Alto Adige Pinot Nero Riserva Ars 2018
Degustatore: Andrea Li Calzi
Valutazione: @@@@@
Data degustazione: 09/2023
Tipologia: DOC Rosso
Vitigni: pinot nero
Titolo alcolometrico: 13%
Produttore: STEINHAUS
Bottiglia: 750 ml
Prezzo medio: da 25 a 30 euro
Seconda ed ultima Riserva di Steinhaus, Cantina di Salorno (BZ) in mano alla famiglia Gussalli Beretta dal 2017. Trattasi del Pinot Nero Ars 2018. A partire dalla suddetta annata l’etichetta viene prodotta per la prima volta in sole 2.108 bottiglie e 75 magnum. Rappresenta l’eccellenza aziendale, frutto di una selezione delle migliori uve allevate nei vigneti maggiormente vocati della proprietà. Ad alti livelli produrre vino è una forma d’arte, ne sono convinto oggi più che mai e a quanto pare anche Steinhaus perché “Ars” in latino significa per l’appunto “Arte”.
Vengono selezionati soltanto i grappoli provenienti da un vigneto di circa 50 anni d’età localizzato a fianco della cantina, sulla dorsale di un altopiano naturale. La terra da queste parti è leggera: un deposito morenico più antico rispetto agli altri vigneti. A livello agronomico la vite viene alleggerita di un numero di grappoli necessario perché ne rimangano sulla pianta soltanto due, massimo tre.
Il valore del vino non va attribuito soltanto al diradamento, ma alla parcella di raccolta e alla cosiddetta arte dell’assemblaggio post vinificazione; in questi casi è l’esperienza a dettare legge. L’uva appena vendemmiata viene cernita, diraspata e messa in tini di acciaio inox termo condizionati dove avviene una prima macerazione a freddo (intorno agli 0°C) del mosto a contatto con le bucce. L’uva in seguito viene riportata a temperatura e viene avviata la fermentazione, al termine della quale si ha una lunga macerazione (bucce-vino) in ambiente inerte.
Successivamente ha luogo la fermentazione malolattica naturale. Effettuati i travasi il vino matura parte in barriques e parte in tonneaux di primo passaggio per almeno 24 mesi. Segue l’assemblaggio delle partite migliori e il loro affinamento in acciaio per altri 6 mesi, più un anno in bottiglia. Contrariamente a ciò che accade il 60-70% delle volte, e a quanto asserito nel precedente articolo, in questo caso la scelta di far affinare il vino in contenitori di primo passaggio non penalizza in alcun modo il prodotto, ed il motivo è soltanto uno: la materia prima è di altissimo livello ed in grado di assorbire gli aromi dati dal legno. La trama color rubino caldo è ravvivata da lampi granata, mostra consistenza e buon estratto.
Come già anticipato i classici aromi di vaniglia (legno) sono appena accennati, al contrario è l’eleganza a spadroneggiare grazie a pennellate floreali di violetta e rosa rossa lievemente appassite, amarena in confettura, eucalipto, tabacco e grafite; con il trascorrere dei minuti riecheggia un soffio lievemente salmastro e in parte boschivo: una sfumatura originale non c’è che dire.
In bocca prevale la morbidezza, lunga la scia sapida così come la profondità. Il tannino è coeso e la freschezza irrompe all’interno del registro gustativo dando prova che il Pinot Nero in Alto Adige, allevato da mani esperte, risulta in grado di competere ad armi pari con i vini rossi prodotti dai cugini d’Oltralpe o dai “fratelli” austriaci-tedeschi.
La cultura altoatesina è strettamente legata a quest’ultime due nazioni, soprattutto a livello di tradizioni. Non dimentichiamo che la parte meridionale del Tirolo, la stessa che comprende l’Alto Adige, venne assegnata all’Italia soltanto dopo la fine della Prima Guerra mondiale. In definitiva sono 5 chiocciole piene, consiglio un abbinamento su tutti: cervo in salmì con purè di contorno.