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Le Doc dell’Umbria: Colli Altotiberini

Le Doc dell'Umbria: Colli Altotiberini


❂ Colli Altotiberini D.O.C.
(Approvato con D.P.R. 22/1/1980 – G.U. n.175 del 27/6/1980; ultima modifica D.M. 7/3/2014, pubblicato sul Sito ufficiale del Mipaaf, Sezione Qualità e Sicurezza Vini DOP e IGP)


zona di produzione
● in provincia di Perugia: comprende i terreni vocati alla qualità di tutto o parte dei territori dei Comuni di Citerna, Città di Castello, Gubbio, Monte S. Maria Tiberina, Montone, Perugia, San Giustino e Umbertide;

base ampelografica
● bianco (anche superiore): min. 50% trebbiano toscano, possono concorrere alla produzione di detto vino altri vitigni a bacca bianca, idonei alla coltivazione nella Regione Umbria fino a un massimo del 50% e iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite per uve da vino, approvato con D.M. 7/5/2004 e successivi aggiornamenti;
● bianco spumante: min. 50% grechetto e/o chardonnay e/o pinot bianco e/o pinot grigio e/o pinot nero, possono concorrere alla produzione di detto vino altri vitigni a bacca bianca, idonei alla coltivazione nella Regione Umbria fino a un massimo del 50% e iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite per uve da vino, approvato con D.M. 7/5/2004 e successivi aggiornamenti;
● con menzione del vitigno bianchi: Grechetto, Trebbiano (ciascuno almeno per l’85%), possono concorrere alla produzione di detti vini altri vitigni a bacca bianca, idonei alla coltivazione nella Regione Umbria e presenti nei vigneti in ambito aziendale nella misura massima del 15%;
● rosato, rosso, rosso riserva, Novello: min. 50% sangiovese, possono concorrere alla produzione di detti vini altri vitigni a bacca nera, idonei alla coltivazione nella Regione Umbria e presenti nei vigneti in ambito aziendale nella misura massima del 50%;
● con menzione del vitigno rossi (anche riserva): Cabernet Sauvignon, Merlot, Sangiovese (ciascuno almeno per l’85%), possono concorrere alla produzione di detti vini altri vitigni a bacca nera, idonei alla coltivazione nella Regione Umbria e presenti nei vigneti in ambito aziendale nella misura massima del 15%;

norme per la viticoltura
è consentita l’irrigazione di soccorso;
i nuovi impianti e reimpianti devono essere realizzati con almeno 2.500 viti per ettaro;
la resa massima di uva ammessa in coltura specializzata deve essere di 12 t/Ha per le tipologie Bianco, Rosso, Rosato, Novello, Trebbiano, corrispondenti a hl 84 per ettaro; per lo spumante e per i vini con riferimento ai vitigni Grechetto, Cabernet Sauvignon, Merlot, Sangiovese non deve essere superiore a 11 t/ha, corrispondenti a hl 77 per ettaro; per i vini Bianco Superiore, Rosso Riserva e Riserva con riferimento ai vitigni Cabernet Sauvignon, Merlot, Sangiovese non deve essere superiore a 9 t/ha, corrispondenti a hl 63 per ettaro;
il titolo alcolometrico volumico minimo naturale delle uve deve essere di 10% vol. per le tipologie Bianco, Trebbiano e Spumante, 11% vol. per le tipologie Bianco Superiore, Rosso e Rosato e con riferimento ai vitigni Cabernet Sauvignon, Merlot, Sangiovese e Grechetto; 12% vol. per le tipologie Rosso Riserva e Riserva con riferimento ai vitigni Cabernet Sauvignon, Merlot e Sangiovese;

norme per la vinificazione
le operazioni di vinificazione, compreso l’arricchimento del grado alcolico, l’invecchiamento obbligatorio e l’appassimento delle uve, devono essere effettuate nell’ambito dei territori dei comuni di Assisi, Citerna, Città di Castello, Corciano, Gubbio, Lisciano Niccone, Marsciano, Monte S. Maria Tiberina, Montone, Perugia, Pietralunga, San Giustino e Umbertide;
per le tipologie Riserva Rosso, Cabernet Sauvignon, Merlot e Sangiovese i vini debbono subire un invecchiamento obbligatorio minimo di 24 mesi a partire dal 1° novembre dell’anno di raccolta delle uve;
la produzione del vino a denominazione di origine controllata “Colli Altotiberini” Spumante deve essere effettuata con il metodo della fermentazione in autoclave o in bottiglia, con l’esclusione di qualsiasi aggiunta di anidride carbonica. Le operazioni di elaborazione possono essere effettuate anche fuori zona di produzione ma limitatamente alla provincia di Perugia;
è consentito l’arricchimento dei mosti e dei vini nei limiti stabiliti dalle norme comunitarie e nazionali, con mosti concentrati ottenuti da uve dei vigneti iscritti all’albo della stessa denominazione d’origine controllata oppure con mosto concentrato rettificato o a mezzo concentrazione a freddo o altre tecniche consentite;

