In poco più di 10 anni, quello che voleva diventare un patrimonio mondiale dell’umanità, la vasta estensione di uliveti plurisecolari del Salento, non esiste più. Xilella, Cicala sputacchina, siccità, diserbanti, tra scienza, multinazionali e diverse verità.
I delfini vanno a ballare sulle spiagge Gli elefanti vanno a ballare in cimiteri sconosciuti Le nuvole vanno a ballare all’orizzonte I treni vanno a ballare nei musei a pagamento E tu dove vai a ballare? Vieni a ballare in Puglia, Puglia, Puglia Caparezza feat. Al Bano
Il grano sotto gli ulivi. Giovanni Fattori
Ricordo Arrivare al basso Salento, anche percorrendo la SS613 Brindisi-Lecce e fino a Otranto, significava innanzitutto inseguire, mentre l’auto andava e la campagna correva via ai bordi, di lato, quale forma o figura si nascondesse dentro la contorsione di quell’ulivo secolare, dentro quel tronco ricurvo, di quello, di quell’altro, di quell’altro ancora. E intanto ancora un altro che scappa via. E un altro ancora. Una distesa infinita, infinita davvero: a perdita di sembianza, a perdita di conto. Non sarà più così. Mai più.
Frammento Gli agricoltori del Salento avevano segnalato a partire dal 2008 fenomeni isolati di disseccamento degli ulivi, ma solamente nel 2013 l’Osservatorio fitosanitario della Puglia dichiarava che si era in presenza di un «fenomeno inedito» a cui veniva dato il nome di «complesso del disseccamento rapido dell’ulivo». Convegni, incontri, iniziative di ogni tipo hanno cercato di affrontare il problema, ma allo stato attuale non si intravede una reale via d’uscita. Quello che non si è ancora riusciti a fare è curare la malattia, consentendo la sopravvivenza delle piante infette. L’EPIDEMIA AVANZA a una velocità di 20 km all’anno e il fenomeno del disseccamento si è esteso a nuove aree delle province di Brindisi e Taranto, coinvolgendo anche la zona meridionale della provincia di Bari. Il batterio Xylella fastidiosa è il maggiore indiziato, ma la comunità scientifica è spaccata sul ruolo che esso gioca e, soprattutto, su come combatterlo. Rimane sconosciuta la sua origine e non è chiaro perché ha scelto il Salento come dimora privilegiata. Gli agricoltori vedono morire i loro secolari alberi di ulivo e invocano soluzioni dalla comunità scientifica e dalle Istituzioni. Le misure che sono state finora proposte consistono nello sradicamento delle piante e nel massiccio impiego di pesticidi nelle aree interessate. →Francesco Bilotta. Il Manifesto. 10 aprile 2019
Frammento Non esiste ancora una cura in grado di eliminare il batterio vegetale xylella fastidiosa che minaccia non solo i Paesi mediterranei ma la maggior parte del territorio Ue. Queste sono le conclusioni di due pareri dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) resi noti oggi. Le opinioni confermano che alcuni trattamenti sperimentati in questi anni possono ridurre i sintomi, ma non eliminano il batterio. L’applicazione tempestiva delle misure di controllo Ue resta quindi l’unico modo per fermarlo. Xylella fastidiosa è uno dei batteri delle piante più pericolosi al mondo. Il batterio provoca un’estesa varietà di malattie, con pesanti risvolti economici sull’agricoltura e sull’ambiente. →Iconanews.it 15 maggio 2019
Ricordo In Salento d’estate la terra si crepa, le argille rosse si compattano, si asciugano, i prati ingialliscono, non c’è un filo di erba. Le cave di pietra estraggono pietra secca e friabile. I fichi d’India sono l’unico tono di verde, fioco, mai squillante, a ridosso dei muretti a secco, le foglie degli ulivi sono color argento luccicante. Le cicale friniscono incessanti a squarcia-silenzio. Il calore sa incendiare le strade di campagna e le piazze di paese. Non è deserto ancora ma è già sete.
