Vini ad Arte 2013: carrellata sui vini di Romagna
La Romagna vinicola è una di quelle regioni che, non voglio certo nasconderlo, non avevo mai avuto occasione di approfondire fino ad ora. Per questa ragione ho approfittato della ghiotta occasione di Vini ad Arte 2013, anche se ero consapevole che la sua breve durata non avrebbe certo potuto consentirmi di entrare nel territorio con la cura che avrei voluto. Infatti l’evento rivolto alla stampa si è concentrato tutto nel lunedì 6 maggio nelle sale del bellissimo ►Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, mi è stato quindi impossibile effettuare visite alle aziende o escursioni nelle diverse sottozone, fra l’altro con un tempo che da giorni non concedeva tregua con le sue frequenti piogge. Pazienza. C’è da dire però che prima di sederci alle nostre postazioni per effettuare le degustazioni, il bravo Francesco Falcone, fondamentale collaboratore di Alessandro Masnaghetti per ►Enogea, ci ha illustrato con la conoscenza maturata in anni di continue frequentazioni e assaggi, e forte della mappa delle sottozone preparata dal collega, da tempo riferimento assoluto sulla cartografia nazionale ed estera, le differenze fondamentali che si possono riscontrare nella composizione dei suoli, nelle altitudini, nei microclimi, di una regione dove il sangiovese si esprime in modo indubbiamente interessante.
La sera del 5 maggio, invece, al ristorante Noè Vino e Cucina, prima di una piacevole cena – con sottofondo musicale nientemeno che dei Pink Floyd, dall’ampia raccolta di LP del proprietario, Andrea Spada – abbiamo assistito alla premiazione dei primi tre sommelier del 12° Master del Sangiovese, che hanno visto al primo posto Annalisa Linguerri di Lugo di Romagna, al secondo posto Ottavio Venditto di Venezia e al terzo Federico Scarponi di Assisi.
Vini ad Arte è stato organizzato dal Consorzio Vini di Romagna e dal Convito di Romagna e curato dall’agenzia ►Well Com, in particolare ci ha supportato – e sopportato – la brava Marta Sobrino.
Le sottozone del sangiovese di Romagna
Prima di addentrarci nell’ambito delle degustazioni, ritengo sia utile fornirvi un quadro generale delle 12 sottozone del sangiovese: con il Decreto 22/9/2011 pubblicato sulla G.U. n.235 dell’8/10/2011, nasce la Doc Romagna, all’interno della quale vengono descritti Albana Spumante, Cagnina, Pagadebit (con la Sottozona Bertinoro), Trebbiano e Sangiovese (con le 12 Sottozone). Le sottozone del Romagna Sangiovese sono frutto di un lavoro operato negli anni dal Consorzio e sono state ripartite nel seguente modo: “Romagna Sangiovese” Sottozona Bertinoro
● in provincia di Forli-Cesena: comprende in tutto o in parte i comuni di Bertinoro e Meldola;
“Romagna Sangiovese” Sottozona Brisighella
● in provincia di Forli-Cesena: comprende parte dei comuni di Brisighella, Casola Valsenio e Faenza;
“Romagna Sangiovese” Sottozona Castrocaro – Terra del Sole
● in provincia di Forli-Cesena: comprende gli interi territori amministrativi dei comuni di Castrocaro Terme e Terra del Sole, Dovadola, Rocca San Casciano e parte del territorio del comune di Forlì;
“Romagna Sangiovese” Sottozona Cesena
● in provincia di Forli-Cesena: comprende parte del territorio amministrativo del comune di Cesena;
“Romagna Sangiovese” Sottozona Longiano
● in provincia di Forli-Cesena: comprende gli interi territori amministrativi dei comuni di Borghi e Montiano;
“Romagna Sangiovese” Sottozona Meldola
● in provincia di Forli-Cesena: comprende parte del territorio amministrativo del comune di Meldola;
“Romagna Sangiovese” Sottozona Modigliana
● in provincia di Forli-Cesena: comprende l’intero territorio amministrativo del comune di Modigliana;
“Romagna Sangiovese” Sottozona Marzeno
● in provincia di Ravenna: comprende parte del territorio amministrativo del comune di Faenza;
“Romagna Sangiovese” Sottozona Oriolo
● in provincia di Ravenna: comprende parte del territorio amministrativo del comune di Faenza;
“Romagna Sangiovese” Sottozona Predappio
● in provincia di Forlì-Cesena: comprende tutto il territorio del comune di Predappio e porzioni dei comuni limitrofi di Civitella di Romagna, Forlì, Galeata e Meldola;
“Romagna Sangiovese” Sottozona San Vicinio
● in provincia di Forlì-Cesena: comprende l’intero territorio amministrativo dei comuni di Mercato Saraceno e Sarsina e parte dei territori dei comuni di Cesena, Roncofreddo e Sogliano al Rubicone;
“Romagna Sangiovese” Sottozona Serra
● in provincia di Ravenna: comprende parte del territorio amministrativo del comune di Castel Bolognese.
