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AnteprimeIl vino nel bicchiere

Anteprime toscane: San Gimignano e l’alternativa “in bianco”

San Gimignano

Non scordiamoci mai che il vino è uno strumento, non un fine, è il messaggio spirituale per eccellenza della nostra madre terra, che sprigiona dalle sue più intime e profonde radici, tramite la pianta fruttifica, donandoci splendida uva; preso in giuste dosi, ci può dare saggezza, illuminare la mente e ritrovare un senso del sacro che purtroppo il mondo moderno ha perso, visto che fin dall’antichità il vino è sempre stato il tramite tra Dio e l’uomo“.
Queste belle parole, che ho estratto da una interessante intervista di Andrea Cappelli sul numero 10 di Oinos, di cui è direttore responsabile, potevano essere proferite solo da quella straordinaria donna che è Elisabetta Fagiuoli, patron di →Montenidoli, l’indiscussa azienda vinicola di riferimento del territorio di San Gimignano.
Non posso che essere d’accordo, ed è proprio pensando a quelle parole che provo sempre un po’ di orticaria quando comincia l’altalena di giudizi sull’andamento dell’ultima annata.
Ad esempio la 2014 è stata considerata da molti la peggiore del nuovo millennio, persino più della 2002. Da un punto di vista climatico è generalmente vero, ma questo non è sufficiente a consentire una sentenza definitiva e inappellabile, per molte ragioni, non ultima l’esperienza che si acquisisce in campo anno dopo anno, i miglioramenti nel modo di operare in vigna imparando dagli errori precedenti sono fondamentali, inoltre il territorio vitivinicolo della nostra penisola è estremamente variegato, sia a livello di suolo che di altitudine, esposizione, età delle viti e via discorrendo.
Sono tutti elementi che non possono uniformare un giudizio, negativo o positivo che sia, giudizio che il più delle volte può rivelarsi controproducente, perché nell’opinione generale penalizza o favorisce indiscriminatamente una categoria fatta di decine di migliaia di aziende.

Equilibrio e bellezza del paesaggio sangimignanese

Se prendiamo ad esempio l’area della Vernaccia di San Gimignano, dove lunedì 16 febbraio si è svolta l’anteprima nelle sale del Museo di Arte Moderna e Contemporanea De Grada, l’annata 2014, con tutto che una parte dei vini era stata inevitabilmente prelevata dalla vasca, si è dimostrata mediamente interessante, non certo da buttare. A Montalcino, in occasione di Benvenuto Brunello, dove per tradizione assegnano le stelle a ciascuna annata, la 2014 ne ha prese tre, valore sul quale molti di noi hanno espresso seri dubbi, ci è sembrata una mancanza di coraggio, meglio dichiararne due e poi fare, magari, bella figura fra quattro anni, anche se, mi rendo conto, bisogna tener conto dell’effetto che un valore così basso farebbe sicuramente all’orecchio attento della stampa estera…
Insomma queste valutazioni, inevitabilmente generiche, dovrebbero essere riferite solo all’andamento climatico e non alla qualità futura dei vini, anche perché tutte le aziende serie fanno selezione, scelgono le uve sane e mature e scartano quelle che non hanno queste caratteristiche.

La varietà di piante

Assaggi Vernaccia di San Gimignano 2014
Veniamo al punto: sono stati presentati 43 vini del 2014, 9 del 2013, 4 del 2012, 1 del 2009, 6 Riserva 2013, 8 del 2012, 4 del 2011 e 1 del 2010, per un totale di 76 vini.
Per quanto riguarda la 2014 ho avuto numerose conferme e un paio di sorprese, ecco una selezione dei più interessanti:
Tenuta le Calcinaie, profumi di fieno, agrumi, susina, sambuco, in bocca è appena dolce, ha struttura e freschezza, scorre bene nel finale. (@@@@++)
Ca’ del Vispo selezione Vigna in Fiore, ha un naso sottile che chiede tempo per aprirsi, vivo invece al palato, elegante, ricco, grasso, lungo, molto bello. (@@@@++)
Il Lebbio, con la selezione Tropie si esprime molto bene, qualche venatura vegetale ma nel complesso ha misura ed eleganza, succoso e sapido al palato. (@@@@)
Il Colombaio di Santa Chiara con la selezione Selvabianca è uno dei più particolari, con note di agrumi e idrocarburi, complesso ed elegante, bocca coinvolgente e profonda. (@@@@++)
Fontaleoni si offre agrumato, fresco, di buona struttura, giovanissimo e con ottime prospettive evolutive. (@@@@+)
La Lastra si propone con qualche guizzo di erbe aromatiche, frutta gialla, bocca coerente, buona freschezza, materia giusta, vino piacevole da bere. (@@@@)
Casa alle Vacche con la selezione I Macchioni, ha naso fine e convincente, di pesca e albicocca, buono in bocca anche se ancora deve assestarsi. (@@@++)
Poderi Arcangelo rappresenta la sorpresa, primo ingresso all’anteprima, molto convincente nello stile, non cerca complessità ma un’impronta schietta e beverina, quell’immediatezza che ci si aspetta da una Vernaccia fatta per la buona tavola. (@@@@)
San Benedetto convince soprattutto per la bella vena sapida che avvolge il palato, una buona ossatura garantisce un finale persistente e pulito. (@@@++)
Macinatico rivela un vino un po’ tecnico, gradevole di agrumi gialli, bocca precisa ma forse un po’ “fredda”, con finale amarognolo. (@@@+)
Panizzi, la Vernaccia annata è sempre una sicurezza, vino godibile, fresco, sapido, di buon nerbo. (@@@++)
San Quirico questa volta si è rivelato un po’ sotto tono, naso di piccoli frutti appena dolci ma tanta volatile, bocca corrispondente, buona freschezza e frutto agrumato, potrebbe migliorare. (@@@+)
Teruzzi & Puthod rappresenta un’altra sicurezza, pulito e un po’ tecnico, ma ha buona struttura, ben fatto e sapido nel finale. (@@@++)
Cappella Sant’Andrea con la selezione Rialto mostra la sua condizione di transito nel colore ancora torbido e nel bouquet ancora inespresso, mentre in bocca si riprende bene, ha una buona materia e un bel frutto che promettono sicuro miglioramento. (@@@+)
Cesani propone una Vernaccia un po’ semplice, agrumata, con buona acidità e una struttura esile ma pulita e scorrevole. (@@@+)
Poggio Alloro con la selezione Il Nicchiaio ha naso di pesca, albicocca e uva spina, bocca che sembra rimarcare l’impronta olfattiva con chiusura balsamica e leggermente agrumata. (@@@@)

