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Alle origini dei vini altoatesini: l’azienda Rottensteiner di Bolzano

La famiglia Rottensteiner
La famiglia Rottensteiner

Sono ormai molteplici le occasioni durante l’anno per andare a far visita ai viticoltori dell’Alto Adige per degustare i loro eccellenti frutti del sapiente lavoro svolto in questo affascinante territorio. Grazie al prezioso e certosino lavoro dei vari enti di promozione turistica e territoriale che operano in questa regione, sono divenuti infatti numerosi gli eventi legati al mondo enogastronomico, a cominciare dalla primaverile Mostra dei Vini di Bolzano per proseguire alle svariate manifestazioni che si svolgono nei paesi lungo la meravigliosa Strada del Vino, nota in tutto il mondo come Südtiroler Weinstraße, fino all’osannato Merano Wine Festival che ogni anno a novembre raccoglie migliaia di appassionati all’interno delle sale del maestoso Kurhaus.

Una selezione della produzione dell'azienda Rottensteiner
Una selezione della produzione dell’azienda Rottensteiner

Proprio in questa circostanza ho avuto modo di approfondire la conoscenza dell’azienda Rottensteiner, una delle prime famiglie di viticoltori dell’Alto Adige, da sempre legata alla viticoltura della città di Bolzano, che racconta una storia aziendale che risale al 1530 e tramandata da allora di generazione in generazione fino ai giorni nostri, che vede a capo Toni insieme al figlio Hannes e la moglie Judith ed alla figlia Evi.

Botte artistica commemorativa
Botte artistica commemorativa

Le origini dell’attuale azienda si devono ad Hans Rottensteiner che nel 1956 costruì l’omonima cantina all’uscita della città verso la Val Sarentino e sviluppando un primo export dei vini altoatesini con la vendita di vino sfuso in Svizzera.
Una decisa svolta nella produzione avvenne però negli anni ’80, quando il figlio Toni si concentrò sull’imbottigliamento dei vini, cambiamento che venne perfezionato nel 2001 grazie all’ingresso in azienda del nipote Hannes, che fresco di studi enologici portò ulteriore linfa ed entusiasmo all’attività svolta dalla sua famiglia.

Judith Rottensteiner con la Cuvée Kitz
Judith Rottensteiner con la Cuvée Kitz

La produzione dell’azienda verte sia sui vigneti di famiglia, circa dieci ettari, sia sul contributo con il conferimento delle uve di circa cinquanta contadini della zona: una collaborazione divenuta tradizione, fondamentale per mantenere alta e costante la qualità del vino prodotto.
La scelta, fin dall’inizio, fu quella di concentrarsi sulla tipicità, mirando alla miglior espressione delle varietà tipiche del territorio: il Lagrein e il Santa Maddalena.

Risotto, porri e speck abbinato al Pinot Bianco Carnol
Risotto, porri e speck abbinato al Pinot Bianco Carnol

Le viti sono cresciute su un suolo ricco di porfido, terreno tipico di questa parte di territorio dell’Alto Adige: questa pietra rossa non solo ha dato origine al cognome della famiglia – roter stein significa in tedesco pietra rossa – ma caratterizza in modo determinante la mineralità dei vini.
La filosofia che sta alla base del lavoro di Toni e Hannes è “bere con piacere”: un buon vino deve essere elegante e beverino, ma anche sincero e autentico, in linea con i valori portati avanti in azienda e nella vita.
Nella ricca gamma dei vini prodotti, ben 25 etichette tra la linea Classic, Cru e Select, compreso l’ultimo nato, la cuvèe bianca Kitz a base di uva Sauvignon, Pinot Bianco e Pinot Grigio, uno dei vini che sposa appieno quest’idea è senz’altro il Santa Maddalena Classico “Vigna Premstallerhof”. Sebbene il Maso Premstaller non faccia parte della proprietà di famiglia, il maso e i suoi proprietari svizzeri, la famiglia Vogel, sono da molti anni legati all’azienda, un legame che trova origine dal ruolo di importatore dei vini Rottensteiner. Il vigneto, uno dei più grandi masi della zona, gestito da Getrud Vogel seguendo i principi biodinamici, si trova a Santa Maddalena ad un’altitudine tra i 400 e 500 metri, è senza dubbio uno dei migliori dal punto di vista qualitativo, sia grazie ai terreni sciolti e porfidici che all’esposizione a sud-est che si sposa ottimamente con le condizioni orografiche della collina bolzanina, regalando una particolare mineralità e fragranza a questa ottima selezione aziendale.

Tagliata di cervo abbinata al St. Maddalena Classico Vigna Premstallerhof e al Lagrein Gries Riserva
Tagliata di cervo abbinata al St. Maddalena Classico Vigna Premstallerhof e al Lagrein Gries Riserva

Altro splendido esemplare di eleganza e piacevolezza sono senz’altro il Pino Nero Riserva, ottenuto vinificando le uve del vigneto di proprietà di Bronzolo e affinato per 12 mesi in barrique, e il Lagrein Gries Riserva, frutto di tre vigneti situati nel centro della frazione Gries con viti vecchie più di 30 anni e un paio d’anni di affinamento in legno.
Tra i vini bianchi prodotti spicca per complessità e fragranza il Pinot Bianco “Carnol”, il cui nome deriva dalla borgata San Pietro in Carnol vicino a Bolzano, parte della zona classica del Santa Maddalena, paese di nascita di Toni Rottensteiner, dove a circa 600 metri sono coltivate parte delle uve utilizzate, insieme a un vigneto a circa 900 metri a Termeno, interamente vinificato e affinato in acciaio.

Il Gewürztraminer Passito Cresta
Il Gewürztraminer Passito Cresta

Nella lista dei migliori vini dell’azienda un posto spetta di diritto al pluripremiato Gewürztraminer Passito “Cresta”, 1.800 bottiglie da 0,375 litri di questo prezioso e inebriante nettare dotato di una freschezza e una sapidità incredibili, nonostante l’alto tenore di zucchero residuo della fermentazione delle uve raccolte e fatte appassire fino a febbraio (ben 210 grammi/litro!) nel Maso Kristplonerhof a Guncina, maso natale di Rosl Rottensteiner di tre ettari e mezzo, oggi gestito dalla primogenita Evi, dai cui vigneti nasce anche l’ottima omonima Schiava.
Questi ed altri vini sono stati i protagonisti a fine giornata di succulenti e inconsueti accostamenti orchestrati dalle abili mani dello chef del WineBistro Gries 13 a Bolzano, tra cui spiccava la Tagliata di cervo abbinata sia al Santa Maddalena Classico “Vigna Premstallerhof” che al Lagrein Gries Riserva e il Risotto ai porri e speck con il Pinot Bianco “Carnol”.

Luciano Pavesio

Luciano Pavesio

Esordi giornalistici nel lontano 1984 nel mondo sportivo sul giornale locale Corriere di Chieri. La passione per l’enogastronomia prende forma agli inizi degli anni ’90 seguendo la filosofia e le attività di SlowFood. Ha frequentato corsi di degustazione e partecipa a numerosi eventi legati al mondo del vino. Le sue esperienze enoiche sono legate principalmente a Piemonte, Valle d'Aosta, Alto Adige e Friuli. Scrive e collabora a numerose riviste online del settore; è docente di corsi di degustazione vino ed organizzatore di eventi.

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