Il Montepulciano d’Abruzzo è nato di nome e di fatto come Doc regionale, parliamo però del lontano 1968, quando il mondo dei disciplinari vinicoli era ancora agli albori. Con il tempo si è compreso che un vino prodotto in oltre 170 comuni distribuiti su tutte e quattro le province abruzzesi, in territori assolutamente eterogenei, necessitava di una suddivisione per sottozone che ne evidenziasse le diverse caratteristiche. La prima a partire fu la sottozona “Colline Teramane”, nel 1995 (DM 1-4-1995/G.U. n.94 del 22-4-1995), che coinvolgeva 31 comuni della provincia di Teramo; seguirono poi, quasi 10 anni dopo, nel 2006 (DM 29-3-2006/G.U. n.84 del 10-4-2006), “Casauria o Terre di Casauria” (18 comuni della provincia di Pescara) e “Terre dei Vestini” (altri 21 comuni della stessa provincia).
Infine, con il DM del 5 ottobre 2010 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.240 del 13 ottobre 2010, furono aggiunte altre tre sottozone: “Alto Tirino” (tre comuni della provincia de L’Aquila), “Teate” (gli stessi comuni della provincia di Chieti previsti nella Doc Montepulciano d’Abruzzo, con l’esclusione di Celenza sul Trigno, per un totale di 59) e “Terre dei Peligni” (11 comuni della provincia de L’Aquila). Ma i produttori della sottozona Colline Teramane, fortemente convinti della qualità e dell’unicità dei loro vini, si sono impegnati per ottenere il distacco dalla Doc come sottozona e il passaggio a Docg come singola denominazione, forti di 8 anni di attività. Sono riusciti a raggiungere l’obiettivo con DM 20-2-2003 pubblicato sulla G.U. n.54 del 6-3-2003, diventando la prima DOCG dell’Abruzzo. In quello stesso anno prende vita il Consorzio Tutela Vini Colline Teramane e, il 30 gennaio 2020, arriva il primo evento espressamente dedicato alla denominazione: “Anteprima Colline Teramane: The Cool on the Hills”.
Ed eccoci ai nostri giorni, dall’1 al 3 marzo si è svolta la terza edizione dell’anteprima dedicata alla stampa, presso la Sala Ipogea e la Pinacoteca Civica di Teramo, con il supporto fondamentale di Chiara Fossati e Selvaggia Stefanelli in qualità di ufficio stampa del Consorzio. Oggi il comparto produttivo della Docg Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane ha superato le 600.000 bottiglie, con un aumento di oltre il 50% sui due anni precedenti, mentre gli ettari vitati sono arrivati a 172. “In questi 20 anni abbiamo affermato l’esistenza del luogo “Colline Teramane”, conferendogli quella importanza che hanno alcune zone per le loro regioni: penso alla Valpolicella per il Veneto, alla Franciacorta per la Lombardia.” – commenta il presidente del Consorzio Enrico Cerulli Irelli – “Grazie al lavoro dei viticoltori si è delineato nell’immaginario collettivo degli abitanti e dei visitatori il confine geografico e produttivo delle Colline Teramane: è nata la pasta delle Colline Teramane, Il miele delle Colline Teramane… abbiamo cioè dato importanza ad un’area ed un valore ai suoi prodotti e al territorio. Che oggi ha davanti una sfida importante: fare in modo che i viticoltori credano sempre di più nel Colline Teramane DOCG aumentando i volumi di produzione del proprio vino di punta perché emerga sempre di più con forza e rispetto al Montepulciano d’Abruzzo, trovando il suo posizionamento nella grande ristorazione italiana e sul mercato internazionale”.
Il presidente del Consorzio Enrico Cerulli Irelli
Non è un caso che, raccontava il presidente mentre ci incamminavamo verso l’Enoteca Centrale di Teramo, la DOCG venga identificata sempre più spesso, semplicemente come “Colline Teramane”, segno che tutti questi anni di impegno nella promozione del territorio hanno dato i loro frutti. A mio avviso è stato anche importante distinguersi rispetto alla DOC Montepulciano d’Abruzzo, intervenendo sulle varie voci in direzione di una maggiore qualità e univocità produttiva. La base ampelografica è passata dall’85% al 90% minimo di uva montepulciano, per la restante parte è ammesso solo il sangiovese, mentre per la DOC si possono usare fino al 15% altre uve a bacca nera idonee alla coltivazione per la Regione Abruzzo.
Cattedrale di Santa Maria Assunta, Duomo di Teramo
Altra differenza molto importante è data dalle rese produttive in vigna, che per la DOCG sono passate a 95 quintali di uva per ettaro, mentre per la Doc sono ben 140 quintali, ma il “colpaccio” è nel passo successivo che dichiara “ed anche in annate eccezionalmente favorevoli la resa dovrà essere riportata nel limite indicato mediante il diradamento”. Questo è un caso pressoché unico, poiché normalmente i disciplinari prevedono una tolleranza produttiva fino al 20% in più, in questo caso non è concessa, oltre 9,5 quintali non si può andare. Al contrario della Doc, qui non è consentita la pratica dell’arricchimento. Nell’affinamento della Riserva sono necessari almeno 3 anni di cui minimo 1 anno in botti di legno, mentre per la DOC sono 2 anni di cui almeno 9 mesi in legno.
