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Le DOC della Liguria: Riviera Ligure di Ponente

Le Doc della Liguria: Riviera Ligure di Ponente


❂ Riviera Ligure di Ponente D.O.C.
(D.P.R. 31/3/1988 – G.U. n.25 del 31/1/1989; ultima modifica D.M. 7/3/2014, pubblicato sul Sito ufficiale del Mipaaf, Sezione Qualità e Sicurezza Vini DOP e IGP)


zona di produzione
● in provincia di Imperia: comprende l’intero territorio amministrativo e parte del territorio dei Comuni di Cosio d’Arroscia, Mendatica, Pornassio e Triora (delimitato a nord dal crinale alpino);
● in provincia di Savona: comprende l’intero territorio amministrativo dei comuni di Alassio, Albenga, Andora, Arnasco, Balestrino, Boissano, Borghetto Santo Spirito, Casanova Lerrone, Castelbianco, Ceriale, Cisano sul Neva, Erli, Garlenda, Laigueglia, Nasino, Onzo, Ortovero, Stellanello, Testico, Vendone, Villanova d’Albenga, Zuccarello, Borgio Verezzi, Finale Ligure, Giustenice, Loano, Magliolo, Noli, Orco Feglino, Pietra Ligure, Rialto, Toirano, Tovo San Giacomo, Vezzi Portio, Spotorno, Bergeggi, Savona, Quiliano, Vado Ligure, Albisola Marina, Albisola Superiore, Stella, Celle Ligure, Varazze e parte del territorio dei comuni di Calice Ligure e Castelvecchio di Rocca Barbena (delimitato a nord dal crinale appenninico);
● in provincia di Genova: comprende l’intero territorio amministrativo dei comuni di Arenzano e Cogoleto;

base ampelografica
Pigato (anche superiore e passito): pigato min. 95%, possono concorrere le uve di altri vitigni, non aromatici, a bacca bianca, idonei alla coltivazione per la Regione Liguria, max. 5%;
Vermentino (anche superiore e passito): vermentino min. 95%, possono concorrere le uve di altri vitigni, non aromatici, a bacca bianca, idonei alla coltivazione per la Regione Liguria, max. 5%;
Moscato (anche frizzante, vendemmia tardiva e passito): moscato bianco 100%;
Granaccia (Alicante) (anche superiore e passito): granaccia min. 90%, possono concorrere le uve di altri vitigni, non aromatici, a bacca rossa, idonei alla coltivazione per la Regione Liguria, max. 10%;
Rossese (anche passito): rossese min. 90%, possono concorrere le uve di altri vitigni, non aromatici, a bacca rossa, idonei alla coltivazione per la Regione Liguria, max. 10%;

norme per la viticoltura
è ammessa l’irrigazione di soccorso;
i nuovi impianti e reimpianti devono prevedere una densità minima di 4.500 ceppi/Ha, per le sistemazioni a terrazzamento acclive tale densità non può essere inferiore a 3.000 ceppi/Ha;
la resa di uva ammessa in coltura specializzata e il titolo alcolometrico volumico naturale minimo devono essere i seguenti:
– “Riviera Ligure di Ponente” Granaccia (Alicante) 9 t/ha e 11,0% vol.
– “Riviera Ligure di Ponente” Granaccia Superiore 8 t/ha e 13,0% vol.
– “Riviera Ligure di Ponente” Granaccia Passito 8 t/ha e 16,5% vol. dopo l’appassimento;
– “Riviera Ligure di Ponente” Moscato 10 t/ha e 10,5% vol.;
– “Riviera Ligure di Ponente” Moscato Frizzante 10 t/ha e 10,5% vol.;
– “Riviera Ligure di Ponente” Moscato Vendemmia Tardiva 9 t/ha e 14,5% vol.;
– “Riviera Ligure di Ponente” Moscato Passito 9 t/ha e 16,5% vol. dopo l’appassimento;
– “Riviera Ligure di Ponente” Pigato 11 t/ha e 10,5% vol.;
– “Riviera Ligure di Ponente” Pigato Superiore 9 t/ha e 13,0% vol.;
– “Riviera Ligure di Ponente” Pigato Passito 9 t/ha e 16,5% vol. dopo l’appassimento;
– “Riviera Ligure di Ponente” Rossese 9 t/ha e 10,5% vol.;
– “Riviera Ligure di Ponente” Rossese Passito 8 t/ha e 16,5% vol. dopo l’appassimento;
– “Riviera Ligure di Ponente” Vermentino 11 t/ha e 10,5% vol.;
– “Riviera Ligure di Ponente” Vermentino Superiore 9 t/ha e 13,0% vol.;
– “Riviera Ligure di Ponente” Vermentino Passito 9 t/ha e 16,5% vol. dopo l’appassimento;
per l’utilizzo delle sottozone la produzione massima di uva a ettaro è ridotta di una t/ha e la gradazione minima naturale è aumentata di 0.5%;

