Gli appassionati di vino sanno bene che, nel giro di pochi anni, sono nate un numero impressionante di riviste dedicate al vino e all’enogastronomia. E sanno altrettanto bene – a loro spese – quanti di questi periodici meriterebbero di essere cestinati per la loro ridondante ripetitività. Parlare di vino, in modo serio e professionale, non è un fatto banale; ancora meno farlo aggiungendo un tocco di originalità e cercando di estrarre dall’ormai esagerato calderone di informazioni più o meno risapute, argomenti nuovi e approfonditi. Ma Vinum, con i suoi 24 anni di esperienza, ha il vanto di essere stata una delle riviste “pilota”, quando il vino non aveva ancora raggiunto la condizione di “status symbol”, di oggetto-culto, in grado di invadere persino i telegiornali nazionali e di guadagnare ampi spazi anche in quotidiani e settimanali ad indirizzo totalmente diverso. Sfogliandone le pagine, si avverte immediatamente la grande professionalità e la volontà di non scadere mai nel dejà-entendu. Non è un caso che l’editore per l’Italia sia Domus, che annovera nel suo portfolio, riviste come Quattroruote, Domus e TuttoTurismo. Certo, l’impostazione deve essere accattivante e deve abbracciare un campo vasto, affinché possano trovare notizie d’interesse sia profani che si avvicinano al vino, sia conoscitori, appassionati ed esperti del settore. Ma la rivista si legge con grande facilità, proponendo articoli che toccano da vicino la realtà europea (ed è proprio questa la novità), attraverso ad esempio una serie di guide sulle nuove annate di vini italiani e francesi: la degustazione en primeur di Bordeaux 2003, suddivisa per zone, che occupa ben 11 pagine del periodico bimestrale; una panoramica degli Amaroni dal 1995 al 2000; i Brunello di Montalcino ’99 e le riserve ’98; le annate 2000 e 1999 di Chianti e Chianti Classico. Particolarmente interessante è la rubrica intitolata “Gruppi di famiglia”, che racconta le vicissitudini e le diverse scelte portate avanti dalle più importanti famiglie del vino, dagli Antinori ai Boscaini, dai Boschis ai Felluga, dai Ricasoli ai Voerzio. Chi ama il vino piemontese potrà apprezzare l’ampio articolo sul Barbaresco, che vede come protagonisti Giovanni e Angelo Gaja, Marina Marcarino (az. Punset), Bruno Giacosa, Giovanni Abrigo (az. Orlando Abrigo), Angelo Rocca (az. Albino Rocca), Rino Varaldo, Ernesto Dellapiana (az. Rizzi) e molti altri. Per tutti coloro che desiderano accostarsi al mondo del vino, Vinum ha preparato un dossier dedicato alla tecnica di degustazione, passando attraverso le tre fasi: visiva, olfattiva e gustativa. Il tutto spiegato in modo dettagliato ma senza fare sfoggio di terminologie incomprensibili. Si parla poi di sette donne, tutte vignaiole, che hanno in comune il desiderio di produrre un grande Nobile di Montepulciano, dal carattere femminile e sensuale. Non poteva mancare, infine, un’intervista dedicata ad uno dei personaggi più discussi del mondo del vino: Angelo Gaja. Collaborano al primo numero della rivista, uscita nel mese di giugno al prezzo di 4 euro, Rolf Bichsel, Hans-Jörg Degen e Christian Eder.
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