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Franciacorta Pas Dosé Riserva 2009

Franciacorta Pas Dosé Riserva 2009 MosnelDegustatore: Andrea Li Calzi
Valutazione: @@@@@
Data degustazione: 11/2023


Tipologia: DOCG bianco spumante
Vitigni: chardonnay, pinot nero, pinot bianco
Titolo alcolometrico: 12,5%
Produttore: MOSNEL
Bottiglia: 750 ml
Prezzo medio: da 80 a 95 euro


Esattamente un anno fa ho dedicato un articolo al Franciacorta Pas Dosé Riserva 2007 dell’Azienda Mosnel di Camignone (BS). Giulio e Lucia Barzanò sono gli attuali proprietari della Cantina, gli stessi che hanno raccolto un’eredità piuttosto importante. L’avventura è iniziata nel 1954 per mano della loro madre, Emanuela Barboglio, tra i personaggi chiave della storia della nota denominazione bresciana. Un’icona tutta al femminile. Ci troviamo nel cuore della Lombardia, sulla sponda sud del Lago d’Iseo, il fiume Oglio delimita l’area ad ovest e a nord troviamo le ultime propaggini delle Alpi Retiche. Ritengo che questa zona offra una moltitudine di vini, soprattutto metodo classico, in grado di soddisfare le più disparate esigenze.
Dal consumatore neofita che ricerca un prodotto più di pronta beva, a quello navigato che esige tensione acida, profumi variegati e quant’altro. Esistono inoltre coloro che vogliono semplicemente brindare durante le festività e infine i cosiddetti winelovers che ricercano dentro al calice le sfumature offerte dal territorio. Occorre riconoscere, tuttavia, che poche aree della Franciacorta possono vantare terreni e uve in grado di produrre vini destinati al lungo, in questo caso lunghissimo, affinamento. Una tra queste coincide con l’areale vitato della Cantina Monsnel: un lembo di terra bresciana antica ed affascinante caratterizzata dalla dolcezza delle colline, le stesse formano un suggestivo anfiteatro morenico la cui matrice è piuttosto sciolta, fertile con scheletro di media profondità; elementi in grado plasmare in maniera piuttosto netta il profilo dei vini prodotti. Peculiarità, inoltre, in grado di convincere appieno Lucia e Giulio tanto da portarli a produrre una cuvée speciale che affina almeno 12 anni sui propri lieviti.
L’annata 2009, che mi appresto a degustare, è stata caratterizzata da un leggero anticipo del germogliamento rispetto ad esempio alla 2008. Nel complesso è possibile definirla calda, intervallata da alcune giornate di pioggia che hanno attenuato gli stress idrici e permesso un accrescimento regolare dei grappoli. Nel complesso i dati analitici hanno mostrato un livello positivo con livelli di zucchero medio-bassi (media di 10,80 in alcool potenziale), acidità totali regolari (9-10 g/l), ottimi pH (3,05-3,10). Trattasi dunque di una buona annata. Il Franciacorta Pas Dosé Riserva 2009 Mosnel viene prodotto mediane l’utilizzo di uve chardonnay, pinot bianco e pinot nero esposte ad est e sud/est. Vigne allevate a guyot e con resa pari a 85 quintali di uva per ettaro. L’informazione sulla sboccatura, presente in etichetta come impone il disciplinare di produzione, rimanda alla data del 03-2022. Il tiraggio è avvenuto nel 2010. Devo riconoscere che i 20 mesi di ulteriore affinamento, post dégorgement, hanno giovato non poco all’insieme. Soprattutto in termini di distensione olfattiva ed equilibrio gustativo.
Veste oro antico e brillante, perlage da manuale. Liberata un po’ di carbonica in eccedenza accosto il vino al naso e vengo colto da tutta una serie di sfumature riconducibili alla matrice del terreno, al comparto floreale lievemente appassito, al frutto estivo disidratato. In sequenza: pietra polverizzata, calcare, piccoli fiori di malga e camomilla, suggestioni agrumate e un afflato balsamico che vien fuori a circa 10-15 minuti dalla mescita. Talvolta troviamo l’aggettivo “complesso” negli articoli dedicati al vino, spesso a sproposito a mio avviso; in questo caso calza a pennello.
Il Pas Dosé Riserva 2009 evolve cambiando registro di continuo, soprattutto a 24 ore dalla mescita. Ne assaggio un sorso e la sensazione di cremosità in termini di perlage risulta notevole. Il lungo affinamento ha svolto egregiamente il suo compito e una fresca ondata citrina riassesta l’insieme, non privo di sapidità, allungo finale e densità gustativa. Ciò che apprezzo maggiormente riguardo questo Franciacorta è la capacità di coniugare potenza, estratto ad ariosità, slancio e tanto succo. Alcol percepito: zero. Un vino “pericoloso” a tavola, in due il rischio è quello di finire la bottiglia in fretta; ben si accosta a primi piatti a base di pesce. Cinque chiocciole conquistate con disinvoltura anche quest’anno. Bravi Giulio e Lucia Barzanò.

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