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AnteprimeIl vino nel bicchiere

Derthona 2.0 IV edizione, resoconto dell’anteprima 2024

Costa Vescovato (AL)
Costa Vescovato (AL)

I Colli Tortonesi, 1250 ettari collocati all’interno di 46 comuni posizionati nella porta sud-orientale del Piemonte, rappresentano una terra di confine e crocevia strategico di antichi popoli caratterizzata da un paesaggio molto variegato, ricco di saliscendi impervi e scoscesi, con colline che scendono lungo sei valli – Ossona, Grue, Curone, Scrivia, Borbera, Spinti – dotate di terreni argillosi, compatti, costituiti da marne azzurre (le stesse presenti lungo la dorsale che da Barolo arriva fino alla Toscana). In altre parole, una terra, dotata per l’appunto di una predisposizione geologica e climatica ideale per la coltivazione di frutta e uva.

Vigneti nel Tortonese

Su queste amene ondulazioni, la cultura enogastronomica è, di fatto, fortemente legata al Piemonte, ma è altresì intessuta di stimolanti contaminazioni del Pavese, della Lomellina e dell’Appennino ligure. Il vitigno più allevato è il Barbera su una superficie di circa 600 ettari; a seguire troviamo il Timorasso, con 400 ettari (che nel 1987 erano soltanto 0,5), il Cortese con 100 ettari, il Dolcetto con 50 ettari e la Croatina con 34 ettari. In questo preciso momento storico, il Timorasso gode di una notevole attenzione (per usare un eufemismo), un vitigno antico tra i più affascinanti del panorama vitivinicolo italiano, particolarmente diffuso in questa zona prima del massacro della filossera. Un’uva difficile da allevare, poiché, tra le tante avversità, è soggetto ad aborto floreale. Dopo un lungo periodo di “silenzio”, sia produttivo che mediatico, sta, giustamente vivendo da alcuni anni un vero e proprio rinascimento grazie all’opera di alcuni viticoltori tortonesi (Walter Massa, Andrea Mutti e Paolo Poggio), anche perché dà origine a un piacevolissimo bianco con ottime prospettive il tempo.

Gian Paolo Repetto, presidente del Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi
Gian Paolo Repetto, presidente del Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi

Come ha ricordato Gian Paolo Repetto, presidente del Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi che raggruppa 108 produttori (solo 35 appena 9 anni fa) per un totale di circa 1 milione di bottiglie, “è stata un’edizione ricca di contenuti scientifici di grande approfondimento, che hanno confermato l’originalità di un vitigno in grado donare complessità sensoriale e sviluppo nel tempo. La diversità delle tante interpretazioni di Timorasso presenti sui Colli Tortonesi, dovute alla eterogeneità disegnata dai diversi terreni e alle 6 valli nelle quali trovano spazio i vigneti di questa varietà, insieme ai diversi stili adottati dai produttori, rappresentano una ricchezza della quale siamo orgogliosi e che vogliamo preservare con forza”.

Derthona 2.0

Di seguito, i migliori assaggi durante l’ultima anteprima che ha visto presentare l’annata del Derthona 2022 e il Derthona Riserva 2021, riconoscendo agli oltre cinquanta campioni una media complessiva di ottima qualità. L’annata 2022 è stata considerata dagli addetti ai lavori estrema con temperature elevate, notevole siccità e un freddo esiguo; una primavera che ha visto un maggio piovoso per concludersi con una vendemmi anticipata. L’annata 2021 è stata invece caratterizzata da un’estate asciutta, da notevoli escursioni termiche sulla fine del mese di agosto per poi terminare con una vendemmia intermedia.


DERTHONA 2022


Derthona 2.0, degustatrice

Pomodolce: note di frutta secca, spezia e pietra focaia si uniscono a sentori di pesca e agrumi e fanno da preludio a un finale sapido e minerale.

Cascina Montagnola: profumi di albicocca e pesca, palato fibroso, avvolgente, dinamico.