L’intero comparto produttivo del Romagna Sangiovese è composto da circa un centinaio di aziende e oltre 7.000 ettari vitati, con una media produttiva annua di 16 milioni di bottiglie.
Mi piacerebbe dilungarmi nel descrivere le differenze più o meno evidenti fra le 12 sottozone, ma questo comporterebbe un articolo estremamente lungo e, probabilmente, noioso ai più; vedrò comunque di farlo, magari con un articolo mirato o inserendolo nella sezione Doc e Docg.
Per il momento mi limito a dire che le degustazioni di una sessantina di campioni mi hanno consentito di percepire solo in parte queste differenze, del resto è del tutto normale visto che la mano dell’uomo può incidere non poco sul risultato.
LA DEGUSTAZIONE
Annata 2012
Solo 7 campioni, segno evidente di un millesimo ancora bisognoso di affinamento, un plauso alla scelta di non presentare vini prelevati da botte o vasca, ma a mio avviso non basta, perché quest’annata è tutt’ora troppo giovane per essere apprezzata appieno. Interessante e ben fatto il Romagna Sangiovese Le More dell’azienda ►Castelluccio, seguita da Vittorio Fiore, una realtà con quasi quaranta anni di attività, circa 10 ettari di proprietà e altri 5 in affitto, situata nel comune di Modigliana, zona con terreni prevalentemente marnosi. Il vino rivela nel calice un colore rubino luminoso con venature violacee, profuma di viole, lamponi, mirtilli, ciliegie, con cenni boschivi e di erbe di campo. Al palato emerge la sua estrema giovinezza, in parte evidenziata dal tannino ancora nervoso, ottima freschezza e una buona dose di polpa su una struttura media, non debordante; il finale ha buona persistenza e un leggero lascito amarognolo.
►Tre Monti, azienda di Imola di proprietà della famiglia Navacchia, in grado di produrre 180 mila bottiglie annue fra bianchi e rossi, propone due vini annata 2012: il Romagna Sangiovese Superiore Campo di Mezzo, dall’impatto visivo rubino scuro e profondo, con una trama olfattiva che si sta già delineando e offre spunti floreali di magnolia, genziana e mirto, poi susina rossa, ciliegia e sfumature minerali e di tabacco. In bocca il tannino è già ben integrato con una materia fresca e saporita, di buona lunghezza e senza sbavature nel finale.
L’altro vino è il Romagna Sangiovese Superiore Sono, dal colore rubino classico e bouquet improntato su viola, lampone, mirtillo e sottobosco. La trama gustativa è speculare, con un tannino solido ma non aggressivo, l’acidità si stempera perfettamente nella polpa succosa e croccante, che chiude lasciando una sensazione sapida. Da sottolineare che è senza solfiti aggiunti.
