Statistiche web
Eventi e manifestazioniNotizie e attualita

Una nuova vita per il Timorasso, pardon, per il Derthona…

Ingresso a Derthona 2.0

Tempo ne è passato da quando Walter Massa, giovane sognatore dedito alla viticoltura, nel lontano 1987 con caparbia e curiosità si mette in testa di voler scoprire il motivo della quasi estinzione di un vitigno a bacca bianca da sempre coltivato sulle colline tortonesi: il Timorasso.
Dopo le due damigiane prodotte il primo anno, Walter l’anno successivo imbottigliò le sue prime 800 bottiglie, grazie anche a un altro visionario come il roerino Beppe Bordone, che gli permise di moltiplicare le barbatelle di questo vitigno ricorrendo alle cure del vivaio friuliano di Rauscedo.
Nel corso dei vari assaggi Massa si accorge che il vino dell’anno precedente è più buono. La stessa sorpresa l’ebbe nel 1989, ed ecco che allora il motivo dello scarso interesse verso questo vino gli parve chiaro: il Timorasso ha il carattere di un vino rosso, bisogna concedergli il tempo necessario per amalgamarsi, maturare e dare il meglio di sé soltanto dopo diversi mesi di affinamento.

Walter Massa descrive l'evoluzione del Timorasso
Walter Massa descrive l’evoluzione del Timorasso

Un’importanza al tempo che scorre che allora si era restii a concedere, tanta era la fretta di produrre e vendere vini bianchi che conquistassero palato e mercato immediatamente, anche a costo di sacrificare patrimoni enologici come nel caso del Timorasso.
Da allora tempo ne è trascorso parecchio, sulla scia dell’entusiasmo di Massa, gran comunicatore a cui è impossibile non dare ascolto, i produttori sono saliti progressivamente a una trentina nel 2009, fino ad arrivare alla bellezza di 132 oggi, tra coltivatori e imbottigliatori di questo delizioso nettare dislocati su ben 46 comuni. Di pari passo sono aumentati anche gli ettari coltivati a Timorasso, passando dagli appena 25 del 2009 agli attuali 175, con un obiettivo di crescita di circa 100 nei prossimi tre anni per riuscire a tagliare l’ambizioso traguardo dei 350 ettari finali.

L'agronomo Ferrarese descrive le caratteristiche del territorio del Derthona
L’agronomo Ferrarese descrive le caratteristiche del territorio del Derthona

Un patrimonio che il Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi, nato nel 1999 con una sessantina di aziende aderenti e oggi presieduto da Gian Paolo Repetto, con tutte le sue forze sta cercando di tutelare e valorizzare.
Ultime iniziative in ordine di tempo la manifestazione “Derthona 2.0“, la prima edizione dell’anteprima del Timorasso svoltasi a Tortona all’interno del Museo Orsi, con ben trentasei produttori presenti ai banchi d’assaggio con la loro ultima annata in commercio (per tutti la vendemmia 2018 se non più affinati…) dislocati tra preziosi cimeli quali trattori e mezzi agricoli a testimonianza del prezioso lavoro svolto nel secolo scorso da questa famiglia tortonese nell’ambito della meccanizzazione dell’agricoltura.

Interno del Museo Orsi a Tortona
Interno del Museo Orsi a Tortona

L’evento ha fatto da ideale palcoscenico alla presentazione della proposta del disciplinare della nuova sottozona “Derthona”, nome che dovrebbe racchiudere al suo interno sia la tipologia di vitigno (Timorasso al 100%) sia la zona di produzione (Derthona è infatti il nome con cui fu battezzata l’attuale città di Tortona dai Romani attorno al 120 a. C.).

