto dell’ambiente circostante; lo scopo è tramandare alle future generazioni le tradizioni del luogo. Tutto ciò è un preciso dovere morale per la famiglia Barea, proprio per questo l’impegno della Cantina va ben oltre i limiti imposti dalla certificazione biologica, ad esempio sui valori massimi consentiti di anidride solforosa totale pari a 150mg/l per i bianchi; Tenuta Montemagno è ben al di sotto in tutta le varietà di etichette, la percentuale di solfiti è bassissima, lo vedremo più nel dettaglio attraverso la recensione delle singole bottiglie. Per realizzare tutto ciò è necessaria una cura maniacale del vigneto che permette di vendemmiare uve perfettamente sane a 360°, proprio per questo non vengono utilizzati prodotti di sintesi e si interviene solo per garantire alla pianta il sostentamento necessario.
Ma lascio ancora una volta la parola ai protagonisti: “La produzione dei nostri vini si riassume in poche parole: “Oltre il Bio”, un concetto che va ben oltre i limiti imposti dalla stessa certificazione. Non si tratta solamente di puri tecnicismi produttivi che il più delle volte non arrivano alle persone: “Oltre il Bio” è la carta da giocare sui mercati, a livello di comunicazione, selezionando un target di consumatori attenti e alla ricerca di storie sostenibili, ma che siano vere, non solo frutto di una tendenza degli ultimi anni verso la produzione “più green“.”
Andrea Li Calzi
Vini degustati | Annata | Prezzo | Voto |
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Ruché di Castagnole Monferrato Nobilis | 2018 | da 15 a 25 euro | @@@@@ |
TM Brut 24 Mesi Metodo Classico | s.a. | da 15 a 25 euro | @@@@ |
Monferrato Bianco Solis Vis | 2020 | da 15 a 25 euro | @@@@ |
Monferrato Rosso Violae | 2019 | da 10 a 15 euro | @@@@ |