►Fattoria Paradiso: ci spostiamo a Bertinoro, sottozona delimitata dai rilievi preappenninici e dalla pianura che volge all’Adriatico; qui i terreni vedono argilla frammista a tufo, ricchi di fossili e con una percentuale calcarea superiore alle altre sottozone. L’azienda è di proprietà della famiglia Pezzi ed ha ben 63 anni di attività sulle spalle, una storia legata a Gino Veronelli, che sostenne sin dall’inizio Mario Pezzi consapevole delle notevoli potenzialità del territorio e del Barbarossa, un vitigno che stava scomparendo e le cui doti sono ormai indiscutibili. Oggi l’azienda è nelle salde mani del nipote Jacopo Melia e di Franco Calini. In degustazione era presente il Romagna Sangiovese Superiore Vigna Molino, dal colore rubino porpora, trama olfattiva quasi austera, con il frutto ancora non del tutto espresso ma una sottile mineralità a fargli da corollario. In bocca è fresco, mantiene un approccio di struttura, corpo, energia, senza eccessi ma con una certa forza espressiva, caratterizzata da influssi sapidi. Finale ancora crudo e bisognoso di tempo ma che lascia già intuire le sue notevoli potenzialità.
Annata 2011
Sedici campioni in degustazione. ►Costa Archi, azienda nata negli anni ’60 in località Serra nel comune di Castel Bolognese, Ravenna, siamo nell’area a nord-ovest del confine romagnolo e la Serra rappresenta la sottozona più occidentale e, proprio per questo, risente più di altre della vicinanza con l’Emilia. In particolare i terreni dove risiede Costa Archi sono caratterizzati da arenarie e si sviluppano in zona collinare. Per oltre trent’anni la produzione aziendale è stata dedicata all’albana, vitigno sul quale Gian Battista Costa si è impegnato in prima persona per ottenerne la Doc (ora DOCG), fino all’ingresso in azienda del nipote Gabriele Succi, a metà degli anni ’90, che ha rimodernato la dotazione di macchinari e impiantato nuove viti, questa volta in gran parte a bacca rossa, sangiovese in primis, ma anche cabernet, merlot e ancellotta. Il Romagna Sangiovese Assiolo ha ottime carte da giocare, il colore rubino meno concentrato, con qualche riflesso granato ai bordi è molto “sangiovese”; naso interessante, con spunti di fiori macerati, piccoli frutti di bosco, humus; in bocca ha una leggera scompostezza, deve farsi, tannino importante e freschezza piena segnalano un vino che ha ottime prospettive evolutive.
►Ca’ di Sopra nasce nel 1967 a Marzeno, a sud di Faenza, da sempre in mano alla famiglia Montanari, 29 ettari vitati più una parte dedicata alla coltivazione delle albicocche. La sottozona si sviluppa principalmente lungo la valle del torrente Marzeno, delimitata a sud dal monte Pietramora e dalla collina di Ceparano, le parti più pianeggianti sono dedicate alla frutticoltura, mentre sui leggeri rilievi si sviluppa la viticoltura. I terreni aziendali sono caratterizzati da suolo calcareo e argilloso, a un’altitudine di poco superiore ai 200 metri, i vigneti più recenti hanno una densità di 5.000 piante per ettaro, coltivati a cordone speronato. Il Romagna Sangiovese Superiore Crepe prende il nome proprio da quei solchi che si evidenziano nei terreni calcareo-argillosi, matura in acciaio per il 90%, mentre una quota del 10% sosta in barrique. Presenta un colore rubino vivace con riflessi amaranto, naso di ciliegia nera e lampone maturo, al momento un po’ frenato dalla solforosa, bocca che restituisce un buon frutto e giusta acidità, con un tannino misurato e una buona integrazione con l’alcol.
