Statistiche web
Doc e DocgLe regole del vino

Le DOCG del Veneto: Soave Superiore

mappa vino Docg Soave Superiore


❂ Soave Superiore D.O.C.G.
(D.M. 29/10/2001 G.U. n.265 del 14/11/2001; ultima modifica D.M. 24/10/2019 – G.U. n.259 del 5/11/2019)


zona di produzione
in provincia di Verona: comprende in tutto o in parte il territorio dei comuni di Caldiero, Cazzano di Tramigna, Colognola ai Colli, Illasi, Lavagno, Mezzane di Sotto, Montecchia di Crosara, Monteforte d’Alpone, Roncà, San Bonifacio, San Giovanni Ilarione, San Martino Buon Albergo e Soave;

base ampelografica
anche classico, riserva: garganega min. 70%, trebbiano di Soave (nostrano) e Chardonnay max. 30%, in tale ambito del 30% possono concorrere le uve provenienti dai vitigni a bacca bianca, non aromatici, idonei alla coltivazione per la Provincia di Verona max. 5% (vedi →allegato A); 

norme per la viticoltura
le viti devono essere allevate a spalliera o GDC o a pergola in tutte le sue forme, ove sia assicurata un’apertura nell’interfila o sul filare, e una carica massima di 50 mila gemme a ettaro per tutti i sistemi di allevamento della vite;
per i nuovi impianti e reimpianti il numero minimo di ceppi ad ettaro, per i vigneti piantati dopo l’approvazione del presente disciplinare è di 4.000;
è consentita l’irrigazione di soccorso;
la resa massima di uva in coltura specializzata non deve essere superiore a 10 t/Ha e il titolo alcolometrico volumico naturale minimo deve essere di 11,00% vol.;

norme per la vinificazione
le operazioni di vinificazione e imbottigliamento del vino a denominazione di origine controllata e garantita “Soave Superiore” devono aver luogo in tutto il territorio amministrativo della provincia di Verona;
conformemente all’art. 8 del reg. CE n.607/2009, l’imbottigliamento o il condizionamento deve aver luogo nella predetta zona geografica delimitata per salvaguardare la qualità o la reputazione o garantire l’origine o assicurare l’efficacia dei controlli;
i vini a denominazione di origine controllata e garantita “Soave Superiore” e “Soave Superiore Classico“, devono essere immessi al consumo non prima del 1° aprile dell’anno successivo a quello di produzione;
i vini a denominazione di origine controllata e garantita “Soave Superiore” designati con la qualificazione “Riserva” devono essere immessi al consumo non prima del 1° novembre dell’anno successivo a quello di produzione;
è ammesso l’arricchimento con mosti concentrati, prodotti dalle uve della zona di produzione della denominazione di origine controllata “Soave” e “Soave Classico”, o con mosti concentrati;

norme per l’etichettatura e il confezionamento
nella designazione dei vini a denominazione di origine controllata e garantita “Soave Superiore” può essere utilizzata la menzione “vigna” a condizione che sia seguito dal corrispondente toponimo, che la relativa superficie sia distintamente specificata nello schedario viticolo, che la vinificazione, elaborazione e conservazione del vino avvengano in recipienti separati e che tale menzione, seguita dal toponimo, venga riportata sia nella denuncia delle uve, sia nei registri, sia nei documenti di accompagnamento;
nella designazione e presentazione dei vini “Soave Superiore” e “Soave Superiore Classico” è consentito fare riferimento alle Unità geografiche aggiuntive individuate nell’allegato A del presente disciplinare;
per i vini a denominazione di origine controllata e garantita “Soave Superiore” è obbligatorio indicare l’annata di produzione delle uve da cui il vino, così qualificato, è stato ottenuto;
i vini a denominazione di origine controllata e garantita “Soave Superiore” devono essere immessi al consumo unicamente nelle tradizionali bottiglie di vetro fino a litri 3, con abbigliamento consono al loro carattere di pregio, chiuse con tappo raso bocca. È altresì consentito l’uso del tappo a vite con capsula a vestizione lunga e del tappo a vetro. A richiesta delle ditte interessate o del Consorzio di tutela può essere consentito, con specifica autorizzazione del Ministero delle politiche agricole e forestali, l’utilizzo di contenitori tradizionali di capacità di litri 6, 9, 12, 18 e superiori e solo per fini promozionali;

