Il Petite Syrah
Tra i vini più rappresentativi del panorama vitivinicolo a stelle e strisce, il Petite Syrah occupa sicuramente un posto da podio, forse non il più pregiato ma è ottenuto da una delle uve che più rappresenta a mia opinione il gusto e la produzione vinicola americana. Il petite sirah, ovvero il Durif, è un incrocio fra peloursin e syrah, prende il nome dal botanico che per primo scopri questa varietà, François Durif. Questo vitigno è quasi scomparso in Francia, ma ha trovato terreno fertile in California, ed in minor quantità anche in Australia.
L’Università di California Davis ha un ruolo importante nella scoperta e nel successo di questa uva, infatti attraverso un attento esame del DNA, si viene a scoprire l’incrocio del vitigno Peloursin, originario dell’Isere in Francia, con il syrah che fece da polline. Il Petite sirah è un vitigno robusto dalla bacca piccola, in grado di produrre vini di eccezionale densità e dal forte sapore di prugna, susine, spezie, note di cioccolato e con un ottimo livello di tannini.
In California le maggiori aree di produzione per questo vino, sono quelle del Mendocino, Lodi e Monterey, dove trova un clima ideale per crescere rigoglioso.
Tra i maggiori produttori, più presenti in enoteca, si devono menzionare Boogle, Rosemblum, Foppiano, Concaccon, ma è giusto dare spazio anche alle produzioni minori, ma non meno importanti, di David Bruce, Chiarello e altre piccole case vinicole. Il Petite Syrah è un vino in grado di evolvere molto bene, ed i maggiori esperti consigliano d’invecchiarlo per almeno dieci anni, prima di gustarlo, ciò è dovuto all’alto contenuto di tannini, che sono comunque molto rotondi e resi soffici al palato dalla estrema densità di questo nettare.
Antonio Cabibi