Creta, Dourakis Winery, il volto moderno del vino cretese
Creta, straordinaria isola greca, estremo lembo al confine della costa libica, è una delle più antiche regioni vinicole del mondo. Già Omero riferiva che, ai suoi tempi, la qualità dei vini cretesi era rinomata in tutto il mondo conosciuto!
Importanti reperti archeologici, come il gigantesco affresco dei portatori di anfore a Knossos, gli imponenti Pithoi, le vaste vasche sotterranee, i disegni pertinenti in tutti i palazzi minoici ed il più antico torchio (3500 anni), trovato nella regione di Vathipetro, sono la testimonianza dell’intensa e sistematica coltivazione del vino a Creta per circa 4000 anni.
Il Codice delle Leggi di Gortyna, il più antico testo normativo in Europa, annovera il primo insieme di regole sulla viticoltura! Esemplare ancora oggi, il diritto gortino è espressione dello spirito di libertà dell’antico popolo cretese oltre ad essere straordinariamente innovativo e moderno.
Lo stesso “vento” di innovazione e di modernità che a Creta la nuova generazione di vignerons sta “soffiando” sulle tradizioni vinicole, prediligendo varietà autoctone, produzione più piccole, di alta qualità e vini distintivi, terroir-driven.
A metà strada tra Chania e Rethimno, l’azienda Dourakis Winery, situata nel villaggio collinare di Alikambos, rappresenta la nuova frontiera del vino cretese che, con le nuove generazioni, ha ritrovato spinta e vigore. Una storia iniziata nel 1986, quando Andreas Dourakis, originario di Salonicco, si trasferì a Creta per coltivare una vecchia vigna di proprietà del padre, a 330 metri sul livello del mare. “Mio padre ha cinque sorelle – mi racconta Anthoni Dourakis, con cui ho appuntamento – Mio nonno ha frazionato tra i figli tutta l’area vitata di proprietà, che, in ogni caso, è tutta intorno l’azienda”. I vitigni variano da 250 a 900 metri di altitudine e si dividono in produzione di autoctoni, tipici dell’isola: Vidiano, Malvasia di Candia aromatica, Mandilari e Kotsifali e Grenache che coprono 3 ettari di produzione. Gli altri 11 ettari sono coltivati con altri vitigni: Vilana, Moscato Spina e Romeiko, autoctoni e Chardonnay (fermo), Sirah, Cabernet Sauvignon, Merlot, internazionali.
L’azienda è tutta in pietra e legno, con un bel patio esterno dove in estate vengono condotte le degustazioni. L’interno è accogliente, alle pareti vecchie fotografia di famiglia in bianco e nero, un antico telaio dove la nonna di Anthoni lavorava i tessuti per la famiglia e tanti oggetti intorno di vita quotidiana passata, una sorta di piccolo museo contadino home made.
Anthoni, insieme al padre e alla sorella Evie Dourakis, si occupa dell’azienda di famiglia, utilizzando metodi del progresso tecnologico e delle scienze agrarie per produzioni di qualità, con certificazione ISO 22000 e coltivazione biologica per i vini biologici monitorati da Δ.Η.Ω.
Garbato, sorridente e professionale, Anthoni, insieme ad Evie, appartiene alla nuova generazione che sta ridisegnando il nuovo volto del vino a Creta.
Negli ultimi 28 anni l’azienda vitivinicola ha investito sullo sviluppo di vini di qualità e di una rete di distribuzione solida ed in continua crescita in tutta Creta anche grazie a Wines of Crete, un’associazione che unisce 350 viticoltori locali che producono il 90% della produzione isolana con l’obiettivo di reinventare, con la qualità, la scena del vino cretese. L’azienda oggi produce 160.000 bottiglie l’anno, 50% di bianchi, 25% rosati e 25% di rossi. Il 10% della produzione è esportato all’estero, USA, Canada, Cina, Germania, Belgio ed anche Olanda, mentre il 90% è destinato al mercato di tutta la Grecia.
Negli ultimi anni a Creta c’è una crescente richiesta di rosato da romeiko, vitigno autoctono isolano, una varietà particolarmente resistente che conferisce vini rossi vivaci con alta gradazione alcolica, acidità media e colore variabile – grazie alle caratteristiche organolettiche tipiche, alla buccia spessa ed al grappolo compatto. Il tradizionale vino Marouvas, che ricorda lo sherry, è fatto proprio con questa varietà.