legame con l’ambiente geografico
A) Specificità della zona geografica
Fattori naturali: dal punto di vista climatico la zona collinare della denominazione è favorita da un clima mite e temperato con precipitazioni comprese tra i 700 e i 1000mm l’anno concentrate prevalentemente in primavera e autunno. Per queste sue caratteristiche viene definito un clima temperato umido a estate calda. L’altitudine dei vigneti varia dai 35 m. s.l.m. dell’area pedecollinare ai 380 m. delle colline più elevate con pendenza variabile e con esposizione prevalentemente verso est, sud e ovest.
Ci si trova quindi di fronte, nella maggior parte dei casi, a dei suoli costituiti da substrati di rocce basaltiche decomposte che hanno dato origine a loro volta a suoli franco-argillosi di colore tipicamente scuro, debolmente o per nulla alcalini, dal buon drenaggio ma con una buona capacità di immagazzinare risorse idriche
nel corso dell’anno, per poi cedere le stesse lentamente all’apparato radicale della vite durante il ciclo vegetativo.
Le sostanze minerali contenute in questi suoli vanno a influenzare in modo importante i processi fermentativi dei mosti ottenuti con le uve garganega ivi coltivate, conferendo un carattere tipico di pienezza e sapidità ai vini, che diviene evidente con il passare degli anni e che costituisce una peculiarità assoluta del Soave Superiore, soprattutto se confrontato con prodotti ottenuti con le stesse uve ma al di fuori di questa zona di produzione.
Fattori umani e storici: il territorio di Soave era già in epoca romana un “pagus” cioè un distretto campagnolo vitivinicolo circoscritto, noto per la sua buona posizione e per l’intensità delle coltivazioni. Dalle uve si ottenevano anche peculiari vini “acinatici”, risultato di un tradizionale metodo di appassimento delle uve, come citato al tempo del re goto Teodorico in alcune epistole (A.D. 503), che raccomandava ai produttori veronesi di ricercare per la mensa reale questi vini “soavissimi e corposi”, e di non dimenticare quello ottenuto dalle uve bianche che “riluce come lattea bevanda, di chiara purità… di gioviale candidezza e di soavità incredibile”. Nel 680 d.C. testimonianze indicano l’uso della pergola veronese, forma tradizionale di allevamento della vite in questa zona, utilizzata ancora oggi.
Un’importante testimonianza della cultura vitivinicola di questi luoghi nel Medioevo appare su una lapide muraria del Palazzo di Giustizia di Soave, datata 1375.
La crescita della produzione e della rinomanza dei vini Soave ha portato nel 1924 ad un primo provvedimento di tutela per la difesa di vini tipici, seguito dalla nascita del Consorzio per la difesa del Vino Tipico Soave. Studi approfonditi finalizzati a delineare le caratteristiche specifiche dei vini e a delimitare la zona di produzione, furono il presupposto per richiedere e ottenere dal Ministero italiano, nell’ottobre del 1931, il riconoscimento della prima zona delimitata per la produzione del “Vino Tipico Soave”.
L’atto ufficiale di riconoscimento è il regio decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 289 del 16 dicembre 1931, sulla base del quale nel 1968 è stata delimitata la zona storica della DOC Soave Classico (decreto del Presidente della Repubblica 21 agosto 1968, modificato nel 2002 con il decreto ministeriale 6 settembre 2002).
Attualmente il comprensorio del Soave esprime un considerevole numero di eccellenze enologiche che vengono ogni anno premiate dalle principali guide internazionali del settore. Notevoli e costanti i riconoscimenti ottenuti anche nei principali concorsi enologici in tutto il mondo.
La DOCG per il Soave Superiore è stata riconosciuta con il decreto del Ministero delle politiche agricole del 29 ottobre 2001, riconoscendo il particolare pregio di questa tipologia già inserita nell’originale disciplinare della DOC Soave e nel decreto del Presidente della Repubblica del 20 maggio 1968.
L’azione dei viticoltori è in questo caso essenziale. Si tratta di selezionare i migliori vigneti nell’ambito delle sole zone collinari del Soave. Abbiamo quindi la possibilità di valorizzare le vigne storiche allevate con la classica pergola veronese, con le sue successive evoluzioni, a spalliera o a GDC.