Con la ►Cantina San Biagio Vecchio ci spostiamo nella zona di Oriolo, a est della sottozona Marzeno, sempre in territorio faentino, qui i terreni sono argillosi ma con una discreta componente ferrosa. L’azienda, appartenuta al parroco Don Antonio Baldassari, è condotta dal 2004 da Andrea Balducci, che ha forgiato la sua esperienza con Mario, anziano contadino locale, e lo zio Giorgio, enologo. Fu proprio quest’ultimo a rivelargli l’opportunità di acquisire questo podere. Il Romagna Sangiovese Superiore Serraglio Etichetta Nera (c’è anche l’Etichetta Bianca), presenta un colore rubino medio, trama olfattiva quasi dolce, con note di ciliegia in prevalenza, al palato ha una bella freschezza, tannino appena astringente ma di buona fattura, frutto che torna offrendo una buona piacevolezza a centro bocca, gradevole, senza tensioni irrisolte.
►Drei Donà Tenuta La Palazza non ha certo bisogno di presentazioni, da quasi 90 anni dedicata alla viticoltura nell’area forlivese di Massa di Vecchiazzano. La famiglia Drei Donà dispone di 30 ettari, dai quali ricava vini di cui vanta numerosi premi e apprezzamenti, come il Cabernet Sauvignon Magnificat, il Sangiovese di Romagna Superiore Pruno Riserva o il bianco Il Tornese, per citarne alcuni. La sottozona è quella denominata Predappio, forse quella dove nascono i Sangiovese più corposi, tannici e longevi, con le dovute eccezioni essendo un’area piuttosto eterogenea, sia come composizione dei terreni, sia come altitudini dei vigneti. Nella frazione di Massa di Vecchiazzano, dove dimora l’azienda, che è quella più a nord, l’altitudine varia dai 120 ai 150 metri s.l.m., e il suolo è rappresentato da percentuali più o meno variabili di sabbie plioceniche e argilla, che ben corrisponde a quanto premesso sulla tipologia dei vini. Il Notturno, sangiovese in purezza IGT Forlì, è in casa Drei Donà forse quello meno muscolare, capace di offrire ad un colore rubino fitto e profondo, un’inaspettata ventata di viole, a cui si accosta una vivace espressione fruttata di ciliegia e prugna, con piacevoli riflessi balsamici e chiusura di liquirizia. Al palato non nasconde un tannino di una certa rilevanza in un corpo tutto sommato agile e fresco, con un bel ritorno fruttato e persistente.
►Stefano Berti è invece un giovane produttore che dispone di 7 ettari vitati in area Predappio, giovane come azienda, visto che è nata nel 2000, ma già con idee molto chiare sul vino che deve rappresentare al meglio le qualità del territorio. A supportarlo ci sono Attilio Pagli e Leonardo Conti. Il suo Romagna Sangiovese di Predappio Bartimeo mi ha convinto senza riserve, ottenuto da viti che cominciano ad avere un’età significativa per offrire un prodotto completo (credo una media tra i 6 e gli 8 anni), vede solo acciaio dalla fermentazione all’imbottigliamento e vanta una presenza media di solforosa ben al di sotto dei limiti del biologico (sotto i 60 mg/l): rubino luminoso, trama olfattiva che richiama i fiori, la ciliegia nera, amarena, lampone maturo, humus; bocca fresca, di buona struttura, tannini quasi del tutto integrati nonostante la giovane età e una persistenza decorosa e sapida.
Con ►Giovanna Madonia torniamo a Bertinoro, l’azienda ha poco più di vent’anni di attività e, come per Berti, riceve un sostegno importante dall’esperienza di Attilio Pagli e Leonardo Conti. Il Romagna Sangiovese Superiore Fermavento ha un colore rubino intenso e profondo, la trama olfattiva dai toni intensi richiama il ribes nero, la ciliegia, il mirtillo, la liquirizia e l’eucalipto, con qualche sbavatura olfattiva dovuta probabilmente all’estrema giovinezza del vino; al palato ha una bella freschezza, tannino importante ma che si distende con facilità, strutturato ma senza che questo ne riduca la piacevolezza e bevibilità.