Frammento In tutto il Salento e nelle zone costiere della Murgia le acque sotterranee circolano su acque salate di intrusione marina. Fino a circa trent’anni fa i pozzi erano solo superficiali, tra i tre ed i dieci metri circa, ma negli ultimi trent’anni sono stati fatti degli interventi per raggiungere le falde più profonde, attraverso la perforazione dello strato roccioso, dove coesistono acqua dolce e acqua salata proveniente dal mare. La coesistenza delle acque dolci con le acque salate è regolata da complesse fenomenologie, innescate principalmente dalla perfetta miscibilità dei due fluidi e dai rapporti intercorrenti tra i carichi idraulici dell’acqua salata e dell’acqua dolce. Sia la natura carsica dei territori, sia scorretti e costanti interventi antropici tra i quali la realizzazione di innumerevoli pozzi artesiani abusivi e sovrautilizzati in tutta la Puglia, hanno gravemente compromesso l’equilibrio e soprattutto la risorsa idrica del sottosuolo. Molte falde superficiali sono ormai vuote. →Relazione di Giorgio Doveri, dottore in Chimica farmaceutica, frutto di una articolata ricerca del cosiddetto Comitato scientifico multidisciplinare indipendente, composto da circa venti esperti tra cui Marco Nuti, professore emerito di Batteriologia presso l’Istituto Sant’Anna di Pisa. Maggio.2019
Ricordo Nel film del 1994 Sotto gli ulivi di Abbas Kiarostami si racconta secondo un enigmatico incastro di cinema nel cinema sul cinema, il tentativo di filmare in un villaggio del Gilan, regione al nord dell’Iran devastata dal terremoto del giugno 1990, una storia d’amore tra due ragazzi del luogo. I due attori sono nella vita reale amanti in crisi. Che non riescono a comunicare. Né ad essere loro stessi. Neppure a recitare. Tra le maglie della censura degli ayatollah, Kiarostami disegna una profondissima riflessione sulla relazione e sul confine incerto tra la finzione, il realismo e la verità.
Frammento La convinzione di Pietro Perrino, genetista e componente della task force voluta dal governatore della Puglia Emiliano, che ha scritto un lungo documento pubblicato su →Xylella Report è che la xylella non è la causa della malattia degli olivi in Puglia, al più è l’effetto di cause su cui nessuno ha deciso di prendere provvedimenti. “La malattia si chiama Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo (CoDiRO) ed è causata da criticità ambientali, che hanno determinato la sterilità del suolo” spiega il genetista. “Queste criticità durano da decenni e sono più forti proprio nelle aree focolaio del Salento, dove da anni la desertificazione è più evidente che in altre province della Puglia. C’è una stretta relazione tra inquinamento, desertificazione e CoDiRO”. Una situazione conosciuta ma colpevolmente ignorata, spiega l’esperto: “Purtroppo, i responsabili delle istituzioni non vogliono vedere questa relazione e quindi non favoriscono modelli agricoli a basso impatto ambientale. Anzi, la cecità del nostro ministero dell’Agricoltura ha prodotto il Decreto Martina, che addirittura obbliga gli agricoltori all’uso massiccio di pesticidi”. Cosa avrebbero dovuto fare di fronte a questa crisi? Perrino ha le idee chiare: “La soluzione del problema non è l’abbattimento degli alberi malati e non malati per contenere la diffusione della Xylella, ma il ripristino di buone pratiche agronomiche e agrotecniche di disinquinamento, già pronte sul mercato”. L’esperto riassume efficacemente quella che a suo giudizio è una decisione assurda: “Alcuni batteriologi ed entomologi, ritenendo che la causa del CoDiRO è principalmente la Xylella, un batterio da quarantena, e che il suo vettore o diffusore è la sputacchina, un insetto ubiquitario, hanno da subito suggerito che l’unico modo per bloccare la malattia è di contenere lo sviluppo dell’insetto con insetticidi, di distruggere le erbe spontanee con erbicidi o arature e di abbattere gli alberi d’olivo attaccati dal batterio, inclusi anche gli alberi che si trovano nel raggio di 100 metri intorno all’albero infetto. I cosiddetti esperti, in pratica, suggeriscono di distruggere l’ecosistema e la sua biodiversità per non dare da mangiare ai parassiti. Ha un senso tutto ciò? Oltre alla stupidità umana, si osserva una vera e propria lacuna nella comprensione dell’importanza della biodiversità nella resilienza degli ecosistemi”. →Riccardo Quintili. il Salvagente. 9 giugno 2018
Ricordo Sul diario da adolescente avevo trascritto questa poesia di Federico Garcia Lorca.
Federico Garcia Lorca è morto fucilato a Víznar, all’alba del 19 agosto 1936, per mano di ignoti riconducibili ai militanti Franchisti della Confederación Española de Derechas Autónomas, colpevole di essere di sinistra e per giunta omosessuale. Il suo corpo giace in una tomba senza nome, insieme ad altri corpi, a Fuentegrande de Alfacar, vicino a Granada, all’ombra di un ulivo.
