Sannio Sant’Agata dei Goti Aglianico Cesco di Nece 2017
Degustatore: Roberto Giuliani
Valutazione: @@@@@
Data degustazione: 02/2023
Tipologia: DOC Rosso
Vitigni: aglianico
Titolo alcolometrico: 13%
Produttore: MUSTILLI
Bottiglia: 750 ml
Prezzo enoteca: da 18 a 23 euro
Il vigneto “Cesco di Nece” proviene dall’omonima contrada di questo comune ed è composto da uve aglianico per la produzione di questo vino, che fa parte della linea “Selezione”, e si fregia in etichetta della riproduzione del ritratto di Isidoro Rainone (XVIII secolo) presente a Palazzo Mustilli, con qualche piccola modifica per dargli un tocco pop moderno.
La denominazione di origine consente una produzione di uva per ettaro pari a 120 quintali (che possono arrivare fino a 144 nelle annate favorevoli), un quantitativo decisamente abbondante, ma in casa Mustilli ci si ferma a 60 quintali, la metà esatta, segno evidente che la qualità è un concetto concreto e attuato con dovuto rigore.
Raccolta rigorosamente a mano in piccole cassette, fermentazione in vasche di acciaio per 3 settimane, maturazione in botti di rovere francese per circa 12 mesi, cui segue un affinamento in bottiglia per almeno 6 mesi.
Facendo due conti l’annata 2017 sarebbe dovuta uscire in commercio nell’autunno 2019 o al più tardi nella primavera 2020.
L’arcano è svelato, infatti questa è, al momento, l’ultima annata prodotta in quanto è stato necessario reimpiantare una parte del vigneto da cui proviene.
Quindi il vino in mio possesso si è fatto circa 4 anni di bottiglia, tanto meglio perché lo trovo in un equilibrio magnifico! Del resto è un aglianico, 5 anni e mezzo dalla vendemmia non sono nulla per lui.
Ha colore rubino di buona profondità, profumo intenso di mirtillo e marasca, ma anche mora di rovo e prugna, che non nasconde però una piacevole trama floreale di iris, viola e rosa; desueta per la tipologia spunta una traccia di arancia rossa, poi richiami al cardamomo, al pepe e allo zenzero.
La trama gustativa esprime tutto il benessere ottenuto dal lungo affinamento, ormai ogni componente, dal tannino all’acidità, dal frutto alle spezie, è perfettamente fusa e genera un vino dal sorso profondo e coinvolgente, quasi mentolato, fra l’altro l’annata calda qui è praticamente “non pervenuta”, basti pensare che l’alcolicità viaggia intorno al 13%.
Un aglianico così è pericolosissimo, perché ad ogni sorso tira fuori nuove sensazioni, ma voi siete saggi e sapete bene che la moderazione è doverosa, sorseggiatelo con un sontuoso primo piatto a base di crusicchi di Caggiano (una pasta simile agli gnocchi ma senza aggiunta di patate) al sugo di castrato.