Nata nell’ottobre 2015 con la sottoscrizione del Contratto di Rete, Vite in Riviera raggruppa 27 aziende vitivinicole e olivicole, ubicate tutte tra le province di Savona e Imperia, con l’obiettivo di divulgare e promuovere i vini e gli oli liguri della Riviera di Ponente. La sede di questa associazione risiede a Ortovero (SV), nel verde della Valle Arroscia, dove è sorta la sede savonese dell’Enoteca Regionale di Liguria, dove vengono organizzati eventi, congressi e degustazioni. I vini promossi da questa associazione sono le Doc e le I.G.T. della Riviera Ligure di Ponente, ovvero Pigato, Vermentino, Moscato, Rossese, Granaccia, Rossese Di Dolceacqua, Pornassio o Ormeasco di Pornassio e la Terrazze dell’Imperiese I.G.T. e la Colline Savonesi I.G.T., mentre il discorso oli tutela la D.O.P. della Riviera Ligure di Ponente. La Riviera di Ponente è una fascia di terra collinare nella parte occidentale della Liguria, affacciata sul Mediterraneo a Sud e protetta a Nord dalle ultime propaggini delle Alpi. I vigneti e gli uliveti vengono coltivati su impervie colline a picco sul mare, necessitano di ore e ore di lavoro duro e difficile, fatto praticamente sempre a mano, senza l’ausilio di macchine o trattori.
Dolceacqua
Vitigni autoctoni unici al mondo, che sanno regalare profumi di macchia mediterranea, sapori sapidi e minerale incredibili. Il lockdown causato dall’epidemia del Covid – 19 ha messo a dura prova i viticoltori e gli olivicoltori del territorio. Nonostante le criticità del periodo, Vite in Riviera non ha perso tempo, investendo tempo, risorse e professionalità per promuovere le 27 aziende aderenti, coscienti del fatto che nei momenti critici sia fondamentale comunicare ed essere visibili, in vista di una stagione turistica inizialmente in flessione rispetto agli anni passati, ma che ha saputo riprendersi con buoni risultati nei mesi di luglio e agosto.
Azienda Agricola Altavia
Coadiuvata da accreditati professionisti del settore, Vite in Riviera ha così dato vita a un ricco programma di marketing, promuovendo attività di Social Media Marketing, Pubbliche Relazioni e Ufficio Stampa. Nel corso del nostro tour abbiamo avuto la possibilità di conoscere alcuni di questi “eroici” produttori, come ad esempio l’azienda agricola Altavia, nata nel 2002 grazie alla passione di due amici: Gianni Arlotti e Savino Luca Formentini.
Entrambi amano il Rossese, vitigno autoctono del ponente ligure e perlustrando la zona s’interessano alla terra di Arcagna, da sempre indicata come il cuore della denominazione controllata del Rossese di Dolceacqua. Con grande tenacia riescono ad acquistare dai contadini della zona, cinque ettari di terreno in Arcagna. I vigneti di Altavia si estendono sulle alture che dividono la valle del Nervia dalla valle del Roya, in prossimità del confine francese, proprio all’inizio dell’Alta Via, da cui prende il nome l’azienda, l’antica via del sale che percorre trasversalmente tutta la Liguria da Ventimiglia a La Spezia.
Chiara Formentini
Il terreno è sottile, argilloso, con formazione arenaria e contiene sostanze minerali e vegetali. A fianco dei vitigni autoctoni come il Rossese e il Vermentino, per ampliare la gamma dei vini prodotti, vengono impiantati il Syrah, il Viognier e il Carignano, grazie anche al consiglio dell’enologo Federico Curtaz. La produzione è di circa 40.000 bottiglie all’anno e l’azienda, che dispone anche di alcuni piccoli casali dove poter soggiornare, è diretta da Chiara Formentini, sorella di Savino.
Uno scorcio sui vigneti di Rossese dell’azienda Altavia
Tra i vini degustati da segnalare il Rossese di Dolceacqua Superiore, che, dopo un passaggio in tonneau per 9 mesi, regala fresche note di macchia mediterranea, balsamicità, un intrigante mix di frutti rossi e neri, ottima persistenza; l’Assolo, vermentino in purezza, molto ricco, netto e deciso, e il “Noname”, da uve Viognier al 70% e Vermentino 30%, con sentori balsamici e agrumati, dal gusto sapido e agrumato. Immancabile una visita alla Viticoltori Ingauni di Ortovero, cooperativa nata nel 1976 per iniziativa di tredici soci, che si uniscono per vinificare e commercializzare il vino più tipico della zona: il Pigato.