Cascina Gentile: affascinante per la progressività e dinamicità del sorso al centro di un assaggio che si chiude sapido.

La Vecchia Posta: elegante apertura aromatica, delicatamente ma nitidamente floreale; sapore ampissimo, armonioso, finale lunghissimo e di invitante purezza.

Boveri Luigi Michele: elegante apertura di aromi, nocciola, mela, lime; buona freschezza al palato, incisivo, netto.

La Colombera: eleganza e salinità in primo piano, seguiti da una mineralità quasi gessosa; bellissima lunghezza gustativa che si accompagna a un impatto piacevolmente sapido.

Vignaioli Battegazzore: complesso nell’apertura aromatica di limone, fiori di campo e nocciola; attacca con decisione, ha sapidità e chiude energico.

Valli Unite: colore piuttosto intenso, profumi invitanti di fiori, agrumi, sambuco; gusto minerale e fruttato, spiccata acidità, discreta lunghezza.

Cascina i Carpini: incisivamente floreale e speziato negli accenti dell’olfatto, è innervato da una pregevole corrente acida che gli garantisce un sorso molto convincente dal lungo finale.

Vigneti Massa: fruttato e floreale, alterna piacevoli note agrumate di cedro ad un frutto maturo e di bella definizione. Al palato ha sapidità , freschezza e dinamicità.


DERTHONA RISERVA 2021


Derthona 2.0, la sala degustazione

Alvio Pestarino: apre su note di mandarino e camomilla, segue con un sapore ampio, infiltrante, ritmato.

Boveri Luigi Michele: aromi floreali, buona maturità di frutto, armonico, di media freschezza nella piacevole coda di sapore.

Cascina I Carpini: teso e ritmato, bella spazialità, si allunga molto bene nel finale lungo e speziato.

Pomodolce: fiori bianchi, miele e qualche nuance speziata al naso. Piuttosto solido, affonda lasciando sensazioni al contempo di mela candita e agrumi freschi.

Canevaro Luca: delicato, soffuso, bella dinamica, piacevoli rimandi al mandarancio e chiusura salina.

Vigneti Boveri Giacomo: nitido all’olfatto, rotondo e insieme affilato, fibroso, con un bel finale di limone candito.

La Vecchia Posta: buccia d’agrume, toni salmastri soffusi, spezie orientali; al palato si muove con estrema profondità e volume, con una persistenza assolutamente non ordinaria.

La Colombera: sentori vivamente agrumati (scorza di mandarino) e miele d’acacia; toni molto freschi e altrettanto saporiti al palato, sviluppo davvero incalzante e profondo.

Vignaioli Battegazzore: apre su note di mandarino e camomilla, segue con un sapore ampio, infiltrante e ritmato.

Mandirola Enrico: toni di nocciola e pera matura, ampio ed espansivo con un finale lineare.

Cascina Gentile: bell’amalgama floreale e fruttato, sapido e fresco, acidità significativa, chiusura persistente.

Da segnalare anche i vini convincenti di Claudio Mariotto, Oltretorrente, Nebraie, non presenti in degustazione al mattino, ma nel pomeriggio ai banchi d’assaggio al museo Orsi di Tortona il 6 e 7 Aprile scorsi.

Lele Gobbi

Lele Gobbi

Torinese, sognatore, osservatore, escursionista, scrittore. Laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Università di Torino e Master in “Non profit” presso la SDA Bocconi di Milano. Per otto anni si è impegnato in progetti con l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, occupandosi di raccolta fondi, marketing, comunicazione, relazioni esterne, degustazioni e soprattutto di organizzazione di viaggi educativi in Italia e nel mondo. Scrive per Spirito diVino, James Magazine, La Cucina Italiana, Viaggiare con Gusto, Senza Filtro. È consulente per agenzie di marketing e comunicazione. Ha viaggiato in tutti i continenti alla ricerca dei cibi più vari, dei mercati più pittoreschi e dei popoli più antichi. Ama lo sport (sci e basket), la montagna (le Alpi) e l'arte contemporanea.

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