“Da circa 7 anni la nostra azienda ha in corso una sperimentazione – mi spiega Anthoni- per realizzare un vino spumante di qualità dalle uve Romeiko in blend con uve di altri vitigni, ma ritengo ancora non siamo pronti, nel senso che desidero un prodotto di alta qualità”. La visita nella cantina interrata nella roccia è davvero suggestiva!
La sala degustazione è una sorta di museo contadino home made: alle pareti, tante foto di famiglia, in bianco e nero, un antico abito tradizionale, un antico telaio della nonna, con cui lavorava tessuti per la famiglia e tanti piccoli e grandi oggetti di vita contadina quotidiana.
Prima di iniziare la degustazione, chiedo ad Anthoni se ha riti scaramantici quando inizia la vendemmia. “Non ho un rituale specifico – mi risponde, sorridendo- ma con mio cugino amiamo bere un calice prima che arrivino le uve in cantina”.
Il nostro tasting comincia dal bianco Lihnos, il nome della lampada a olio con cui il nonno Andreas aveva l’abitudine di ispezionare i barili, uno per uno, del suo vino stagionato nelle cantine buie. Il Lihnos White è un vino secco e biologico ottenuto dall’uva Vidiano coltivata nei vigneti che circondano la cantina. 13 gradi alcol, fa acciaio e 6 mesi barrique. Ha un colore dorato con riflessi verdognoli. L’aroma accattivante dominante è di fiori primaverili, ginestra in primis, frutta a polpa bianca e limone. Si distingue per il suo corpo pieno e il lungo finale ben equilibrato, ricorda vagamente il Vermentino sardo.
Si passa poi a Kudos, una Malvasia di Candia. Kudos (dal greco κῦδος [keedos]) una speciale parola che significa “grandi consensi o lodi per risultati eccezionali”. Malvazia è una varietà di uva cretese che si è diffusa nei vigneti del Mediterraneo otto secoli fa ed è stata migliorata negli ultimi anni in Grecia in condizioni climatiche ideali. 13 gradi alcol, anno 2017, è un vino giallo dorato con ricchi aromi di agrumi e noci secche. In bocca, l’elevata acidità si equilibra perfettamente con il suo corpo ricco. La complessità aromatica prosegue con un retrogusto lungo. Non a caso, Kudos è stato insignito della medaglia d’argento al Greek Wine Award 2015.
Ottimo il loro rosé da Grenache Rouge, una classica varietà rosé mediterranea. Ha un colore rosa brillante con un aroma ricco e complesso di frutti rossi, fragola in primis. Si distingue per il suo corpo pieno, il sapore ricco e il retrogusto lungo.
Kudos Rosso è un blend della varietà di uva locale kotsifali (70%) insieme al syrah (30%) che si è ambientato perfettamente nei nostri vigneti. Annata 2016, 3 mesi in barrique di quercia, ha un colore rosso vivace e un naso abbastanza complesso mora e ciliegia fresca, leggermente speziato, pepe bianco. Ha corpo ed è abbastanza persistente.
Lihnos rosso è, invece, un blend da cabernet sauvignon (70%) e kotsifali (30%), annata 2016, è un vino biologico secco derivante dall’uva cabernet sauvignon coltivata nei vigneti che circondano la cantina Dourakis. Il mosto fermenta e matura in piccole botti di rovere. Dopo un breve periodo di tempo, il vino viene imbottigliato e lasciato maturare ulteriormente. 13 gradi alcool, dodici mesi in botti di quercia per un vino dal colore rubino intenso, naso complesso, frutti rossi, spezie, cuoio, gusto pieno e robusto, in cui la vaniglia gioca con i frutti rossi, regalando un finale lungo e persistente.
Chiusura con Euphoria, 10,5%, vino da dessert da uve passite romeiko, che vengono essiccate al sole per 9 giorni, dando come risultato un vino naturalmente dolce con un’eccezionale densità di aroma e gusto. Di colore dorato brillante, ha un aroma di rose (caratteristico del vitigno), poi albicocca, fichi, miele, mandorla e fiori d’arancio. Grazie a un equilibrio tra acidità e dolcezza, questo vino è allo stesso tempo fresco ed elegante, secco e lungo. È stato premiato anche al Decanter World Wine Awards.
L’intervista volge al termine, non resisto per un’ultima domanda: Mr.Anthoni, come completa questa frase? Una tavola senza vino è come… “una donna senza charme “!