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I vini della Tenuta Villanova fra le bellezze della Laguna di Marano

Casoni nella Laguna di Marano

Fare vino è una cosa tremendamente seria. Tanto amore e passione ma anche sacrifici e sudore, sempre in balia di una natura che, seppur nella sua immensa generosità, alle volte fa penare il produttore con annate problematiche che lo mettono a dura prova.
Ma una volta in bottiglia, il frutto del lavoro di un anno si trasforma in un nettare che diventa sinonimo di piacere sensoriale, gioia, allegria, capace di unire le persone in momenti di spontanea convivialità.

Casoni nella Laguna di Marano

Ed è questo il riuscitissimo obiettivo che si è prefissato lo staff della Tenuta di Villanova di Farra d’Isonzo, quando ha deciso di organizzare una giornata da passare assieme ai ristoratori, addetti del settore, amici, a bordo di un battello, alla scoperta delle bellezze della Laguna di Marano e dei piaceri dei vini di propria produzione, abbinati ai piatti di pesce preparati dallo chef Claudio e dai collaboratori della “Trattoria Barcaneta“.

Casoni nella Laguna di Marano

Una volta riempita la cambusa del battello “Santa Maria” con abbondanti scorte di viveri e casse di vino, gli allegri invitati hanno potuto iniziare la navigazione alla scoperta della Laguna di Marano, area di paradisiaca bellezza, racchiusa tra l’ultima punta litoranea di Lignano Sabbiadoro e la Laguna di Grado.
Una zona dall’immenso valore naturalistico, con una fauna e una flora protette dal mare aperto da una serie d’isole e isolette, e una vegetazione palustre, all’interno della quale fanno bella mostra di se gli insediamenti lavorativi utilizzati un tempo dai pescatori: i tipici “casoni“, costruzioni fatte di canna e legno, che rendono ancor più caratteristica questa zona.

I vini della Tenuta Villanova

La proprietà può contare su 103 ettari vitati, 80 nella zona DOC Isonzo e i rimanenti in DOC Collio, dalle quali si producono le uve che diventeranno protagoniste nei vini delle tre linee: quella base denominata Meni e altre due, che comprendono il grosso della produzione che si divide fra la linea Villanova e la linea Ronco Cucco.
Oltre ad essere famosa per la distilleria interna, dalla quale dal lontano 1796 si producono selezioni di grappe e acquaviti, l’azienda possiede anche tre piccole autoclavi da 45 ettolitri, usate per la produzione dei propri spumanti.

Il Pinot3

La giornata a bordo del battello è stata un’ottima occasione per presentare un nuovo prodotto, il Pinot3, spumante con base composta di Pinot Bianco, Pinot Grigio e Pinot Nero, tutti rigorosamente vinificati in bianco, che rifermenta in autoclave e dove matura, sui propri lieviti, per almeno sei mesi prima di essere imbottigliato e continuare poi un breve percorso di affinamento.
Un prodotto giovane e fresco che vuole donare gioia con le sue bollicine e avvicinarsi a un pubblico più giovane. Questo spumante non desidera competere con il Prosecco, attuale leader nella categoria, ma esserne una valida alternativa.

L'interno del Santa Maria

Degustate le bollicine, ottime con il fritto del cartoccio di laguna servito con l’aperitivo, la vista in lontananza di Lignano Sabbiadoro, rappresentava il segnale che per il battello “Santa Maria” era giunto il momento di gettare le ancore e dare inizio al pranzo, una sinfonia di abbinamenti che hanno deliziato le papille gustative degli ospiti a bordo.
Una tagliata di branzino, la catalana di canoce e delle code di gambero al vapore con crema di peperoni, sono stati il sontuoso tris di antipasti che hanno trovato nella Ribolla Gialla Ronco Cucco Collio e nella Malvasia Villanova Isonzo, compagni di abbinamento ideale. Specialmente la freschezza e l’aromaticità della Malvasia ha guadagnato dei commenti molto positivi da parte dei commensali.
Un pepato risotto con i fasolari, bagnato per l’occasione con il Pinot3, e abbinato con il Friulano Ronco Cucco Collio, è stato il protagonista del primo piatto, anticipando un classico della tradizione lagunare maranese: il boreto di ombrina.

Catalana di canoce

Il boreto, nella sua ricetta tipica, era il primario sostentamento di vita delle famiglie che vivevano un tempo nei casoni. Il boreto più classico è quello di pesce misto, come nella ricetta tradizionale dei pescatori che usavano il pesce che restava in fondo alle reti, ma oggi si usano anche altri pesci, o addirittura molluschi.
Il boreto è spesso abbinato a saporita polenta bianca e a un buon vino rosso. Ecco quindi spiegato perchè all’improvviso sia comparso sulle nostre tavole un Merlot Villanova Isonzo, tipologia che normalmente non trova rapporti di fratellanza con il pesce, ma che con questo piatto invece dimostrava un inaspettato (per il sottoscritto) connubio d’amore.

Boreto di ombrina

Giusto il tempo di assaggiare dei deliziosi biscottini fatti in casa, abbinati con il Re dei vini dolci friulani, il Picolit, ed ecco che il battello, che nel frattempo si era rimesso in navigazione, riapproda nel porticciolo di Marano.
Una foto di gruppo e i saluti di rito sanciscono la fine di questa bella giornata.

Foto di gruppo

Sarà una mia mancanza. Sarà provincialismo. Ma come sono lontane certe degustazioni grigie e troppo ingessate dove l’assaggio di un vino deve per forza seguire un copione programmato, invece di lasciarsi andare alla spontaneità e alla gioia che fanno di questo nettare magico un qualcosa che riesce a riscaldare il cuore di tutti.
Avvolto fra le bellezze della natura, assieme a gente appassionata, abbinando i piatti del territorio, ecco un bel modo per entrare in simbiosi con dei vini e conoscere a fondo l’anima di un’azienda che oltre a promuovere il marchio della Tenuta di Villanova vuole essere anche portavoce di un territorio, delle sue bellezze e della sua storia.

Il porticciolo di Marano

Stefano Cergolj

Perito informatico ai tempi in cui Windows doveva essere ancora inventato e arcigno difensore a uomo, stile Claudio Gentile a Spagna 1982, deve abbandonare i suoi sogni di gloria sportiva a causa di Arrigo Sacchi e l’introduzione del gioco a zona a lui poco affine. Per smaltire la delusione si rifugia in un eremo fra i vigneti del Collio ed è lì che gli appare in visione Dionisio che lo indirizza sulla strada segnata da Bacco. Sommelier e degustatore è affascinato soprattutto dalle belle storie che si nascondono dietro ai tanti bravi produttori della sua regione, il Friuli Venezia Giulia, e nel 2009 entra a far parte della squadra di Lavinium. Ama follemente il mondo del vino che reputa un qualcosa di molto serio da vivere però sempre con un pizzico di leggerezza ed ironia. Il suo sogno nel cassetto è quello di degustare tutti i vini del mondo e, visto che il tempo a disposizione è sempre poco, sta pensando di convertirsi al buddismo e garantirsi così la reincarnazione, nella speranza che la sua anima non si trasferisca nel corpo di un astemio.

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