È indispensabile quindi che gli operatori identifichino una zona di alto livello ed un attento contenimento delle rese. Si tratta di gestire in maniera equilibrata i migliori vigneti della denominazione, valorizzando al meglio ogni singolo areale selezionato. Ogni grande bianco non può essere pronto in pochi mesi, dunque un altro aspetto essenziale è la conservazione sulle fecce per alcuni mesi prima dell’imbottigliamento e della messa in commercio. In questa fase il vino rivendica alle fecce il suo vero carattere, lo assimila, si stabilizza, è possibile che compia la fermentazione malo lattica, e dunque la sua fisionomia si fa decisamente più sfaccettata e interessante. L’obiettivo è quello di ottenere un vino bianco importante, molto strutturato e dopo un adeguato affinamento destinato a durare per alcuni anni in bottiglia.
B) Specificità del prodotto
La Garganega non possiede un’aromaticità spiccata ma un piccolo patrimonio di profumi di cui la mandorla e i fiori bianchi sono i più nitidi; ha uno sviluppo biologico molto lungo, tanto da giungere a maturazione in ottobre; ha una buccia dura e particolarmente gialla (quasi rossa) quando è matura. Non ha un’acidità preponderante ma piuttosto un interessante equilibrio di estratti e zuccheri. Quando le rese sono limitate come nel Soave Superiore, queste caratteristiche peculiari diventano più evidenti, delineando un profilo ideale per un vino bianco longevo.
Il Trebbiano di Soave storicamente molto presente nei vigneti ha lasciato sempre più posto all’esuberanza della Garganega. Solo in questi ultimi anni sta riproponendosi come ideale partner per tracciare nuovi profili enologici per il Soave del futuro combinando la sua sapidità e vivacità con la struttura e la densità tipiche della Garganega.
Il Soave Superiore è quindi un vino bianco importante con un colore giallo deciso pur conservando i riflessi verdognoli tipici del Soave. I profumi fruttati e floreali saranno evidenti, ampi e profondi con la caratteristica di evolvere nel corso del tempo. In bocca il gusto sarà pieno, rotondo e intenso, conservando e anzi evidenziando una nota amara nel finale, propria della Garganega coltivata in questa area.
C) Legame causa effetto fra ambiente e prodotto
Le sostanze minerali contenute in questi suoli influenzano in modo particolare i processi fermentativi dei mosti ottenuti con le uve Garganega qui coltivate, conferendo un carattere tipico di sapidità ai vini, che diviene evidente con la maturità del prodotto e che costituisce una peculiarità assoluta del Soave Superiore.
I sistemi di allevamento, frutto dell’esperienza dei viticoltori, favoriscono il mantenimento dei precursori aromatici, particolarmente sensibili alle alte temperature, consentendo il continuo controllo della qualità, del livello di maturazione e di sanità dei grappoli.
Le pendenze dei suoli e la composizione degli stessi premettono lo sgrondo delle acque e la concentrazione delle sostanze nutritive.
Ma sono soprattutto le condizioni climatiche di questi vigneti collinari a determinare la produzione di significative quantità di precursori aromatici che consentono di esaltare le caratteristiche organolettiche e i sentori tipici dei diversi vitigni (floreale, fruttato ecc.).
Le specifiche competenze tecniche dei viticoltori e adeguate pratiche agronomiche sono in grado di ottenere gradazioni zuccherine medio-alte e buoni equilibri acidi.
Nel Soave Superiore, proprio perché originato nei vigneti a più alta vocazione e con una precisa gestione delle vigne, ritroviamo con ancora più forza i caratteri tipici del Soave. Garganega e Trebbiano di Soave trasferiscono in questo vino il massimo delle loro caratteristiche, soprattutto se esaltate da suoli di origine vulcanica. Tale tipologia di suoli e le peculiari giaciture spesso molto acclivi dei vigneti permettono di dotare i vini bianchi di grande struttura e concentrazione, grazie anche a vendemmie ritardate, senza perdere un’ottima componente acidica. Sono vini importanti che come stabilito dal disciplinare hanno bisogno di alcuni mesi di affinamento e non possono entrare in commercio prima del mese di settembre dell’anno successivo alla vendemmia.


mappa Unità Geografiche Aggiuntive Soave

ALLEGATO A
Unità Geografiche Aggiuntive
1) Brognoligo;
2) Broia;
3) Ca’ del Vento;
4) Campagnola;
5) Carbonare;
6) Casarsa;
7) Castelcerino;
8) Castellaro;
9) Colombara;
10) Corte del Durlo;
11) Costalta;
12) Costalunga;
13) Coste;
14) Costeggiola;
15) Croce;
16) Duello;
17) Fittà;
18) Froscà;
19) Foscarino;
20) Menini;
21) Monte di Colognola;
22) Monte Grande;
23) Paradiso;
24) Pigno;
25) Ponsara;
26) Pressoni;
27) Roncà – Monte Calvarina;
28) Rugate;
29) Sengialta;
30) Tenda;
31) Tremenalto;
32) Volpare;
33) Zoppega.

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

Articoli Correlati

Check Also
Chiudi
Pulsante per tornare all'inizio