Frammento Nel dicembre del 2013 si tenne a Bari un convegno sulla Medicina Vegetale, a cui presero parte diversi professori tra i quali Nigro, Martelli, Guario e altri ricercatori oltre che a Paolo De Castro, europarlamentare europeo. Nel Forum la Xylella viene associata al disseccamento rapido degli ulivi. Tra gli sponsor troviamo la Monsanto, che pubblicizza un progetto di nome “GiPP” per la buona pratica di diserbo degli olivi in Puglia con il Roundop. →Maurizio Buongiovanni Altraeconomia 13 gennaio 2016
Ricordo Le fave secche cotte a lungo, ridotte in purea, quell’odore che diffondeva in tutte le stanze, i pavimenti in graniglia di casa di nonna e poi il pane raffermo, le cicorie di campo stufate, l’olio versato sopra, in abbondanza, un liquido denso verde scuro, luminoso che affogava purea e pane, un profumo intenso, penetrante e già amaro (se mai amaro lo si può dire di un profumo) che ricordava l’odore dei prati con le corse sfrenate, l’alloro secco nel vasetto di pangrattato, la bustina delle figurine dei calciatori Panini appena aperta, le cassette di pomodori prima di farne conserva. Il profumo soprattutto del mio diniego. Delle braccia conserte sul tavolo. Del no. “Non lo mangio!” stentoreo: senza ritorno. “Stai senza mangiare?”. E adesso lo mangerei ogni giorno.
Frammento Una differenza storica che è stata accentuata da →una legge regionale per la tutela e valorizzazione del paesaggio (LR n.14/2007) che ha riversato, di fatto, i costi di cura e mantenimento in vita degli olivi secolari direttamente sugli agricoltori, obbligandoli a tecniche di gestione e di raccolta costose e penalizzanti con il risultato di un abbandono progressivo di quelle terre. “In quel territorio non trattano nemmeno la mosca degli olivi. Figurati i funghi o la sputacchina. Se andate in primavera vedete “sputazza” dappertutto, anche sui balconi” ci raccontano, “si limitano a spruzzare diserbante per eliminare le erbacce sotto agli olivi prima del posizionamento delle reti per la raccolta”. È in questo contesto che si inserisce la storia del CoDiRO, il Complesso del Disseccamento Rapido degli Olivi, una malattia che colpisce le piante e le porta velocemente alla morte. Non se ne conoscono le cause precise. C’è chi dà la colpa ai funghi, chi accusa i diserbanti a base di glifosato, chi parla di malattie che son lì fin dalla notte dei tempi e che possono essere curate con metodi “naturali”: Sono tutte ipotesi plausibili (alcune più plausibili di altre) e che devono essere studiate, ma quel che è certo è che un batterio pericoloso, la Xylella fastidiosa, c’è e si sta diffondendo verso nord, là dove con l’olio ci si vive.
Aggiungeteci che l’infezione è mediata da un vettore, un insetto come la sputacchina salentina, che ha un’efficienza di trasmissione tutta ancora da capire. Insomma, ci vogliono anni, e non è detto che alla fine si arrivi a trovare una risposta certa, quella smoking-gun in grado di spegnere i dubbi degli inquirenti che, sulla mancanza del test di patogenicità, hanno costruito una parte del provvedimento di sequestro degli alberi destinati ad abbattimento. La tesi dell’accusa è che se non è dimostrato senza ombra di dubbio che Xylella sia la causa del CoDiRO, allora l’abbattimento degli alberi è da fermare. Una sorta di principio di precauzione al contrario, per intenderci. L’Europa, invece, la vede diversamente, e impone a tutti i paesi membri di attuare misure di eradicazione del batterio (dove ancora possibile) o di contenimento (dove ormai il batterio si sia insediato, come in Salento) indipendentemente dalle manifestazioni della malattia. Per l’Europa è il batterio a dover essere fermato, non la malattia.
→Beatrice Mautino e Marco Cattaneo. Le Scienze. Troppe domande senza risposte. Gennaio 2016
Ricordo L’ipnosi che procura Olivia Merilahti (The Dø) quando canta all’Olympia di Paris “Miracles” ripetendo: Do you really wanna go back in time? Do you really wanna go back in time? Do you really wanna really wanna go? Do you really wanna go back in time? Do you really wanna go back in time? Do you really wanna go back in time? Do you really wanna go back? Do you really wanna go back in time? Do you really wanna go back in time?
