L’Australia come esempio per la comunicazione del vino
L’Australia rappresenta un ottimo esempio per tutti quei Paesi produttori di vino che vorrebbero far uscire da una nicchia, magari un po’ stereotipata, i loro prodotti ed essere meglio conosciuti a livello mondiale. È sulla piattaforma di Wine Australia che si sta combattendo questa battaglia per il riscatto del settore vitienologico australiano come un insieme di territori e tecniche che non ha nulla da invidiare a molte regioni storicamente produttrici di vini, cercando in contemporanea di far conoscere più produttori al di fuori dei soliti brand molto famosi ma ormai scontati.
Wine Australia, per chi se lo stesse chiedendo, è l’istituzione che dal 1981 riunisce tutti i produttori, esportatori, educatori e divulgatori del vino australiano concentrandosi sulla ricerca, innovazione, sviluppo e informazione nel settore. Ed è proprio nel caso dell’informazione e divulgazione che riveste particolare importanza una sezione di WA chiamata Australian Wine Discovered, lanciata a gennaio del 2019 e che ospita al suo interno una vasta gamma di contenuti: dalle varietà coltivate alle tipologie di vino divise per stili, vitigni e denominazioni, il tutto diviso in video informativi, podcast, presentazioni e opuscoli più o meno personalizzabili con indicazioni per la divulgazione del materiale. Un lavoro notevole che consiglio di andare a vedere a chi si interessa della comunicazione in ambito enologico, sia per la sua accuratezza nel fornire informazioni che chiarezza nei confronti delle persone che potrebbero approcciarvisi, dal consumatore medio che sta cercando qualcosa di nuovo e insolito da bere con gli amici, ai “bevitori” più esperti che preparano una degustazione dei vini del Nuovo Mondo.
Con questa mossa è chiaro che l’Australia non è più contenta del ruolo marginale che ha occupato nei confronti di Italia, Francia, Stati Uniti… nel mercato del vino e punta a una maggiore comprensione e, di conseguenza, valorizzazione del proprio prodotto che potrebbe così ambire a occupare un posto più importante nella mente del consumatore, negli scaffali del supermercato o persino ai ristoranti di alta classe. Secondo Aaron Ridgway, direttore regionale di WA negli Stati Uniti, le bottiglie con un prezzo superiore ai 10$ hanno raddoppiato le vendite dal 2017 al 2020 in quei mercati che assorbono in buona parte l’export australiano: Nord America (Stati Uniti e Canada), Inghilterra, Germania e Cina (momentaneamente off-limits a causa degli altissimi dazi imposti dal governo cinese).
Durante la stessa intervista sul podcast di XChateau, il signor Ridgway parla dei principali obbiettivi di questa campagna: una comunicazione online più efficace, maggiore educazione sul prodotto e territorio dei consumatori, distributori e rivenditori e, infine, una maggiore quota e rappresentatività del vino australiano sul mercato mondiale.
I prossimi strumenti di cui si servirà WA per raggiungere i suoi scopi sono una maggiore percentuale di uva e vino biologico prodotti, un fattore sempre più fondamentale, e l’apertura di un nuovo spazio online: Australian Wine Connect. Questa piattaforma, aperta alla fine di marzo 2021 ai produttori, è una fiera del vino in formato digitale sempre aperta e visitabile da compratori, distributori, giornalisti ed educatori e dedicata interamente al vino australiano.
Australian Wine Connect sarà lanciata a livello internazionale il 27 aprile di quest’anno, tra pochi giorni, e sarà interessante visitare e prendere spunto dalle iniziative di uno stato e un settore in particolare che hanno fatto della comunicazione del vino a trecentosessanta gradi la loro forza.
Francesco Dotti Giberti