norme per la vinificazione
le operazioni di vinificazione, ivi compresi l’invecchiamento e l’affinamento devono essere effettuate all’interno della zona di produzione;
l’appassimento deve essere naturale sulla pianta oppure su graticci in locali idonei, con esclusione dell’aria riscaldata artificialmente. Le uve devono presentare a fine appassimento un tenore zuccherino minimo di 260 g/litro;
la tipologia Passito liquoroso la durata dell’invecchiamento non può essere inferiore a 12 mesi a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello della vendemmia;
per le tipologie Superiore e Moscato Vendemmia Tardiva e Passito l’immissione al consumo non può essere effettuata prima del 1° novembre dell’anno successivo a quello della vendemmia;

norme per l’etichettatura e il confezionamento
per tutte le tipologie è obbligatoria l’indicazione, in etichetta, dell’annata di produzione delle uve;
i vini a Denominazione di Origine Controllata “Riviera Ligure di Ponente” nelle varie tipologie, devono essere immessi al consumo in recipienti di vetro di capacità nominale non superiore ai 5 litri. Per la tappatura dei vini si applicano le norme vigenti, con l’esclusione del tappo a corona, per tutte le confezioni uguali o superiori a 0,375 litri;

legame copn l’ambiente geografico
A) Informazioni sulla zona geografica
Fattori naturali rilevanti per il legame
La zona geografica riferita al territorio della Denominazione di Origine Riviera Ligure di Ponente ricade nella parte orientale della Regione Liguria, in 3 Province (Genova, Savona e Imperia); per tale estensione il panorama viticolo è molto differenziato con vigneti situati per la maggior parte in bassa – media collina anche nelle zone più interne, per la gran parte su versanti terrazzati anche acclivi.
Il prodotto deve le sua caratteristiche alle particolari condizioni pedoclimatiche. La Riviera di Ponente è una fascia di terra collinare affacciata sul Mediterraneo e protetta a nord dalle ultime propaggini delle Alpi, sono valli strette e ripidi pendii. Inoltre le cultivar di vite specifiche interessate a questa denominazione, Pigato, Rossese e Granaccia che sono presenti quasi esclusivamente in questa zona, legittimano la rivendicazione di tale denominazione e non si ritrovano in altre aree vitate.
Aspetti pedologici
I substrati litologici dei rilievi collinari tirrenici del ponente ligure genovese e savonese sono rappresentati da conglomerati, calcari e quarziti. La tessitura è franco – grossolana.
La reazione del suolo è acida – subacida nel caso dei conglomerati e delle quarziti, mentre alcalina – subalcalina nel caso di substrati calcarei.
I rilievi collinari del ponente ligure albenganese sono rappresentati da una parte da torbiditi a composizione calcareo marnosa e argillosa con tessitura franco fine e reazione da neutra a subalcalina, dall’altra da torbiditi a composizione arenacea e da calcari con tessitura franco grossolana e reazione da acida e subacida.
I rilievi collinari del ponente ligure imperiese sono rappresentati maggiormente da torbiditi a composizione arenacea e da conglomerati con tessitura franco grossolana e reazione da subacida ad alcalina, in minor misura da torbiditi a composizione argillosa e calcareo marnosa con tessitura franco fine e reazione da neutra a subalcalina.
Aspetti topografici
L’altitudine dei terreni coltivati a vite è compresa tra lo 0 e i 800 m s.l.m. con quota prevalente compresa tra 200 e 300 m, pendenza tra il 35 e il 50%, esposizione prevalente orientata verso est – sud-est e distanza dal mare compresa tra 0 e 35 Km.
Aspetti climatici
La temperatura media dell’area interessata è pari a circa 14°C.
L’indice bioclimatico di Huglin (IH) che descrive l’andamento fenologico e della maturazione è pari a circa 1970°C con valori compresi tra 1820 e 2100 a seconda delle annate. La somma delle temperature attive (STA) che dà indicazioni sulle disponibilità termiche della zona è pari a circa 1700°C con valori compresi tra 1470 e 1920. La sommatoria delle escursioni termiche (SET), altro indice bioclimatico utile per la caratterizzazione di un territorio viticolo, è pari a circa 520°C con valori compresi tra 450 e 570.
Il massimo della piovosità si verifica nel mese di aprile con una media di circa 200 mm, il minimo di piovosità nel mese di luglio con 12 mm medi.
Le precipitazioni medie annue risultano essere di circa 930 mm; i giorni con pioggia tra aprile e ottobre sono mediamente 55 con un massimo di 12 giorni ad aprile e un minimo di 4 giorni a luglio.
Fattori umani rilevanti per il legame
L’introduzione e la diffusione della vite è storicamente attribuita ai marinai e ai commercianti che dall’alto medioevo hanno introdotto le cultivar da altri territori, che si sono poi localmente selezionate ed adattate, e migliorarono le tecniche di coltivazione insegnando l’utilizzo dei terrazzamenti con la costruzione dei muretti a secco. Il commercio del vino della riviera ligure è certificato dai documenti relativi alla Repubblica di Genova al commercio via mare con Nizza e Roma in merito all’amministrazione ed al vettovagliamento delle città. Documenti del XVII secolo confermano forniture di vino della Riviera ligure per esempio al Ducato di Milano, al Principe di Savoia.
La vocazione viticola ligure si consolida poi nel XVIII secolo e prosegue con un fiorente commercio locale soprattutto verso le città in rapido sviluppo. Alla fine dell’ottocento sopravanza la coltura dell’olivo e dell’olio ligure e la coltura viticola perde di importanza e superfici. È a questo periodo che risale la denominazione “Riviera”, epoca in cui la Liguria è passata sotto la dominazione della casa Savoia ed in cui la riviera di Genova è divenuta Riviera Ligure, acquisendo le menzioni “ponente” e “levante” che ricordano la posizione centrale occupata da Genova.
È subito dopo l’unificazione d’Italia, quando la Liguria ha acquisito l’estensione geografica che ha attualmente, senza la zona di Nizza, che il termine “Riviera” si è imposto quale denominazione corrente della produzione agricola della regione.
La base ampelografica dei vigneti è caratteristica e riguarda vitigni presenti solo nel territorio delimitato come Rossese e Granaccia (rossi) e Pigato (bianco) che ne evidenziano originalità e legame con la tradizione. Le forme di allevamento sono tradizionali e nel tempo non si sono mai discostate da quelle tradizionalmente utilizzate in passato.
Recentemente le tecniche enologiche, a vent’anni dal riconoscimento DOC nazionale, hanno portato gli operatori a selezionare maggiormente le caratteristiche peculiari che il fattore ambiente esalta e a migliorare in cantina un prodotto che, già dalla vigna e dalle caratteristiche delle uve, ha le note del territorio. Si tratta in prevalenza di limitata vinificazione in rosso per i rossi e in bianco per i bianchi adeguatamente differenziate per le tipologie superiore e passito.
B) Informazioni qualità e caratteristiche prodotto esclusivamente attribuibili all’ambiente geografico
La DO “Riviera Ligure di Ponente” fa riferimento a varie tipologie di vino che, dal punto di vista chimico e organolettico, presentano caratteristiche che permettono una chiara individuazione della sua tipicità e del legame col territorio.
Le peculiarità dei vitigni utilizzati per le varie tipologie, grazie all’influenza dell’ambiente geografico in cui sono coltivati (clima e pratiche di elaborazione dei vini consolidate in zona e adeguatamente differenziate per ciascuna delle tipologie), danno luogo a vini con caratteristiche molto riconoscibili.
In particolare i vini si distinguono per il fatto di possedere buone acidità, colori intensi e vivaci, profumi fini ma intensi in prevalenza fruttati, retrogusto amarognolo.
I fattori ambientali legati alla particolare scioltezza dei terreni per la maggior parte drenanti e sabbiosi danno ai vini caratteristiche di freschezza e di sapidità, infatti si tratta di vini che non sono particolarmente destinati all’invecchiamento, ad eccezione della Granaccia e delle tipologie superiori, in quanto il territorio dona al vino i sapori degli aromi mediterranei, dei sentori di mare e di genuinità. I sapori sia freschi, secchi ma morbidi nei bianchi, caldi e di buon corpo nei rossi e il fondo leggermente amarognolo e leggermente acidulo, sono le caratteristiche che legano questi prodotti alle aree da cui sono ottenuti. Il prodotto che si ottiene per la denominazione ha per lo più una buona ed equilibrata struttura
C) Descrizione dell’interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla lettera B)
Nelle province di Imperia e Savona i vitigni Pigato, Rossese, Vermentino, Moscato e Granaccia si coltivano da secoli cadenzandone la storia di quei territori con numerosi riferimenti e testimonianze che di fatto ne certificano l’importanza ed il valore. Le più recenti ricerche scientifiche basate sulla conoscenza e comparazione tra i genomi conferma come il Rossese a bacca nera (ma anche quelli a bacca bianca) è vero vitigno autoctono non riscontrato in altre zone di coltivazione italiane ed europee; tale peculiarità in relazione al fatto che ben pochi sono i vitigni a bacca rossa affermatisi nelle regioni di costa fanno del vino Rossese una esclusività unica del territorio del Ponente ligure dove trova il suo epicentro.
I vitigni Pigato e Vermentino sono acclimatazioni di vitigni a bacca bianca importati secoli fa e differenziatisi in presenza di condizioni climatiche particolari e specifiche.
I vitigni Granaccia e Moscato sono omologabili ai vitigni presenti in altre zone.
Il clima inoltre aggiunge al prodotto di quell’uva particolarità interessanti immediatamente riscontrabili, ad esempio, nella potenzialità alcolica del vino che, quando espressa ai suoi livelli più elevati, consente addirittura raggiungimenti qualitativi eccelsi evidenziabili dalla menzione “superiore” appunto.
Il risultato del connubio fra gli elementi ambientali e umani sono l’alta qualità che i prodotti hanno ottenuto nel corso degli anni, anche con riconoscimenti prestigiosi nei concorsi enologici. La limitata quantità di produzione porta questi vini ad essere consumati per lo più nel territorio di produzione, solo alcune realtà aziendali più grandi riescono a commercializzare il prodotto fuori dai confini regionali. La denominazione premia gli operatori che hanno creduto in questi vitigni.
Infatti nel territorio delimitato quasi non esistono vitigni internazionali a dimostrazione che la storia e la tradizione vitivinicola del Ponente è strettamente legata ai vitigni originari e si intende continuare a produrre nel rispetto della tradizione e delle consuetudini locali.
D) Descrizione dell’interazione causale fra gli elementi ambientali e umani e le tipologie del prodotto
Il legame fra la tradizione enologica e vitivinicola e le tipologia di vino descritte nel disciplinare hanno un valore storico e di consuetudine. Infatti ogni operatore, ancora prima del riconoscimento DOC avvenuto nel 1988, aveva fra le sue caratteristiche produttive la tendenza a offrire vini prodotti per un consumo fresco e di breve durata Pigato, Rossese, Moscato e Vermentino e vini ottenuti da particolari selezioni di uve, che vengono denominati “superiori”, o che vengono posti in appassimento su graticci fino al tardo autunno per ottenere vini passiti sia bianchi che rossi. Non esiste tradizione di vini rosati.

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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