Ci trasferiamo nel Riminese, frazione San Martino in Venti, dove dimora l’azienda ►San Valentino, fondata nel 1990 da Giovanni Mascarin e oggi condotta dai figli Roberto e Maria Cristina, con la consulenza dell’enologo Fabrizio Moltard. Siamo al di fuori del comprensorio delle 12 sottozone, dietro la collina di Covignano che guarda alla cittadina di Rimini e a 5 km da San Marino. Il Romagna Sangiovese Superiore Riserva Terra di Covignano è l’unica riserva presentata dell’annata 2011, cosa più che comprensibile visto che la maggior parte dei vini sono ancora in affinamento. Ciò nonostante, questo vino ha già un profilo abbastanza definito: colore rubino fitto e concentrato, trama olfattiva di ciliegia nera, mora, mirtillo, speziatura in formazione con accenni di tabacco e cannella, chiude balsamico; al palato ha grande frutto, legno ancora non del tutto integrato, tannino e struttura importanti, c’è materia e profondità, si discosta da tutti i vini precedenti per una carica e opulenza superiori, ma rimanendo su un buon livello di bevibilità e piacevolezza.
Riserve 2010
Se per i Sangiovese annata la giovinezza poteva non pesare più di tanto sulla degustazione, beh… per le Riserve il discorso cambia in modo piuttosto netto. C’è poco da fare, quelle del millesimo 2010 si sono rivelate per la maggior parte troppo indietro per poter essere apprezzate in tutte le loro potenzialità, questo per ovvi motivi: si tratta di vini che passano un periodo medio-lungo in botte, con una struttura più importante e tannini a volte poderosi, tutti aspetti che li rendono bisognosi di un giusto periodo di affinamento. Poi ovviamente ognuno di noi può tentare di comprenderne i segnali, le premesse, ma a volte è quasi impossibile tanto sono compressi e chiusi. L’ultimo baluardo sta nell’esperienza acquisita in anni di degustazioni, cosa che per questa tipologia non fa parte del mio bagaglio personale, pertanto le mie valutazioni non possono essere certamente definitive, ci tengo a precisarlo.
►Umberto Cesari si trova a Castel San Pietro, in provincia di Bologna, con quasi 50 anni di attività vitivinicola e una produzione di oltre 2 milioni e mezzo di bottiglie, numeri che non mettono in discussione il livello qualitativo dei vini. Ne è un buon esempio questo Sangiovese di Romagna Superiore Riserva, dal colore rubino intenso con riflessi porpora, naso di lampone maturo e ciliegia, ricordi floreali, sottobosco, pepe, cardamomo; in bocca è leggermente scomposto, soprattutto sul piano dell’acidità e della materia tannica, ma vale il discorso che ho fatto in premessa; la polpa non manca, si sente anche il legno dolce, nel complesso è evidente che deve assestarsi ma le premesse sono più che buone.
Più apprezzabile il Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Laurento, rubino intenso con riflessi violacei, naso fresco e fruttato di prugna e rabarbaro, con venature floreali e toni di tabacco dolce; in bocca ha una bella materia, succosa, godibile, con un tannino di ottima fattura, lungo il finale, con la sapidità in primo piano.
►Ferrucci è una delle famiglie del vino storiche, l’azienda nasce nel 1932 nella zona collinare di Castel Bolognese, nel Ravennate, negli ultimi anni si è impegnata nella ricerca di possibili strumenti di difesa per ottemperare ai sempre più evidenti cambiamenti climatici, monitorando ogni singolo vigneto, pianta per pianta. Il Sangiovese di Romagna Superiore Domus Caia Riserva è una sicurezza, uno di quei vini che difficilmente passano inosservati, presenta un colore rubino fitto, al naso non è in una condizione “illuminata”, deve aprirsi e ripulirsi dai classici meccanismi di gioventù dovuti ad un affinamento insufficiente ma anche agli effetti dell’appassimento; in bocca cambia registro e manifesta una materia elegante, fine, succosa ma senza debordare, ottimo tannino e freschezza viva, si coglie la liquirizia, il ginepro e un’accattivante nota balsamica. Si rifarà anche all’olfatto.