Frammento Quanto male fa il glifosato? Abbiamo già detto che uccide le erbe. Ma uccide anche la microflora, le micorrize e la microfauna del suolo. E che cosa significa che uccide questi microrganismi del suolo? Significa che rende il suolo sterile, cioè lo rende un semplice supporto fisico e non vitale per le piante che invece hanno bisogno di un supporto fertile e ricco di microflora, micorrize e microfauna, che, vivendo in simbiosi con le piante coltivate (quindi anche l’olivo) le aiutano a nutrirsi meglio e ad evitare la vulnerabilità alle avversità biotiche e abiotiche. Quali altri danni fa il glifosato? Ossida i microelementi, come Ca, Co, Cu, Fe, Mn, Mg, Ni e Zn, importantissimi per il metabolismo e quindi la vita delle piante. I microelementi presenti nel suolo, nella forma ossidata, sono indisponibili per le radici delle piante e quindi anche per la pianta d’olivo. Se la pianta non può assorbire questi microelementi, perché sono presenti nella forma ossidata, c’è il fatto che essa non può nutrirsi bene e quindi s’indebolisce, non riesce a produrre “fitoalessine”, per es., ed altre molecole che in condizioni normali gli permetterebbero di attivare i meccanismi di difesa contro il batterio, impedendo a questo di moltiplicarsi e diffondersi nell’ambiente, evitando di causare la tanto pubblicizzata “epidemia di Xylella”. Le piante d’olivo indebolite non sono più in grado di reggere la simbiosi e quindi anche i simbionti del suolo muoiono. Una morte che la maggior parte dei patologi che si sono interessati alla patologia non vede o non considera, tanto è vero che continua a suggerire ai funzionari della Regione Puglia e al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo (MIPAAF) l’aumento dell’uso di pesticidi (vedi ultimo decreto dell’ex Ministro Martina) per controllare Philaenus spumarius (sputacchina media), il principale insetto vettore della Xylella. L’eccessiva specializzazione dei patologi aumenta l’attenzione sui patogeni e fa perdere di vista l’ecosistema e le vere cause della malattia. →Atti del convegno ISDE Lecce: “Xylella, pesticidi. Rischi sanitari”. Lecce, 9 luglio 2018
Frammento Nel 2015, mentre il commissario per l’emergenza Silletti dichiarava un milione di ulivi infetti (trasmettendo tale cifra, a quanto si apprende dalla stampa, alla Prefettura), il ministero pubblicava i dati dei monitoraggi: su 26.755 campionamenti solo 612 casi positivi alla presenza del batterio. Nel 2018, mentre alcune associazioni di categoria dichiaravano 10 milioni di piante infette, a Melendugno, in piena zona infetta (dove i monitoraggi risultano sospesi), la società Tap chiedeva alla Regione Puglia l’autorizzazione a spostare 450 piante. L’autorizzazione fu negata a causa di tre piante perché positive al batterio, ovvero lo 0,7%. Del resto, nello stesso periodo, la Regione Puglia, rendendo noti i monitoraggi delle fasce di contenimento (in zona infetta) e cuscinetto (in zona indenne), dichiarava «Nessun boom di piante infette», con percentuali che si attestano intorno all’1,8%. Quindi, perché creare l’equivalenza “disseccamento uguale Xylella” e continuare a riproporla contrariamente alla stessa evidenza? Assunto, dunque, che il disseccamento non è sempre attribuibile alla presenza del batterio e che questo, del resto, fosse già noto nella delibera n.2023 del 2013 che lo attribuiva a un insieme di concause patogene (funghi, rodilegno giallo, Xf) e agronomiche (mancanza di potatura, eliminazione delle erbe infestanti), perché la stessa delibera si concentra sulla lotta al batterio Xf attraverso le misure su citate, successivamente fatte proprie dai decreti ministeriali e dalle decisioni dell’Unione europea? Perché il ruolo degli altri patogeni, come dei fattori agronomici e ambientali, è trascurato? →Margherita Ciervo Left 1 settembre 2019
Ricordo Al ristorante Le Giare di Bari, giusto qualche anno fa, il maître-proprietario toscano accoglieva il cliente avvicinandosi al tavolo con un guéridon che sopra presentava diversi tubetti di olio per il motore. Su ognuno campeggiava il prezzo di vendita al litro, superiore in ogni caso ai meravigliosi oli extra vergine d’oliva da lui selezionati che poi immediatamente iniziava a versare su fette di pane, dentro ciotole e bicchierini, per una entusiasmante degustazione.