Marco Foresti
La Cooperativa, presieduta da Massimo Enrico, presidente anche dell’associazione Vite in Riviera, oggi conta circa 198 soci iscritti, che sono distribuiti su un territorio della Riviera Ligure di Ponente che va dal Finalese, all’Albenganese fino al territorio di Diano Marina, mentre l’entroterra riguarda in parte la Valle del Lerrone e soprattutto la Valle Arroscia, risalendo da Albenga fino al comune di Pornassio passando per Ortovero. Oltre al Pigato, che costituisce ancora circa il 58% del vino prodotto, l’attuale produzione di circa 300.000 bottiglie conta anche il Vermentino, il Rossese detto di Campochiesa, l’Ormeasco di Pornassio nelle sue varianti più conosciute quali il tradizionale, il Superiore e lo Sciac-tra, e la Lumassina mossa, tutti prodotti vinificando esclusivamente le uve dei soci, circa 25 ettari, di cui una piccola parte è stata convertita in biologica. Tipicità e freschezza unite a un buon corpo e immancabile sapidità si riscontrano sia nel Pigato Superiore “Antigu” sia nel Vermentino.
Pigato I Soli di Marco Foresti
Vini di ottima qualità degustati anche presso l’azienda agricola Foresti Marco di Camporosso, in pieno territorio Imperiese. L’azienda fu fondata nel 1973 dal papà di Marco, origini bergamasche, e dopo un’iniziale vendita di vino sfuso, nel 1979 si registrano i primi imbottigliamenti. Nel 1988 subentra in azienda Marco, l’attuale titolare, che cambia radicalmente l’ìmpronta all’azienda, puntando in primis alla qualità dei suoi prodotti riducendo le rese in vigna e la quantità di bottiglie, passando da 124.000 alle attuali 45-55.000 e facendo “dei rapporti umani un ideale di vita” come ama raccontare. L’azienda è proprietaria di 7 ettari in 12 posizioni e 5 comuni differenti, una frammentazione dovuta a continui acquisti di terreni da vecchi conferitori di uve.
Serena Roncone
La nuova cantina è stata inaugurata nel 2015 sulla strada che conduce alla splendida Dolceacqua, e dispone di un prezioso punto vendita al dettaglio molto frequentato dai turisti. Sapidità e freschezza sono i comuni denominatori del suo Pigato, che nasce da cinque vigneti differenti situati in due vallate distinte, il più vecchio piantato ben 50 anni fa, e del Vermentino: Ottima beva, con una leggera e intrigante speziatura il suo Rossese di Dolceacqua. A pochi chilometri da SanRemo troviamo il Podere Grecale, nata nel 2007 dal desiderio di un padre ed una figlia di tornare in Liguria dopo tanti anni passati lontani da casa.
Il Moscatello di Taggia di Podere Grecale
Serena Roncone, studi enologici a Viterbo, insieme al papà Lino gestiscono il vigneto storico vicino alla folcloristica Bussana vecchia, storicamente patria del Vermentino a cui dedicarono un’importante Sagra negli anni ’60, mentre oggi il Podere Grecale è rimasta l’unica azienda a Bussana. Encomiabile la scelta di piantare esclusivamente vitigni autoctoni, affiancando al Vermentino il Pigato, la Granaccia e il Moscatello di Taggia, un clone di Moscato bianco riscoperto nel 2011 ed entrato recentemente nella Doc Riviera Ligure di Ponente, vinificabile sia nella versione secca che passito o vendemmia tardiva. Il loro ultimo impianto del 2017 è proprio vicino alla cantina, con uve di Vermentino, Granaccia e Pigato, grazie anche ai consigli del consulente Roberto Muccifuori. Nel 2008 la prima annata di Vermentino in bottiglia, ricco di agrumi al naso e al palato. Dalla vendemmia 2011 alla gamma dei vini si aggiunge il Pigato, da uve raccolte nel vigneto a dal naso floreale e finale mandorlato, frutto di una criomacerazione post-raccolta e un affinamento sulle fecce fini fino a marzo. Con la vendemmia 2014 arrivano due nuovi vini: il Vermentino Superiore Maèn, con una parte del vino che macera sulle bucce e affina 6 mesi in barrique, naso vanigliato, leggermente tannico e note di idrocarburi, e la Granaccia Superiore Beusi, un paio di settimane di fermentazione e affinamento per un anno in barrique, che regala un bel mix di note fruttate e fumé.
Luciano Pavesio
Esordi giornalistici nel lontano 1984 nel mondo sportivo sul giornale locale Corriere di Chieri. La passione per l’enogastronomia prende forma agli inizi degli anni ’90 seguendo la filosofia e le attività di SlowFood. Ha frequentato corsi di degustazione e partecipa a numerosi eventi legati al mondo del vino. Le sue esperienze enoiche sono legate principalmente a Piemonte, Valle d'Aosta, Alto Adige e Friuli. Scrive e collabora a numerose riviste online del settore; è docente di corsi di degustazione vino ed organizzatore di eventi.
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