Torniamo a parlare di ►Ca’ di Sopra che offre un’ulteriore buona prova con il Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Ca’ di Sopra, rubino con venature granate all’unghia, naso maturo ma equilibrato fra frutto e spezie, cenni salmastri, al palato ha una invitante freschezza, leggera amaritudine ma ben controllata, tannino giusto, senza eccessi, vino diverso e interessante.
►Fattoria Zerbina ovvero Cristina Geminiani, donna del vino, enologa, nell’87 prende le redini dell’azienda di famiglia e riprogetta il vigneto, soprattutto la parte a sangiovese preferendo l’allevamento ad alberello con una densità molto elevata di piante per ettaro, in tempi in cui non era ancora diventato di moda, tanto meno in Romagna, anche perché ci vuole un leggero masochismo, l’alberello ti impone un lavoro manuale faticoso e complesso che porta grande fatica soprattutto quando è basso, ma i risultati sono spesso davvero premianti. Il Sangiovese di Romagna Superiore Torre di Ceparano Riserva macchia il calice di rubino porpora, il naso è fine e fruttato di ciliegia e prugna, ma non mancano belle note floreali di viola e rosa, cenni terrosi e una speziatura elegante in formazione su una base saldamente balsamica. Al gusto è gradevolissimo, fresco, ha una perfetta corrispondenza, frutto avvolgente, si coglie l’estrema giovinezza, è davvero un bimbo rispetto a quanto potrà esprimere fra qualche anno.
Delle due riserve di ►Tre Monti, Petrignone e Thea, al momento ho preferito decisamente la seconda, più definita e complessa, dal colore rubino intenso, ventaglio aromatico di rosa, ciliegia nera, mora, cacao, cardamomo ed eucalipto, con cenni pepati e minerali; in bocca ha una bella trama, fresco, ottimo tannino, polpa croccante, alcolicità che non surriscalda, mantiene una notevole bevibilità e ottima persistenza con rifiniture balsamiche.
Di ►Drei Donà Tenuta La Palazza erano presenti il Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Cuvée Palazza e il Sangiovese di Romagna Superiore Pruno Riserva, il primo è rubino intenso con riflessi porpora, naso con qualche riflesso vegetale positivo, buon frutto maturo di ciliegia, ma senza scadere nella dolcezza e nella marmellata, cenni di grafite. Al palato è succoso, freschissimo, tenace nel morso tannico, molto giovane ma promettente.
Il Pruno è rubino intenso e profondo, naso scuro, con toni di prugna e viola, rosa, leggera tostatura e finale minerale, elegante. L’approccio gustativo rivela una certa potenza ma senza esagerare, fresco, rimandi di liquirizia e spezie in un susseguirsi di sensazioni che si amplieranno col passare degli anni.
Il Sangiovese di Romagna Superiore Calisto Riserva di ►Stefano Berti ha tinte rubine, fitto e concentrato, naso coinvolgente di frutto maturo, più prugna che ciliegia, leggera grafite, liquirizia, fiori macerati, humus; in bocca ha una trama piena e convincente, bella freschezza e un tannino importante ma di misura, il tempo lo renderà ancora più accattivante.
Buona prestazione della ►Tenuta La Viola di Bertinoro, con il Sangiovese di Romagna Superiore P. Honorii Riserva, rubino luminoso, naso che si apre lentamente a piccoli frutti di bosco, ciliegia in primis, tabacco, speziatura in formazione, humus. In bocca è ancora indietro, acidità e tannino frammisti ad alcol pesano sulla piacevolezza, ed è un peccato di gioventù perché la qualità della materia è ottima, il tempo gli darà ragione.
