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Il Buttafuoco Storico, visita ai cru storici di un vino tipico dell’Oltrepò Pavese

La zona del Buttafuoco Storico
La zona del Buttafuoco Storico

È una domenica d’inizio settembre e raggiungo le colline dove si produce uno dei vini più tipici dell’Oltrepo Pavese: Il Buttafuoco.
Il Buttafuoco è un vino rosso DOC la cui produzione è consentita solo nella Provincia di Pavia.
Si ottiene dall’uvaggio (vinificazione congiunta) dei vitigni Croatina, Barbera, Uva Rara e Vespolina o Ughetta di Canneto, coltivati su versanti ben esposti e spesso molto ripidi, in una ristretta area collinare dell’Oltrepo Pavese che comprende sette comuni: Canneto Pavese, Castana, Montescano, Cigognola, Pietra de’ Giorgi, Broni e Stradella.
Viene prodotto nelle versioni:
-fermo, che può avere anche lunghi invecchiamenti
-frizzante (ma questa tipologia potrebbe venire esclusa dal prossimo disciplinare).
Il 7 febbraio del 1996 nasce il club del Buttafuoco Storico, dall’unione di undici giovani viticoltori: Bruno Barbieri, Davide Brambilla, Giuseppe Calvi, Valter Calvi, Claudio Colombi, Ambrogio Fiamberti, Stefano Magrotti, Franco Pellegrini, Andrea Picchioni, Umberto Quaquarini, Paolo Verdi.
Oggi i produttori di Buttafuoco Storico sono quattordici e l’intento è quello di collaborare nella ricerca delle caratteristiche storiche, nella selezione delle vigne più vocate, nella produzione controllata, nella promozione del vino Buttafuoco.

La zona “storica” del Buttafuoco è formata da tre grandi aree suddivise in base alla conformazione dei terreni: le Ghiaie, le Arenarie e le Argille.
Il percorso che ho in mente si snoda all’interno di ognuna di queste aree in modo da apprezzare le diverse tipologie di uve e vini.

E le tre vigne sono: Vigna Catelotta, Vigna Costera e Vigna Sacca del Prete.
Fanno tutte parte di un medesimo territorio, un promontorio che rappresenta la punta più avanzata a nord della catena dell’Appennino, che si protende come una penisola nella Pianura Padana, fino a lambire il Po.
Alla base del crinale c’è la stretta di Stradella che storicamente è stato un punto di passaggio obbligato, forse uno dei più importanti di tutta Europa, per le popolazioni che dovevano spostarsi da Nord a Sud e da Est a Ovest e viceversa.
Si passava dalla Stretta di Stradella, perché la Pianura Padana era una palude e le montagne appenniniche, ostili, a causa delle fiere che le popolavano (orsi, lupi ecc.).
Un territorio attraversato da una moltitudine di pellegrini che camminavano sulle grandi vie della fede come la Francigena e il cammino di San Colombano ma anche la Postumia, una via consolare romana fatta costruire nel 148 a.C. , dal console romano Postumio Albino, che congiungeva per via di terra i due principali porti romani del nord Italia: Aquileia, sede di un grosso porto fluviale accessibile dal Mare Adriatico e Genova.
L’altra via d’intenso traffico era quella Nord/Sud, la via dei Longobardi, che da Bobbio andava a Pontremoli e poi in Centro Italia e passava esattamente sul crinale di Stradella, ove adesso ci sono le vigne che sto “camminando”.

Alle dieci del mattino sono già in mezzo alle viti della Vigna Catelotta, a Castana, in località La Costa.
Assaggio l’uva matura e già pronta per la vendemmia, nella zona delle Argille, che va da Santa Maria della Versa fino al Montarzolo.
Poi vado nella cantina della Tenuta La Costa, nella Frazione Costa di Castana, di proprietà della famiglia Calvi, posta sulla vetta di un promontorio collinare, dal quale si domina l’intera Pianura Padana.
I Calvi sono agricoltori da generazioni.
La Tenuta La Costa è stata fondata da Guido Calvi, papà dell’attuale conduttore, nel 1946, quando, al ritorno dalla sua prigionia in Germania, ha iniziato a vendere il vino che produceva.

La famiglia Calvi
La famiglia Calvi

Dai vigneti di proprietà, poco più di 13 ettari, che circondando l’Azienda, si ricavano circa 80.000 bottiglie all’anno.
L’Azienda ora è condotta da Giuseppe, figlio di Guido, formatosi alla scuola enologica di Alba ma, all’attività famigliare, partecipano anche la moglie Anna e i due figli Cristian e Graziano, anche loro diplomati alla scuola enologica di Alba e successivamente laureatisi in viticoltura ed enologia, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.
Assaggio il Buttafuoco Storico DOC Vigna Catelotta, nelle annate 2008, 2009, 2010 e 2011.
Uvaggio di Croatina al 60 %, Barbera al 25 %, Uva Rara al 10 % e Vespolina al 5 %, provenienti dal vigneto impiantato nel 1980.
Di questo toponimo se ne producono circa 2.000 bottiglie l’anno, tutte con una gradazione alcolica che si attesta intorno ai 15°.
Un po’ prima di mezzogiorno mi sposto nella Vigna Costera, a Canneto Pavese e l’uva che assaggio risente della tipicità del terreno in cui le viti affondano le radici.
Siamo nella zona delle Arenarie che si estende da Montescano a Canneto Pavese.
Anche qui le uve sono già mature e i grappoli si allungano gravidi fin quasi a sfiorare la terra.

 

La famiglia Maggi
La famiglia Maggi

Alle 12,00 raggiungo la cantina dell’Azienda Maggi Francesco, in via Costiolo 87, a Canneto Pavese.
L’Azienda di Maggi Francesco nasce intorno agli anni ’40 nel Comune di Montescano, con 3 ettari di vigneti e, solo negli anni ’70, si trasferisce a Canneto Pavese, senza mai cambiare le usanze, nel fare il vino, tipiche dell’attività di famiglia.
Oggi l’Azienda si estende su 25 ettari vitati, divisi in 4 comuni: Canneto Pavese, Montescano, Castana e Montù Beccaria.
Degusto (anzi bevo) il Buttafuoco Storico Vigna Costera 2005 e il Buttafuoco Storico Vigna Abbondanza 2001.

Giulio Fiamberti
Giulio Fiamberti

Nel pomeriggio, raggiungo la Vigna Sacca del Prete, di proprietà dell’Azienda Agricola Fiamberti Giulio, via Roma 31, Canneto Pavese.
Siamo sul confine di demarcazione tra le Arenarie e le Ghiaie che da Canneto Pavese si estende fino a Broni e Stradella.

La Famiglia Fiamberti è una delle Aziende Vitivinicole più antiche dell’Oltrepo Pavese e dell’intera Lombardia.
Nel 2014 ha festeggiato i 200 anni dalla sua fondazione.
La storia della famiglia Fiamberti s’intreccia, fin dagli albori, con quella di Canneto Pavese e della produzione del vino in Oltrepo Pavese.
Questa lunga esperienza ha portato ad interpretare nel migliore dei modi il connubio terroir-vitigno, facendo di fatto nascere dei veri e propri cru, come la Sacca del Prete.
Da questa vigna nasce il prestigioso Buttafuoco Storico Vigna Sacca del Prete, ottenuto da un uvaggio composto da: 65% Croatina, 25% Barbera, 5% Uva Rara, 5% Ughetta di Canneto che, dopo la vinificazione, viene affinato in piccole botti di rovere.
Giulio Fiamberti, titolare della cantina, mi fa assaggiare l’annata 2009.
Strepitosa e sorprendente per la sua facilità ad aprirsi con nonchalance dalla longevità dei suoi quasi 10 anni e sprigionare tutta la sua carica di confetture e fiori secchi.

Valerio Bergamini

Tenuta La Costa
Fraz. Costa, 68 Castana (PV)

Azienda Agricola Maggi Francesco
Via Costiolo, 87 Canneto Pavese (PV)

Azienda Agricola Fiamberti Giulio
Via Roma, 31 Canneto Pavese (PV)

Valerio Bergamini

Nato il 22 febbraio 1952 a Pavia, dove risiede. Si è laureato nel 1984 in Filosofia presso l'Università Statale di Milano. Dal 1996 al 2014 è stato titolare della concessionaria Piaggio a Pavia. Ha svolto stage all'estero per la conoscenza diretta dei mercati nelle aree emergenti (Tunisia dal 1988 al 1995 e Uzbekistan nel 1995) e ha messo a disposizione la sua esperienza come consulente per un pool di concessionari moto. Parallelamente alla passione per le due ruote è cresciuta quella per la poesia dialettale, per la buona cucina e il buon vino. Ha vinto numerosi premi letterari e concorsi di poesia. Dopo aver conseguito il titolo di Wine master (1990), presso l'Istituto di Cultura del Vino di Milano, ha sempre più approfondito la sua conoscenza enologica seguendo i corsi e le degustazioni organizzate dall'AIS di Milano. È membro del direttivo dell'Associazione Enocuriosi di Pavia che conta più di 300 soci appassionati di vino. Ha al suo attivo numerosi racconti pubblicati in edizioni private. Nel 2013 ha pubblicato il libro Origine del desiderio (di cucinare), nel 2015 il libro "Lino Maga, anzi Maga Lino, il Signor Barbacarlo" e nel 2016 "7 Soste sulla strada della passione".

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