Andrea Moser
Andrea Moser, giovane enologo trentino, è oggi manager e consulente di numerose realtà vitivinicole in Italia; si è formato presso l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige (diploma di Enotecnico 2003) e in seguito presso l´Università di Trento (ingegneria alimentare con specializzazione in Viticoltura ed enologia). A fine 2022 è stato inserito da Fortune tra i 40 giovani under40 che stanno costruendo il futuro del settore enologico italiano, ha lavorato nove anni per Franz Haas e ha diretto cantina di Caldaro, la più grande cooperativa vinicola alto-atesina con 590 soci e 440 ettari di vigneti, che ha riunito nel tempo Erste+Neue, Kellerei Kaltern e Baron Di Pauli. Arrivato da loro nel 2014, da allora ha subito cercato di sviluppare il progetto in termini economici, comunicativi e qualitativi. Lì ha ideato il progetto XXX, creando vini inconsueti con vinificazioni inusuali.
Un percorso che dopo la sperimentazione dei vini di #ProjectXXX eXplore – eXperiment – eXclusive, lo vedono intraprendere il suo personale e nuovo AMProject, vini temporanei per una nuova visione enologica. Un progetto enologico che coniuga le sue due più grandi passioni: il vino e la comunicazione; così lo presenta Moser sul suo nuovo sito: «AMProject è il mio nuovo progetto, a cui lavorerò insieme a mio fratello Luca, anche lui enologo. Lavoreremo di volta in volta nei luoghi che sceglieremo o che per elezione ci hanno scelti, per produrre ogni anno dei vini unici, completamente non convenzionali ma fortemente territoriali. La vinificazione avverrà in Alto Adige, ma non solo, con le attrezzature migliori per l’obiettivo che ci siamo prefissati. Saranno vini senza rete di sicurezza, del cuore: ogni anno cambieranno e racconteranno luoghi, territori, persone, vitigni e idee». Quello che ha messo in atto Andrea è il concetto di temporaneità da applicare al vino, un concetto di qualcosa di non definitivo, di unico e quasi sempre irripetibile.
Un progetto, come racconta Andrea, che è molto vino, ma ha anche al suo interno tanto di progettazione, design e appunto comunicazione, destinati a un target di appassionati e – in parte – riservati a una serie di ristoranti che oltre a poterli ordinare per la loro carta vini, li avranno in abbinamento a menu e piatti signature, grazie ad accordi diretti tra l’enologo e gli chef che, come lui, hanno una forte visione contemporanea. La vera sorpresa è che non sarà necessario aspettare troppo, infatti il suo primo “temporary wine” di nome Flow, sarà disponibile in preordine già a ottobre, frutto di un lavoro svolto da Andrea Moser lo scorso settembre 2022 in Toscana. Un vino che proviene dalle vigne di Anghiari, in Toscana, da un vigneto di 80 anni abbandonato per circa 40 anni, che è stato recuperato e salvato dal bosco; si tratta di uve Trebbiano, Vermentino, Malvasia bianca, Canaiolo bianco e un 5% di altre varietà non ancora identificate. Un vino che vuole essere autentica espressione di questa zona. C’è stata un’oculata gestione, e gli interventi in cantina sono stati dettati solo dalla necessità, evitando ogni pratica non indispensabile. Le bottiglie saranno disponibili in numero limitatissimo, saranno solo 726 bottiglie da 0,75, con etichetta d’artista realizzata da Serena Barbieri, numerate, firmate e in serie esclusiva. Ma vediamo insieme attraverso le parole di Andrea Moser di cosa si tratta e come ha preso forma.
Come è nata questa tua idea? “L’idea è nata quasi naturalmente, da sola, avevo bisogno di un contenitore dove esprimermi, dove inserire tutte le mie idee, enologiche e non, senza farmi limitare da zone geografiche, cavilli vari ed eventuali. Dove sperimentare ma anche concretizzare il sogno di avere un vino tutto mio, che poi mio non è, è di tutte le persone che mi stanno aiutando a far partire questo progetto partendo dalla vigna, alla cantina, alla comunicazione, alla vestizione fino alla commercializzazione”.
Qual è l’intento finale di questo progetto? “Se un obiettivo deve esserci è sicuramente quello di godersi il viaggio e divertirsi nell’affrontarlo e percorrerlo. Una sorta di apri le vele e fatti trasportare, non a caso il primo vino si chiama FLOW, flusso. E sicuramente condividere questa passione e questa nuova idea enologica con tanti amici”.
Che futuro vedi per questa tua idea? “Ho già molte idee concrete nel cassetto, tanti tasselli che stanno già andando al loro posto e un sacco di richieste di collaborazione. Non so ancora che cosa mi riserverà il futuro, ma sono sicuro che le sorprese non mancheranno. Una cosa è certa, cercherò di non allontanarmi dall’idea di fondo, non voglio diventi un progetto prettamente economico/commerciale con grossi numeri, non è strutturato per questo, anche se deve sostenersi e funzionare bene ovviamente”.
Come è stato considerato dalle persone con cui ti sei interfacciato? “Tanto, tantissimo entusiasmo. A quanto pare si riesce ancora a stupire e cambiare un pochino il mondo del vino e la percezione che abbiamo di esso”.
Come sarà possibile ordinarli? “Ordini diretti sul mio sito oppure a me sui tanti canali di comunicazione che abbiamo aperto, stiamo approntando anche un e-commerce (temporaneo anche quello) per quando avverrà il lancio di FLOW, a ottobre”.
Dici che alcuni di questi vini saranno ogni anno un’evoluzione dell’annata precedente in modo da dare continuità̀ alla ricerca e al lavoro svolto. Mi spieghi meglio questa cosa? Sai già a quali vigne/vini ti riferisci? “Si, ci saranno vigneti, varietà e vini di riferimento. Al momento sono 3, compreso quello di FLOW in Toscana di proprietà di Paola De Blasi, dove per altro produciamo il suo BEBA rosso. Per gli altri due, li svelerò a tempo debito”.
Fosca Tortorelli
È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, Ambiente e Storia, la tesi sperimentale dal titolo “Reinterpretare le Cellae Vinariae. Ambiente, Processo, Produzione” e una successiva pubblicazione in collaborazione con la Prof. Muzzillo F. dal titolo “Vitigni del Sud: tra storia e architettura” (Roma Natan Edizioni, 2012). Ha conseguito il Master Sommelier ALMA-AIS (luglio 2016) presso ALMA a Colorno (Parma). Fa parte dei Narratori del Gusto e insieme al Centro Studi Assaggiatori di Brescia partecipa a panel di degustazione di rilievo nel settore enogastronomico. Fa parte anche dell’associazione Donne del Vino, ha scritto sulla rivista l’Assaggio, oltre che su diverse testate registrate e ha preso parte alle degustazioni per la Guida Vitae, per la guida Slow wine 2017 e per la guida Altroconsumo. Dal 2018 è giornalista pubblicista.
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Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
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