Annata 2009
Tutti e tre interessanti i vini a sigla Castrum Castrocari proposti da ►Marta Valpiani di Castrocaro Terme, base, Superiore e Riserva, quest’ultima dimostrava di avere una marcia in più, con una speziatura fine già in bella evidenza su uno sfondo minerale, mentre al palato conferma di avere stoffa, buona materia, ricchezza di frutto e spezie, con un finale prolungato e saporito.
Notevole il Sangiovese di Romagna Superiore Vigna delle Lepri Riserva di ►Fattoria Paradiso dal colore rubino intenso, naso ricco di frutto, ricordi di viola e rosa carnosa, fragolina di bosco, ciliegia, liquirizia e cacao; in bocca ha ottima freschezza, frutto piacevole, ottima trama tannica, vino ben fatto e, nonostante la struttura, bevibilissimo.
►Giovanna Madonia propone un interessante Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Ombroso dall’aspetto rubino con primi accenni granati, naso ancora difficile e chiuso che lascia filtrare la viola, la prugna, la ciliegia matura e un inizio di speziatura; in bocca è più espresso, frutto succoso e maturo, toni di liquirizia, buona materia e tannino ben lavorato.
Annata 2008
Il Ronco delle Ginestre di ►Castelluccio è un Sangiovese IGT Forlì, il vigneto si riconosce facilmente per la sua forma a piccolo anfiteatro che guarda alla valle. Posizionato a circa trecento metri di altitudine, in forte pendenza è circondato da macchie di ginestre (da cui il nome) e da ulivi. È il sangiovese più “vecchio” prodotto in azienda, ottenuto da un clone unico, selezionato negli anni ’70, con il grappolo minuto e spargolo, dall’acino piccolo e di buccia consistente. La versione 2008 si presenta nel calice di colore rubino intenso con unghia granata, naso serrato ma di buona fattura, frutto scuro e spezie, sottofondo terroso. Al gusto mantiene le stesse caratteristiche su un tessuto un po’ austero, nel complesso è ben fatto anche se un po’ pesante nella beva.
Una piacevole sorpresa arriva dal Sangiovese di Romagna Superiore Cesco 1938 dell’azienda ►Piccolo Brunelli, un vino che pur ricadendo nella sottozona Predappio si discosta dalla caratteristica potenza e tannicità a vantaggio di una speziatura fine ed elegante e una ciliegia croccante; anche in bocca manifesta un bell’equilibrio espressivo, ritorno speziato, è fresco e vitale, un caso quasi unico fra i 2008.
Un’altra interessante azienda di Bertinoro è ►Bissoni, che in quest’occasione propone un Sangiovese di Romagna Superiore Riserva dal colore rubino profondo con riflessi granati ai bordi, una trama olfattiva matura ma ancora viva, toni di liquirizia si alternano a frutti di bosco in confettura; in bocca ha buona corrispondenza, tannino svolto, ritorni di liquirizia, c’è ancora carnosità senza appesantirsi.
Annata 2007
Buona prova per il Tauleto di ►Umberto Cesari, caratterizzato da un colore rubino fitto con riflessi melanzana, bouquet di mora, mirtillo e ciliegia, sfumature di china, liquirizia e grafite; bocca strutturata ma fresca, molto frutto, succo, materia, tannino fine, vino di una certa consistenza materica, morbido e accattivante, persistente e con una certa eleganza.
Il Ronco dei Ciliegi di ►Castelluccio si colora di rubino granato medio, naso fitto e maturo dove si percepisce a tratti l’annata calda; in bocca ha struttura, potenza, manca un filo di eleganza che sottrae piacevolezza d’insieme, ma nel complesso non è affatto male.