I banchi di degustazione di Derthona 2.0
I banchi di degustazione di Derthona 2.0

Questi in estrema sintesi i punti salienti del disciplinare del Derthona, creato innanzitutto perimetrando e sezionando il territorio vitato a Timorasso, attribuendo un’altitudine minima per ogni comune e istituendo la tipologia “Riserva”, con l’obiettivo che diventi operativa fin dalla prossima vendemmia:

  • Resa massima di uva 75 quintali per ettaro
  • Densità di impianto di almeno 4.000 ceppi per ettaro
  • Valore alcolometrico minimo naturale 12,50% per il Derthona e 13,00% per il Derthona Riserva
  • Essendo un’uva che come caratteristiche di struttura e invecchiamento può essere paragonata a una bacca rossa, l’estratto secco dovrà essere minimo 17,00 grammi/litro per il Derthona e 18,00 g/l per il Derthona Riserva
  • La messa in commercio del Derthona potrà avvenire dal 1° settembre dell’anno successivo alla vendemmia, mentre tale limite è spostato al 1° marzo del terzo anno successivo alla vendemmia per la versione Riserva
  • In ambito della sostenibilità, la bottiglia da 0,75 litri non potrà superare i seicento grammi di peso.
Donne protagoniste del Derthona
Donne protagoniste del Derthona

La degustazione
Un progetto ambizioso che poggia su una forte unità di intenti dei produttori associati e su una qualità di vini in continua e costante ascesa, come ha confermato la degustazione cieca di una dozzina di campioni che spaziavano dalla recente vendemmia 2018 fino alla 2010 condotta dall’agronomo Davide Ferrarese.

Annate di Derthona a confronto
Annate di Derthona a confronto

Utile prologo prima di mettere mano ai calici una panoramica delle caratteristiche del vitigno: zone di produzione che arrivano fino ai 5-600 metri s.l.m., germogliamento precoce, rese basse, soggetto a muffe e marciume se poco arieggiato così come è sensibile all’essiccamento se troppo esposto ai torridi raggi solari dei mesi estivi, criticità che obbliga i viticoltori a svolgere molto lavoro nel vigneto, monitoraggio giornaliero nelle settimane prima della vendemmia per evitare deterioramento, raccolta generalmente a metà settembre.

L'annata 2018 del Derthona
L’annata 2018 del Derthona

Nei vini dell’annata 2018, non eccessivamente calda, caratterizzata da un inverno flebile cui sono seguite alcune pericolose gelate primaverili, un maggio piovoso, un’estate altalenante ma per fortuna un settembre caldo e stabile, si iniziano a percepire note minerali e di idrocarburi, sebbene siano ancora predominanti i sentori floreali e fruttati.
La balsamicità, unita a una grande freschezza e beva invitante, si riscontrano invece nelle degustazioni targate 2016, un’ottima annata grazie all’assenza di picchi di calore o siccità, caratteristiche che però si trovano stranamente anche nel campione della vendemmia 2014, giunta al termine di una stagione con pochissimo sole, molta umidità ma caldo e stabilità in periodo di raccolta.
Effluvi e sapori iniziano a farsi marcati e persistenti nel Timorasso (pardon, Derthona…) datato 2013, frutto di un’estate non eccessivamente calda e di un autunno piovoso.
Gli idrocarburi, i sentori di fieno e frutta matura la fanno da padrone infine nei tre campioni dell’annata 2010, vini ancora freschi, ricchi di identità e di consistenza, a testimonianza che l’attribuzione del titolo “vino bianco che può reggere il confronto e la longevità di un vino rosso” poggia su valide fondamenta.

Luciano Pavesio

Luciano Pavesio

Esordi giornalistici nel lontano 1984 nel mondo sportivo sul giornale locale Corriere di Chieri. La passione per l’enogastronomia prende forma agli inizi degli anni ’90 seguendo la filosofia e le attività di SlowFood. Ha frequentato corsi di degustazione e partecipa a numerosi eventi legati al mondo del vino. Le sue esperienze enoiche sono legate principalmente a Piemonte, Valle d'Aosta, Alto Adige e Friuli. Scrive e collabora a numerose riviste online del settore; è docente di corsi di degustazione vino ed organizzatore di eventi.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio