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Consorzio Vini del Trentino, un cammino nella sostenibilità

Bilancio di Sostenibilità Trentino

Il tema della sostenibilità è diventato ormai di primaria importanza nel tessuto produttivo mondiale, specialmente in settori come quello agroalimentare e di conseguenza nel settore vitivinicolo, viene così presentato da parte del Consorzio Vini del Trentino, il primo Bilancio di Sostenibilità mai realizzato da un Consorzio di Tutela nel settore vitivinicolo italiano.
“La scelta di redigere questo Bilancio di Sostenibilità nasce” – come spiega Pietro Patton, Presidente del Consorzio di Tutela Vini del Trentino – “per dare conto di tutte le attività che fanno i soci associati, oltre a dare conto delle attività svolte secondo una metodologia codificata”.
Una tappa importante quindi, che ha visto lo scorso 20 giugno, nella suggestiva sala del Museo delle Scienze (MUSE) di Trento, presentare il primo Bilancio di Sostenibilità 2021, un evento di notevole importanza che si configura come una tappa centrale nel percorso di sviluppo sostenibile del Consorzio.

Bilancio di Sostenibilità Trentino

Un risultato frutto di un lavoro di squadra e di un cammino lungo e complesso che ha coinvolto 91 aziende socie, 15 cantine cooperative, più di 6.000 viticoltori, molteplici stakeholder del territorio. Un risultato che parte da lontano e si manifesta come un percorso in grado di rappresentare un unicum a livello nazionale e di coinvolgere tutti i players della filiera vitivinicola trentina. Come sottolineato dalla giornalista e conduttrice dell’evento Linda Pisani:“Il Trentino si conferma laboratorio e avanguardia di innovazione; ora dobbiamo pensare ad una sostenibilità non solo ambientale ma integrata, che comprenda la governance aziendale. Nel mondo dei contadini non si entra senza una chiave di magia, come asseriva lo scrittore e pittore Carlo Levi. La magia dei contadini, con questa occasione, viene tradotta in numeri e fatti”.
Un percorso che in Trentino è connotato da peculiarità ben definite, come ha fatto emergere Graziano Molon (Direttore del Consorzio di Tutela Vini del Trentino) durante la presentazione del Bilancio di Sostenibilità 2021, in tandem con Laura Ricci (Senior Sustainability Manager di Trentino Green): “La nostra produzione è legata alla viticoltura di montagna, il 15% è situata sopra i 500 metri s.l.m, questa è una nostra prerogativa e unicità. Avere un’identità forte, riconosciuta prima di tutto da ogni produttore, significa costruire le basi per una promozione efficace e credibile.” “Il Bilancio di sostenibilità è uno strumento potente, non solo analitico ma anche comunicativo” ha ribadito Ricci, “è un progetto che ha nel cuore la tutela delle denominazioni, 5 DOC e 2 IGT.”
Durante l’incontro diversi gli attori presenti, che in una coinvolgente tavola rotonda, hanno espresso i diversi punti di vista, le possibili criticità e le future prospettive.

Bilancio di Sostenibilità Trentino

Il Consorzio di Tutela Vini del Trentino ha aderito alla certificazione ministeriale SQNPI e verifica il rispetto dei requisiti della produzione integrata da parte di tutti i soci mediante controlli in campo e analisi. Il Consorzio ha portato alla certificazione quasi 6.000 viticoltori, 16 cantine sociali e 25 cantine private.
Bisogna infatti pensare ad una sostenibilità non solo ambientale ma integrata, che sia di Processo e di Prodotto, legata alla dimensione sociale, ambientale ed economica.
Come ha spiegato Luca Rigotti (Coordinatore nazionale per il settore vino dell’Alleanza delle Cooperative): “Non è una corsa a tappe e non si torna indietro, in Trentino è da 20 anni che il settore vitivinicolo lavora in questa direzione. C’è un connubio tra turismo, agricoltura e territorio che va spinto e valorizzato. Credo che all’interno di questo traguardo abbiamo saputo contemperare le esigenze di tutte le realtà. Il fattore cooperativo è stato un vantaggio, perché attraverso un progetto unico si raggiungono più realtà”. Non è mancata la voce di chi appartiene alla categoria dei produttori più piccoli, come Paolo Malfer (Membro CdA Consorzio Vini del Trentino e proprietario di Revì Spumanti) evidenziando che “Quando si parte col piede giusto, piccoli e grandi possono contemperare le esigenze e trovare una soluzione, dialogando in maniera costruttiva. La parola sostenibilità non deve scolorarsi, noi dobbiamo fare ciò che diciamo e dobbiamo perseguirlo in maniera matematica. Il Consorzio è la sede giusta per garantire, tutelare e far convergere sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Abbiamo dimostrato che se si opera in modo giusto, si ottengono grandi risultati”.

Bilancio di Sostenibilità Trentino

Del resto, Valentina Sourin (Responsabile settore vitivinicolo Legacoop Agroalimentare), ha evidenziato l’attenzione delle cooperative vitivinicole nei confronti dell’adozione di standard sostenibili. Attraverso un’indagine interna, è stato messo in evidenza che circa il 62% delle coop è bio, più del 50% aderiscono ad un sistema di certificazione volontaria e si arriva all’80% considerando le coop che aderiranno nei prossimi mesi. Più del 70% del campione ad oggi redige un bilancio di sostenibilità.
Giuseppe Ciotti (MIPAAF, Direzione generale dello Sviluppo rurale), ha invece messo in luce come la certificazione SQNPI, che prevede uno standard e delle modalità di gestione, sia importante, ma non può essere considerata una formula magica. “Questa certificazione si adatta alle imprese preparate, il Trentino rappresenta sicuramente un modello di sviluppo sostenibile che fa da traino al sistema nazionale, ma permangono ulteriori margini di miglioramento. Inoltre, quello che sicuramente è mancato è una comunicazione istituzionale, visto che si tratta di un messaggio da rivolgere ai cittadini. L’esigenza è quella di mettere in evidenzia – ribadisce Ciotti – che questa certificazione è gestita da una istituzione pubblica terza e che riguarda i tre pilastri della sostenibilità: ambientale, sociale ed economica”.
A tal proposito è stato molto puntuale l’intervento del professore Eugenio Pomarici (Università di Padova, Dipartimento TESAF, CIRVE):“Capire cosa pensano i consumatori non è mai semplice, quando ai consumatori viene chiesto quali temi associano alla sostenibilità emergono maggiormente i temi ambientali piuttosto che quelli sociali o economici. Il Trentino è avanti riguardo alle misure legate alla sostenibilità sociale che sono al centro anche della PAC e vengono richieste da diversi trade e monopoli scandinavi”.
Ma come si trasforma la sostenibilità in valore economico? Secondo il professor Pomarici “la sostenibilità sta diventando il biglietto d’ingresso e di permanenza nel mercato. La vera battaglia è sull’ottimizzazione dei costi più che sulla marginalità. L’importante è cambiare la governance aziendale, significa fare un percorso per ottimizzare i processi e minimizzare gli sprechi”.
In chiusura si è ribadito che l’azione svolta dalla regione Trentino non può rimanere un unicum, queste azioni dovrebbero trovare uno standard unico legato non a una singola regione, ma avere almeno 3-4 requisiti uguali in tutte le regioni italiane, tali da raggiungere l’obiettivo di investimento per promuovere il vino sostenibile italiano nel mondo.
Come ha più volte ribadito Pietro Patton: “Questo è solo il punto di partenza. La sostenibilità è un flusso, non c’è un punto di arrivo in questo percorso, si tratta di un percorso dal quale non si può tornare indietro”.

Fosca Tortorelli

Fosca Tortorelli

È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, Ambiente e Storia, la tesi sperimentale dal titolo “Reinterpretare le Cellae Vinariae. Ambiente, Processo, Produzione” e una successiva pubblicazione in collaborazione con la Prof. Muzzillo F. dal titolo “Vitigni del Sud: tra storia e architettura” (Roma Natan Edizioni, 2012). Ha conseguito il Master Sommelier ALMA-AIS (luglio 2016) presso ALMA a Colorno (Parma). Fa parte dei Narratori del Gusto e insieme al Centro Studi Assaggiatori di Brescia partecipa a panel di degustazione di rilievo nel settore enogastronomico. Fa parte anche dell’associazione Donne del Vino, ha scritto sulla rivista l’Assaggio, oltre che su diverse testate registrate e ha preso parte alle degustazioni per la Guida Vitae, per la guida Slow wine 2017 e per la guida Altroconsumo. Dal 2018 è giornalista pubblicista.

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