Il bianco e il tempo, il Fiano e il tempo. Comincia a far capolino la voglia di presentarsi sul mercato con uno o due anni dopo la vendemmia, ma con molti di più. Non a caso sono due aziende di lunga militanza, due delle dodici che esistevano in Irpinia prima del 1990, ad avviare questo discorso. Da un lato Di Meo con il Fiano Alessandra ed Erminia, dall’altro Mastroberardino che per primo, con il More Maiorum, avviò questo discorso nel 1995. Villa Diamante e Marsella, i primi ad uscire con un anno di ritardo, debuttarono due anni dopo, nel 2017. L’azienda di Atripalda condotta da Piero Mastroberardino si è sempre distinta per la capacità di assumere il tempo come valore aggiunto, ma per molti anni gli sforzi sono stati concentrati sul Taurasi. Da alcuni anni però Piero si è concentrato anche sugli altri due gioielli dell’Irpinia con il Fiano e il Greco attraverso la linea vintage. Ma è con il progetto Stilema che ancora una volta la storica azienda campana allunga il passo. Si tratta della voglia di tornare ad alcuni protocolli di vinificazione del passato, dando il tempo giusto ai vini prima di metterli in commercio. Il risultato è incredibile, noi speriamo che sia da esempio a tanti altri, soprattutto a quelle aziende di grandi dimensioni che appaiono quasi sedute su se stesse e che avrebbero la possibilità di dare un grande contributo alla crescita del territorio. Ecco allora alcune note di questa degustazione di vini che a breve saranno sul mercato. La degustazione che segue è stata fatta insieme a Piero, all’enologo Massimo Di Renzo, professionista operoso, bravissimo, senza velleità da protagonista, e da Pierre Fonteneau dalla Borgogna che collabora con questo ed altri progetti.
I BIANCHI
Neroametà 2019 Bianco da Rosso, ossia l’Aglianico vinificato in bianco. Abitudine che si era un po’ persa negli anni ’90 e che adesso ritorna. Il primo Neroametà nasce nel 2013 e si ricollega al vecchio progetto Plinius degli anni ’80. Bianco prezioso, grande finezza nel naso con note agrumate e al palato buon corpo. Un 5% fa legno. 10mila bottiglie circa. Sui 14, 15 euro in enoteca.
Fiano di Avellino Stilema Riserva 2018 Il progetto parte nel 2015 e colpisce subito Cernilli ed è giunto alla quarta edizione. Selezione di filari di terroir più che cru, vinificazione in acciaio, piccola parte del mosto in barrique, due anni sui lieviti e poi in bottiglia. Grande naso di frutta, agrumato, mela, macchia mediterranea, leggero fumé, allungo piacevolissimo. Al palato molto corpo. Sur lies ma non tutto legno, questa caratteristica. 3000 bottiglie. 32-33 euro.
Greco di Tufo Stilema Riserva 2018 In questo caso parliamo di secondo millesimo perchè il primo è del 2017. Stesso protocollo del Fiano con parte in acciaio e piccola percentuale in barrique. Grande profumo elegante. Note di pietra focaia, piacevole, lungo. Anche in questo caso il Greco rivela il suo carattere forte, esprime energia con grande capacità di abbinamento. 6000 bottiglie. 32 33 euro
Irpinia Bianco More Maiorum 2017 La novità di questo millesimo è il blend di Fiano e Greco. Fermenta e affina 18 in rovere e tre anni, separate le masse e al momento dell’imbottigliamento insieme. Grande note di albicocca, buono, piacevole. Si vuole assicurare uno stile ben caratterizzato. Cremosità, note di pasticceria, è sicuramente il più francese dei vini bianchi della casa, uno stile che a me affascina da sempre e di cui sono ghiotto. Si, ghiotto!
I TAURASI
Taurasi Stilema Riserva 2016 Primo Taurasi del 2015. Ritorno al passato con tecniche del futuro, il rosso non impenetrabile, lascia intravedere il fondo del bicchiere, molto piacevole, assolutamente bevibile. Lungo, ciliegia, chiusura precisa, fresca, che invoglia a ripetere. Il mondo nuovo del Taurasi che vuole essere più competitivo e leggibile. Straordinario anche grazie alla buona annata. 14mila bottiglie a 65, 70 euro
Taurasi Naturalis Historia Riserva 2016 Un grande classico della Mastroberardino in linea con le annate recente. Da vigna vecchia a Mirabella. Vinificazione affinamento in legno piccolo. 30 mesi, piacevole, naso di spezie e frutta molto ben indicato. 1997 nasce come blend con Piedirosso per essere venduto con il sistema dei future. Era il momento in cui la finanza incrociava il mondo del vino e anche in questo Mastroberardino fu precursore. La tenuta di Mirabella Eclano, voluta e creata da Piero, ha un’esposizione a sud-est ed è caratterizzata da un suolo profondo, a tessitura franco-sabbiosa, di origine vulcanica, con argilla in profondità e presenza di tracce di calcare lungo tutto il profilo. L’altitudine è di 400 m. s.l.m. 5000 bottiglie, sui 45 euro.
Taurasi Radici Riserva 2016 Nasce dalle vigne di Montemarano. Un Taurasi ricco di frutta, fresco, dai tannini ficcanti, lungo e piacevole. Legno grande e legno piccolo ben alternati, il classico benchmark Mastroberardino che inizia il suo cammino senza fine e che segna i tratti caratteristici del Taurasi: dal naso al palato. 14mila bottiglie, sui 40 euro.
CONCLUSIONI I vini di Mastroberardino, quasi 300 ettari vitati in Irpinia, sono da sempre il punto di riferimento assoluto per il territorio. L’attenzione dell’azienda si sta spostando sul territorio del tempo dove inevitabilmente gioca con grande vantaggio grazie alla lunga esperienza consolidata e ad una visione culturale e commerciale insieme di grande respiro, propria di chi è nato nel mondo del vino invece di arrivarci da altre esperienze imprenditoriali. Seguiamo Mastroberardino sul piano professionale dal lontano 1992, ma possiamo dire che questa batteria ci appare come la migliore di sempre.
Luciano Pignataro
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilancio della viticoltura campana e meridionale. Al centro dei suoi interessi la ristorazione di qualità, la difesa dei prodotti tipici e dell'agricoltura ecocompatibile. È autore per le Edizioni dell'Ippogrifo delle uniche guide, sponsor free, sui vini della Campania e della Basilicata andate ripetutamente esaurite oltre che del fortunato Le Ricette del Cilento giunto alla terza edizione. Con la Newton Compton ha pubblicato La cucina napoletana di mare, I dolci napoletani, 101 vini da bere almeno una volta nella vita. Ha vinto il premio Veronelli come miglior giornalista italiano nel 2008. Dal 1998 collabora con la Guida ristoranti Espresso, è impegnato nella nuova guida Vini d'Italia di Slow Food. Fa parte del gruppo Garantito Igp.
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Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
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Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, (...)
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