norme per l’etichettatura e il confezionamento
nella etichettatura dei vini recante la menzione “Riserva” o la specificazione “Superiore” e, per le tipologie per le quali è previsto obbligatoriamente un periodo di invecchiamento, l’indicazione dell’annata di produzione delle uve è obbligatoria;
per la tipologia «bianco superiore», l’immissione al consumo non può avvenire prima del 31 marzo dell’anno successivo a quello della vendemmia;
per il confezionamento in recipienti di capacità fino a 5 litri dovranno essere utilizzati contenitori di vetro della capacità di litri: 0,250; 0,375; 0,500; 0,750; 1,000; 1,500; 3,000; 5,000.;
per la tappatura dei vini è obbligatorio il tappo di sughero o di altro materiale ammesso raso-bocca se confezionati in recipienti della capacità fino a 5 litri;

legame con l’ambiente geografico
A) Informazioni sulla zona geografica
Fattori naturali rilevanti per il legame
La zona geografica delimitata ricade nella parte Centro-settentrionale della Regione Umbria, in Provincia di Perugia, e comprende un territorio di media collina ricadente nei terreni vocati alla qualità di tutto o parte dei territori comunali di San Giustino, Citerna, Città di Castello, Monte S. Maria Tiberina, Montone, Umbertide, Gubbio, Perugia.
La conformazione del rilievo presenta una certa variabilità. A superfici dolcemente inclinate (pendenza inferiore al 5%) impostate su depositi alluvionali di varia età o su sabbie del Villafranchiano lacustre, si alternano aree più acclivi, ancora su depositi lacustri, e tratti decisamente più ripidi sia sui precedenti materiali sia su marne ed arenarie mioceniche che affiorano alternati ad essi. In questi casi, la pendenza raggiunge facilmente il 30% e in alcuni tratti supera tale valore, ciò comporta un assai diverso ruolo dei fenomeni di erosione accelerata nel contrastare la pedogenesi.
Per quanto detto a proposito della conformazione del territorio, è ovvio che i suoli di questo sistema presentino un diverso grado di evoluzione pedologica, in funzione della composizione e della permeabilità del substrato, ma siano orientati tipicamente verso la brunificazione, con fenomeni di retrogradazione in rapporto alla diversa acclività e utilizzazione. I suoli sono generalmente poco profondi e nelle aree agricole, sono palesemente degradati e assottigliati. Sono rari i casi che mostrano eccessi di pietrosità e assenti esempi di rocce affioranti, se si escludono alcuni canali di erosione sui substrati più vulnerabili.
Per la caratteristica posizione geografica, morfologia territoriale e litologia, l’area rappresenta un ottimale habitat per la produzione vitivinicola. I suoli destinati alla coltura della vite sono da poco a mediamente profondi, con un moderato contenuto in frazione grossolana, tessitura tendenzialmente franca, franco-limosa o franco-argillosa, buon tenore in calcare e reazione sub-alcalina. Dal punto di vista tassonomico, i suoli possono essere classificati come Entisuoli e Inceptisuoli (Soil Survey Staff, 2010).
L’altitudine dei terreni coltivati a vite è compresa tra i fondovalle che sono esclusi dalla denominazione e i 550 m s.l.m., con pendenza ed esposizioni variabili.
Le precipitazioni medie annue oscillano tra gli 800 – 950 mm anche se nel corso degli ultimi anni sono emerse stagioni come quella del 2010 che hanno superato notevolmente il valore medio con registrazioni superiori ai 1.100 mm.
Le precipitazioni medie primaverili degli ultimi anni, 227mm, risultano leggermente superiori se confrontati con i valori medi storici, 215mm, anche se non emergono eventi eccezionali di particolare rilievo.
Durante il periodo estivo i valori delle precipitazioni si attestano intorno ai 167mm di pioggia con valori minimi registrati in alcune stagioni di circa 130mm ed altri che invece superano i 200mm. Le piogge estive sono concentrate soprattutto nel mese di giugno con una precipitazione cumulata media che a volte supera i 100mm.
Un dato anomalo emerge nel 2011, anno particolarmente piovoso con valori medi registrati nella zona di 1.184mm ma che nel periodo estivo invece il dato della pioggia risulta inferiore rispetto alla media.
Le temperature medie massime primaverili si attestano su valori prossimi ai 20°C e in particolare con 25,0°C di media massima negli ultimi cinque anni nel mese di maggio. La stagione estiva negli ultimi anni è caratterizzata da temperature medie massime che si attestano intorno ai 32° C.
Fattori umani rilevanti per il legame
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata tradizione hanno contribuito a ottenere il vino “Colli Altotiberini”.
La presenza della viticoltura nell’area delimitata risale all’epoca romana: gli Statuti comunali del territorio delineano una viticoltura già ben sviluppata, con la citazione delle prassi colturali che venivano imposte per la coltivazione, le modalità per determinare l’epoca della vendemmia e le norme che regolavano il commercio del vino.