Un vigneto

Gli altri assaggi
2013
Panizzi Vigna Santa Margherita: concepito per dare il meglio negli anni, non nasconde al momento la presenza del legno, ma rivela una trama floreale e fruttata di livello, mentre al palato ha una fisionomia coerente, buona struttura e complessità, futuro lungo.
(@@@@)
Macinatico: fruttato e ammandorlato, ben delineato, sapido in bocca e di ampio respiro. (@@@++)
Podere Canneta: la selezione La Luna e le Torri ha naso più composito, espressivo, si sentono effluvi vegetali di sambuco e salvia, buona materia anche in bocca, l’acidità c’è e la persistenza pure. (@@@++)
Palagetto: la selezione Santa Chiara offre note di camomilla, timo, pesca e agrumi, bocca con richiami mentolati, buona materia e progressione. (@@@+)

2012
Montenidoli Fiore: troneggia su tutti (il Tradizionale aveva problemi di tappo e non c’era una seconda bottiglia), erbe aromatiche, bello in bocca, ampio, fresco, ricco, profondo, grande eleganza. (@@@@@)
San Donato Angelica: la barrique connota al momento il ventaglio odoroso e aromatico, la materia c’è ed è qualitativamente significativa, ma ci vorrà qualche anno per poterlo apprezzare seriamente. (@@@)

2009
Montenidoli Carato: unico campione, giustificato dal fatto che è un vino maturato in legno che esce, giustamente, quando ritenuto pronto; dorato chiaro e luminoso, naso complesso, balsamico, grande ampiezza, in bocca è vivo, profondo, di carattere, solo nel finale si appesantisce un po’. (@@@@++)
Riserva 2013
La Lastra: vegetale di foglia di limone, profumato, buona corrispondenza in bocca, gradevole, efficace nella persistenza. (@@@++)
Il Palagione Ori: probabile effetto del momento di maturazione, al naso richiama note di formaggio Filadelfia e vaniglia, all’assaggio si percepisce l’alcol un po’ fuori registro, c’è carattere ma ha bisogno di tempo per assestarsi. (@@@)

Riserva 2012
Fontaleoni: note di susina e mandorla, bocca lineare, fresca, piacevole, work in progress. (@@@@)
Lucii Libanio Mareterra: note di canditi e legno dolce, bocca in via di assestamento, buona materia che promette molto. (@@@@)
Cesani Sanice: legno, spezie, affumicato, in bocca ha complessità ma ha bisogno di tempo per liberarsi del fardello legnoso, c’è sale nel finale. (@@@@)
Tenuta Le Calcinaie Vigna ai Sassi: bel naso, ricco, bocca avvolgente, profonda, finale lungo e sapido, uno dei migliori in assoluto. (@@@@@)

Riserva 2011
Panizzi: il colore oro-verde chiaro spiega già molte cose, c’è il boisé ma anche eleganza, bocca molto precisa, profonda, lunga, futuro luminoso. (@@@@@)
Teruzzi & Puthod: stile ossidativo, balsamico, in bocca ha buona stoffa, progressivo, fresco, lungo. (@@@@)

Roberto Giuliani

Roberto Giuliani

Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2010 collabora all'evento Terre di Vite di Barbara Brandoli e dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.

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