Terre di Vite 2019: intervista a Barbara Brandoli
Nato nel 2009 quasi per gioco, di anno in anno è diventato uno degli eventi di riferimento, caratterizzato non solo dallo spazio dedicato ai vini, ma anche dalla commistione con arte, musica, letteratura, testimoniando quanto l’enogastronomia non sia qualcosa a se stante, ma faccia parte del mondo creativo umano e sia in grado di viaggiare su una comunicazione a più ampio spettro.
Assolutamente convinta di questa visione, l’ideatrice di Terre di Vite, Barbara Brandoli, ci ha concesso una breve intervista per comprendere meglio il suo pensiero e cosa c’è dietro alla realizzazione di questo progetto.
Siamo arrivati alla nona edizione di Terre di Vite, raccontaci come è nata l’idea di questo evento.
Terre di Vite nasce dal desiderio di fare una festa tra amici appassionati di vino e alcuni produttori, in particolare con Elena Conti de Cantine del Castello Conti di Borgomanero che ci ospitò per la prima volta nella sua cantina. Era il 2009 e i produttori erano 8. Con me c’erano alcuni amici modenesi con i quali ho creato lo “Staff” di Terre di Vite, persone che tutt’ora collaborano con lo stesso entusiasmo di allora.
Quali sono gli elementi che lo contraddistinguono?
Terre di vite non è solo una manifestazione sul vino, la differenza è che nasce come contenitore di iniziative, progetti, arte. Io per prima cosa penso al tema dell’evento e solo dopo ci costruisco intorno la parte artistica, gli allestimenti, la comunicazione. Ci contraddistingue in questo la presenza costante (e per noi fondamentale) del direttore di Porthos Sandro Sangiorgi, collaborazione che continua dalla prima edizione: fondamentale il suo apporto per approfondire il tema della manifestazione, sia per il convegno che ogni anno dedica ai produttori, sia per la degustazione guidata della domenica. Terre di vite è un evento eno-culturale, nato dalla passione per il vino che viene visto come mezzo per la convivialità, come momento di condivisione e di incontro tra le persone. Mi piace pensare che questa sia la ragione e il motivo che spinge ogni anno così tante persone a visitare Terre di vite, l’accoglienza e il clima disteso che si respira; oltre alla qualità indiscussa delle cantine espositrici presenti.
Molti produttori hanno espresso grandi apprezzamenti per l’organizzazione del servizio. Qual è il punto di forza del tuo staff?
Il punto di forza è che siamo tutti amici, il mio staff è composto da persone che frequento tutto l’anno e che con me condividono la passione per il vino, l’arte, la convivialità. Da diversi anni abbiamo deciso insieme di puntare sull’accoglienza dei produttori, desideriamo che i vignaioli si sentano a casa a Terre di Vite, noi li aiutiamo in tutto, perfino a scaricare i cartoni di bottiglie al loro arrivo portandoli fino al banchetto. In tanti rimangono esterrefatti ma per noi è la normalità. Anche il servizio al banchetto, come consegna ghiaccio, pulizia ecc… viene fatto sempre con il sorriso, la differenza del mio staff è che si divertono. I produttori lo percepiscono e ogni anno ci fanno i complimenti. Il mio staff è ciò di cui vado più orgogliosa, senza di loro Terre di vite non esisterebbe.
Come viene effettuata la scelta delle aziende vinicole che possono partecipare? Se ci sono, quali sono le caratteristiche che le accomunano?
I produttori di Terre di vite sono accomunati da valori umani, culturali ed etici che vanno oltre il doveroso rispetto dell’ambiente e che consentono loro di dare vita a vini di livello qualitativo indiscutibile. Tra di loro ci sono nomi di prestigio internazionale, ma anche giovani che si stanno imponendo all’attenzione della critica e degli appassionati per il loro lavoro. Cerchiamo, volta dopo volta, di offrire al pubblico una panoramica di territori e denominazioni quanto più possibile ampia, possibilmente con un’attenzione particolare rivolta ai prodotti della regione che ci ospita. Non chiediamo schede, certificazioni o altro, ma rispetto per l’ambiente e per il prossimo.
Salvo in un caso, la scelta della location non è mai cambiata, il Castello di Levizzano è ormai il luogo eletto per Terre di Vite, per quale ragione?
Il Castello di Levizzano ci ha accolto e aiutato fin dall’inizio, ricordo 10 anni fa che ne parlai con l’assessore Monica Poli la quale per prima ha creduto in noi mettendo tutto il suo impegno coinvolgendo anche tutti gli abitanti del borgo di Levizzano. La location è stupenda e si presta benissimo al nostro evento perché ci permette di lavorare in un contesto di naturale bellezza. Arrivare a Levizzano, passando da Castelvetro è già viaggiare in un luogo fantastico, tra le colline del Lambrusco Grasparossa che ad ottobre si tingono di colori straordinari. Il contesto ambientale è fondamentale, Terre di Vite in un capannone di una fiera non sarebbe la stessa cosa. Qui a Levizzano il tempo si dilata, i ritmi rallentano e le persone possono incontrarsi senza fretta. C’è anche poco campo telefonico, io lo vedo come un pregio, nei giorni dell’evento le persone abbandonano la stressante abitudine di controllare sempre il cellulare e si concentrano di più sui rapporti umani diretti.
Prevedi in futuro la possibilità di rendere la manifestazione itinerante?
Non so, può darsi… anche se trovare una location all’altezza del Castello di Levizzano non sarà facile. Per il momento rimaniamo a Modena, poi si vedrà.
Ci sono in cantiere nuovi progetti e novità legati all’evento?
Sì ce ne sono tanti, alcuni nuovi altri già testati negli anni. Da “Terre di vite in Tour” che nasce per portare in pullman gli appassionati di vino nelle cantine dei produttori conosciuti all’evento, alle degustazioni tematiche nelle sale del Castello di Levizzano e anche altrove. I vari corsi che conduco tutto l’anno utilizzando i vini dei produttori presenti a Levizzano. I Brunch in vigna che quest’anno hanno avuto un grande successo. Nel 2020 ci sono altre iniziative che stiamo studiando anche grazie alla collaborazione con le Sorelle in Erba (www.sorelleinerba.it) le quali raccontano il cibo come noi raccontiamo il vino. Sicuramente eventi dove il vino si sposa con l’arte, la poesia, la voglia di stare insieme.
Roberto Giuliani