Interessante è il percorso storico che sancisce il radicamento della tipologia del vinsanto in particolare nell’area di Città di Castello e del territorio limitrofo. La carta intestata dell’albergo e Trattoria Polenzani pubblicizza la vendita all’ingrosso e al dettaglio di vinsanto, oltre che di vino bianco e rosso, sin dal 1891. È comunque con Girolamo Serafini che il vinsanto locale acquisì vasta fama. Il suo Vinsanto Tiferno fu presentato e premiato a diverse esposizioni nazionali ed estere. Vengono documentati riconoscimenti alle esposizioni di Bruxelles (1909), Londra (1909), Roma (1908), Firenze (1909) e Gubbio (1908). Lo stesso Serafini nella sua comunicazione pubblicitaria, raccomandava il suo Vinsanto come “…specialità per dessert senza rivali, da non confondersi con altri per il suo invecchiamento, finezza e purezza di gusto”.
Nel corso dei secoli la viticoltura ha quindi mantenuto un importante ruolo nell’economia del territorio, fino al riconoscimento della denominazione di origine avvenuta con Decreto del Ministero delle Risorse Agricole del 22 Gennaio 1980.
L’incidenza dei fattori umani, nel corso della storia, è in particolare riferita alla puntuale definizione dei seguenti aspetti tecnico produttivi, che costituiscono parte integrante del vigente disciplinare di produzione:
– base ampelografica dei vigneti: i principali vitigni idonei alla produzione del vino in questione, sono quelli tradizionalmente coltivati nell’area geografica considerata: il Grechetto, il Trebbiano Toscano, il Sangiovese ed il Merlot, il Cabernet Sauvignon;
– le forme di allevamento, i sesti d’impianto e i sistemi di potatura che, anche per i nuovi impianti, sono quelli tradizionali e tali da perseguire la migliore e razionale disposizione sulla superficie delle viti, sia per agevolare l’esecuzione delle operazioni colturali, sia per consentire la razionale gestione della chioma, permettendo di ottenere una adeguata superficie fogliare ben esposta e di contenere le rese di produzione di vino entro i limiti fissati dal presente disciplinare;
– le pratiche relative all’elaborazione dei vini, che sono quelle tradizionalmente consolidate in zona per la vinificazione dei vini tranquilli e spumanti, adeguatamente differenziate per le tipologie previste, la cui elaborazione comporta determinati periodi di invecchiamento e affinamento in bottiglia obbligatori per la tipologia “Riserva” e “Superiore”. Più recente la realizzazione del vino Novello.
B) Informazioni sulla qualità o sulle caratteristiche del prodotto essenzialmente o esclusivamente attribuibili all’ambiente geografico
La DOC Colli Altotiberini è riferita a 8 tipologie di vino rosso (4 “di base”, e 4 “Riserva”) – oltre a un Rosato e al Novello – che dal punto di vista analitico e organolettico presentano caratteristiche molto evidenti e peculiari, che ne permettono una chiara individuazione e tipicizzazione legata all’ambiente geografico.
In particolare tutti i vini rossi presentano un buon tenore di acidità, il colore è rosso rubino sgargiante con unghia purpurea, che sfuma verso il rosso granato nei vini più invecchiati. In tutte le tipologie si riscontrano aromi floreali con note fruttate di ciliegie e lamponi, spezie dolci e cioccolato, tipici delle cultivar dei vitigni di base, che nei vini più invecchiati sfumano a favore di quelli speziati o fenolici associabili al legno.
Al sapore tutti i vini presentano un’acidità normale, una buona struttura con un finale complesso e armonico.
D’altro canto i vini bianchi costituiti da 5 differenti tipologie (3 “di base” oltre lo spumante e il Superiore) sono incentrati sull’uso delle uve autoctone Trebbiano Toscano e Grechetto che conferiscono al vino un caratteristico colore e sapore.
C) Descrizione dell’interazione causale fra gli elementi di cui alla lettera A) e quelli di cui alla lettera B)
L’orografia collinare dell’areale di produzione, nel bacino produttivo dei Colli Altotiberini concorre a determinare un ambiente arioso, luminoso e con un suolo naturalmente sgrondante dalle acque reflue, particolarmente vocato per la coltivazione dei vigneti.
Anche la tessitura e la struttura chimico-fisica dei terreni interagiscono in maniera determinante con la coltura della vite, contribuendo all’ottenimento delle peculiari caratteristiche fisico chimiche e organolettiche dei “Colli Altotiberini”.
La radicata storia vitivinicola riferita alla terra dei “Colli Altotiberini”, dall’epoca romana, al medioevo, fino ai giorni nostri, attestata da numerosi documenti, è la generale e fondamentale prova della stretta connessione e interazione esistente tra i fattori umani e la qualità e le peculiari caratteristiche del “Colli Altotiberini”.
Ovvero è la testimonianza di come l’intervento dell’uomo nel particolare territorio abbia, nel corso dei secoli, tramandato le tradizionali tecniche di coltivazione della vite ed enologiche, le quali, nell’epoca moderna e contemporanea, sono state migliorate e affinate grazie all’indiscusso progresso scientifico e tecnologico, fino a ottenere i rinomati vini “Colli Altotiberini”.
Nel medioevo: i contratti agrari e i documenti di varia natura, conservati presso gli archivi comunali e monastici, confermano la diffusione di tale coltura.

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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