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Rosso Anime 9 2019

Rosso Anime Nove 2019 Tenuta MontagnaniDegustatore: Roberto Giuliani
Valutazione: @@@@@

Data degustazione: 06/2022


Tipologia: IGT Rosso
Vitigni: sangiovese 30%, colorino 30%, canaiolo 20%, pugnitello e ciliegiolo 10%, trebbiano e malvasia bianca lunga 5%, malvasia nera e una varietà sconosciuta 5%
Titolo alcolometrico: 13%
Produttore: TENUTA MONTAGNANI
Bottiglia: 750 ml
Prezzo enoteca: da 45 a 55 euro


Chi conosce Federico Montagnani sa bene che non è tipo che se ne sta con le mani in mano. Forse è stato morso da una tarantola quando era piccolo, sta di fatto che non si accontenta certo di fare Vernaccia in terra sangimignanese, anche perché nelle vigne di proprietà, alcune davvero storiche, ci sono numerosi altri vitigni, e che li lasciamo lì? A parte il verdacchio, che è un’uva bianca, ma c’è un appezzamento che ha dentro praticamente tutte le varietà rosse e bianche che in passato si usavano per produrre Chianti, più un vitigno tutt’ora sconosciuto di cui vorrebbe venire a capo, e prima o poi ci riuscirà. Allora perché da questo pezzo di vigna di circa un ettaro, impiantato dal nonno nel 1935 (più una parte aggiunta nel 1950), dove dimorano ancora gli aceri a cui le viti si legavano, non fare un rosso del tutto particolare? Sì perché anche se ha dentro la maggior parte delle uve del Chianti, fa 40 giorni di macerazione in tonneaux, e allora mica si facevano! Poi si fa un anno di legno fra tonneaux e barrique, e anche questi non si facevano.
Insomma, cosa ne è venuto fuori? Diamine, un signor vino, di grande carattere, di quelli che non ti aspetti qua, a San Gimignano, dove i rossi si fanno ma non così; è interessante questo connubio di uve con differenze piuttosto evidenti, la presenza delle uve bianche la percepisci soprattutto all’assaggio nella presa acida e agrumata (c’è anche l’arancia sanguinella), che dà una spinta al sorso. I profumi fruttati sono più freschi di come si sentono normalmente nei vini rossi che hanno fatto legno, che fra l’altro è integrato quasi alla perfezione, capisci subito che non è il classico vinone opulento ma gioca le sue carte sull’eleganza; è molto giovane ma con un tannino ben smussato e sembra avere ottime prospettive evolutive, questo non lo esula dall’essere godibile anche ora, soprattutto se lo immaginiamo a tavola, per ora senza abusare di piatti potenti come un brasato, ma piuttosto se la gioca bene con le carni alla brace ben speziate, perché non ha alcun lascito amaro ma stimola abbondante salivazione ed è in grado di ripulire la bocca ad ogni boccone.
Non resta che provare…

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