Frammento “Almeno nove diverse pubblicazioni scientifiche, fatte da gruppi di ricerca diversi in tutto il mondo, su riviste scientifiche peer-reviewed” affermano che la Xylella fastidiosa è stata trovata su ulivi che manifestavano sintomi di disseccamento. E alle stesse conclusioni giungono l’Accademia dei Lincei (“l’agente causale della malattia è Xylella fastidiosa, una conclusione che abbiamo accettato come non più discutibile”) e l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (“la Xylella fastidiosa è responsabile della malattia che sta distruggendo gli olivi nell’Italia meridionale”). →Luciano Capone. La Xilella dei pm Il Foglio 20 maggio 2019
Frammento Chi non rispetterà l’articolo 7 della legge pugliese 4 del 2017, che impone la distruzione sul posto delle piante colpite da xylella o la rimozione e il loro trasporto in un luogo vicino designato, all’interno dell’area infetta, non potrà avere accesso a qualsiasi beneficio concesso dalla Regione, “in via diretta o indiretta”, e non potrà partecipare a gare di appalto e a bandi per l’erogazione di fondi comunitari, nazionali e regionali promossi dalla Regione Puglia. È quanto prevede un emendamento presentato dal governo Emiliano, e approvato dal Consiglio regionale, che va a modificare parzialmente la legge di gestione della batteriosi da xylella fastidiosa. →La Repubblica Bari 30 marzo 2021 – Fine –
Pierluigi Gorgoni
Riferimenti – Xylella. Quando la cura è peggiore del male – Xilella, Efsa: “Nessuna cura, tutta Europa è a rischio – Il disseccamento degli olivi e il caso Xylella – Pietro Perrino: “Sulla Xylella stiamo sbagliando tutto” – La scienza di Xylella. Troppe domande senza risposta – Atti del convegno ISDE Lecce: “Xylella, pesticidi. Rischi sanitari”. Lecce, 9 luglio 2018 – Saponari, M. Boscia, D. Altamura, G. et al. Isolamento e patogenicità della Xylella fastidiosa associata alla sindrome del declino rapido dell’olivo nell’Italia meridionale. – E se il killer degli ulivi non fosse la Xylella?
Per quasi 10 anni tra gli autori della guida I Vini d'Italia de L'Espresso, docente di materie vinose ad ALMA - La Scuola Internazionale di Cucina Italiana fin dalla sua fondazione, membro del Comitato editoriale e Responsabile delle degustazioni di SpiritodiVino già dal suo primo numero in edicola. Gli piace viaggiare, assaggiare, curiosare, incontrare e soprattutto gli piace raccontare tutto.
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Torinese, sognatore, osservatore, escursionista, scrittore. Laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Università di Torino e Mast (...)
Vignettista fin dalle scuole superiori, alla sua prima vignetta sul giornaletto scolastico fu richiamato dalla preside del Liceo Classico per av (...)
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Giornalista free-lance, milanese, scrive di vino, grande distribuzione e ortofrutta, non in quest'ordine. Dirige il sito e la rivista dell'Assoc (...)
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Consulente vinicola, specializzata in marketing wine, il mio scrigno sulla mia scrivania, ogni tanto lo apro. Le finestre aperte, l'aria riempie (...)
È nato a Novara, sin da giovanissimo è stato preso da mille passioni, ma la cucina è quella che lo ha man mano coinvolto maggiormente, fino a qu (...)
Nato il 22 febbraio 1952 a Pavia, dove risiede. Si è laureato nel 1984 in Filosofia presso l'Università Statale di Milano. Dal 1996 al 2014 è s (...)
Giornalista cresciuto con Montanelli al giornale, si occupa da sempre di agricoltura, agroalimentare enogastronomia e viaggi. Ha lavorato tra gl (...)
Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore (...)
Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Esordi giornalistici nel lontano 1984 nel mondo sportivo sul giornale locale Corriere di Chieri. La passione per l’enogastronomia prende forma a (...)
Maestro Assaggiatore e Docente O.N.A.V., Delegato per la provincia di Lecco; svolge numerose attività come Docente presso Slow Food, Scuola de L (...)
Appassionata di birra artigianale, con un debole da anni per Franconia e West Coast USA coltiva quotidianamente la sua passione tra pub, amici p (...)
Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, (...)
Napoletano, classe 1970, tutt'oggi residente a Napoli. Laureato in economia, da sempre collabora nell'azienda tessile di famiglia. Dal 2000 comi (...)
Ha conseguito il diploma di Sommelier AIS nel 2001. È Degustatore per la regione Lombardia e giudice per le guide Vitae e Viniplus. Ha partecipa (...)
Ha iniziato la sua attività in campo enogastronomico nel 1987. Ha collaborato con le più importanti guide e riviste del settore italiane ed este (...)
Nato nel 1974 a Roma in una annata che si ricorderà pessima per la produzione del vino mondiale. Sarà proprio per ribaltare questo infame inizio (...)
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