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Bianco MADRiGHE (2019)

Bianco Madrighe 2019 Ilaria AddisDegustatore: Roberto Giuliani
Valutazione: @@@@@
Data degustazione: 12/2022


Tipologia: Vino Bianco
Vitigni: vermentino
Titolo alcolometrico: 13,5%
Produttore: ILARIA ADDIS
Bottiglia: 750 ml
Prezzo enoteca: da 25 a 30 euro


E d eccoci al primo dei due vermentini di Ilaria Addis, il cui nome, come spiega lei stessa, “significa – matrice – qui intesa qui sia come matrice granitica del terreno che porta nel vino tutta la sua carica di mineralità salina, sia con riferimento al nome usato tradizionalmente in Sardegna per indicare il panetto di lievito madre per la fermentazione del pane, la madre dell’aceto ed anche quella parte residuale di fecce fini che nel mio immaginario proteggono e continuano a nutrire il vino durante la maturazione in vasca“.
La vendemmia si è svolta a fine settembre, dalla parte basse della vigna, le cui piante hanno un’età media di 30 anni, qui il terreno è acido di matrice granitica, ma più ricco rispetto al resto della collina.
Come ho già spiegato nell’articolo sull’azienda, viene praticato l’inerbimento, la potatura è a guyot e in vigna non viene effettuato alcun trattamento chimico, neanche rame o zolfo.
Viene svolta la diraspa-pigiatura a macchina, dopodiché le uve passano a una macerazione di 4 giorni sulle bucce con due rimontaggi quotidiani, la fermentazione è spontanea con i lieviti indigeni e senza controllo della temperatura.
A fine macerazione, si effettua la sgrondatura naturale senza azione meccanica; dopo la fermentazione alcolica parte spontanea anche la malo-lattica. Il vino ottenuto matura sui lieviti (in acciaio) fino a primavera, non viene filtrato né chiarificato e riceve una leggerissima solfitazione all’imbottigliamento (giugno 2020). Da questa annata sono state ottenute 1300 bottiglie.
Naturalmente il vino nel calice appare velato, ma non è un difetto, avviene regolarmente con tutti i vini che non sono stati né filtrati né chiarificati; spesso con solforosa così bassa (10 mg/l) si rischia di trovare odori poco puliti, in questo caso invece devo dire che dopo un breve contatto con l’aria il vino appare perfetto, ha un profumo schietto e diretto, del vermentino riporta la sensazione marina, iodata, un leggero richiamo alla mandorla, ma il suo mondo più profondo è decisamente minerale, pensatela come volete, che la roccia non ha odore, io non ne sono mai stato convinto, perché se al di fuori del contesto di vinificazione non ne ha, una reazione nello sviluppo aromatico dell’uva evidentemente la produce, tant’è che in casi come questo (ma mi vengono in mente tanti vini assaggiati nel nord Piemonte, in Valle d’Aosta, nelle aree vulcaniche ecc.) è impossibile non percepire certe sensazioni caratterizzanti e inimitabili, altro modo non c’è che il termine minerale per rappresentare le sensazioni di ferro, calcare, gesso, grafite. Al di là di questo c’è un bel frutto, addirittura percepisco l’arancia gialla, poi note di lentisco, elicriso e altre erbe aromatiche.
In bocca esprime tutto il suo fascino, è un vino puro, vivo, coinvolgente, salino, lontano anni luce dalla maggior parte degli altri Vermentini della Gallura che ho conosciuto, si potrebbe dire fuori dai canoni, ma in realtà a mio avviso è l’espressione perfetta di questo vitigno e del luogo dove nasce, senza la benché minima manipolazione. In questo senso è davvero puro, limpido, diretto, con una vena acida brillante ma priva di quell’acuto che a volte infastidisce e la fa sentire separata dalla materia, qui è tutto integrato e in perfetta comunicazione, un vino che, ne sono certo, ha davanti una lunga vita, peccato che siano solo 1300 esemplari…
Ah, dimenticavo! Non fate l’errore di berlo freddo! La temperatura giusta è attorno ai 14 gradi, non è un bianco da bere in corsa…

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