Per il Colline Teramane è prevista esclusivamente la chiusura con tappo di sughero, sicuramente con l’intento di dare ulteriore valore alla tipologia, ma su questo credo si dovrebbe andare oltre, opinione personale ovviamente! Sappiamo bene ormai che il sughero, per quanto si stiano facendo grandi progressi tecnologici, raramente raggiunge la qualità di un tempo, la richiesta è ancora troppo elevata e il rischio di problemi per il vino è dietro l’angolo. Almeno per la versione non Riserva, si potrebbe consentire anche l’uso di tappi alternativi, compreso il sempre più utilizzato Stelvin. Non sarebbe male anche introdurre un comma dedicato al limite del peso delle bottiglie, è stato ampiamente dimostrato che più sono leggere e più si abbassa la produzione di CO2, ormai sono sempre più numerose le aziende (qualcuna anche nel Teramano) che usano bottiglie con peso inferiore ai 600 grammi, addirittura anche attorno ai 350. Sarebbe un ottimo contributo all’abbassamento dell’inquinamento ambientale.
Una sala della Pinacoteca Civica di Teramo
LA DEGUSTAZIONE Quest’anno i vini proposti in degustazione presso la Sala Ipogea in Piazza Giuseppe Garibaldi sono stati 38: 3 campioni dell’annata 2021, 11 della 2020, 8 del 2019 di cui 3 Riserva, 7 del 2018 di cui 4 Riserva, 6 del 2017 di cui 5 Riserva, 3 del 2016 di cui 1 Riserva. L’impressione generale che ho avuto, al netto delle diverse annate e dei campioni da botte, è di una migliore messa a punto della versione annata, più scorrevole e delineata, in grado di raccontare le qualità del vitigno montepulciano, anche se in qualche caso ho trovato ancora una materia piuttosto grezza, non del tutto rifinita. Le Riserve sono apparse promettenti e, soprattutto, non ipercariche, il limite è più nell’uso un po’ invasivo del legno, al momento piuttosto evidente, il fatto che siano giovani non significa che il legno si debba sentire, sarebbe importante tendere a materiali il più possibile neutri, sia per evitare cessioni di tannini, sia per l’aromaticità del legno che finisce per mascherare il carattere del vino. La giovinezza dei vini non aiuta in questo, non è un caso che le annate meno recenti, dalla 2018 alla 2016, abbiano mostrato dei vini più equilibrati e di bella profondità. La strada mi sembra però già indicata, si tratta solo di affinare alcuni passaggi e di non farsi condizionare troppo dalla volubilità dei mercati. Di seguito i miei preferiti, in ordine di degustazione:
Le Murate 2021 Fattoria Nicodemi (bio): Le Murate è una frazione di Notaresco, le uve provengono da vecchi vigneti allevati a pergola abruzzese, con piante che hanno dai 20 ai 40 anni. Solo acciaio sia in fermentazione che affinamento. Al naso rivela piacevoli frutti di bosco, mora, mirtillo, anche rimandi floreali di magnolia e rosa, bocca con un discreto morso tannico ma non fastidioso, freschezza piena, vivacità di frutto, finale speziato e piacevole. Un vino che mi ha convinto nello stile, regala sensazioni vive e stimolanti.
Abbazia di Propezzano 2021 Abbazia di Propezzano (campione di botte, convenzionale): Paolo De Strasser non ama presentare il vino prima che sia pronto, non posso che dargli ragione, purtroppo però è difficile fare un’anteprima di vini tutti già imbottigliati, le date di imbottigliamento sono soggettive, c’è chi è pronto a mettere il vino in commercio e chi lo sta ancora affinando, in alcuni casi c’è l’obbligo di presentarli solo se imbottigliati, ma anche questa non è una garanzia che avremo un vino pronto per essere degustato. Comunque, al netto di un naso inizialmente difficile, emerge un frutto di buona intensità, mora, amarena, ciliegia nera, si sente che c’è qualità; in bocca è ancora bisognoso di assorbire qualche ruvidezza tannica, ma il carattere del montepulciano emerge con chiarezza, si tratta solo di dargli tempo.
La Sala Ipogea
Yang 2020 Barba (lotta integrata): naso sottile, piccoli frutti, leggera liquirizia, al palato ha buona acidità, tannino non invasivo, piacevolezza di frutto, un po’ semplice ma estremamente gradevole e tipico.
Gruè 2020 Cerulli Spinozzi (lotta integrata): otto mesi sulle fecce fini in acciaio. Naso inizialmente restìo a mostrarsi, poi emerge una delicata speziatura e frutta composita, anche floreale, cenni di rosmarino e liquirizia, leggermente balsamico; al palato c’è ancora tensione, ma anche personalità, freschezza, dinamicità.
Il Grande Silenzio 2020 Fosso Corno (lotta integrata): altro soprannome della cima più alta del Gran Sasso, affinamento in tonneaux francesi per un anno. Mora, prugna, mirtillo, spezie dolci; tannino ben dosato, frutto copioso, legno ancora da integrare, vino di lunga gittata.
Verso Sera 2020 Velenosi (campione di botte, convenzionale): fermentini in cemento termocondizionati, macerazione sulle bucce per circa un mese, affinamento in botti da 30 hl per 10 mesi. Mora, amarena, prugna, ribes nero, leggero tabacco; bocca coerente, con frutto dolce e cremoso, tannino setoso, buona freschezza, legno da assorbire ma è solo questione di tempo.
Colle Sale 2020 Barone di Valforte (campione di botte, lotta integrata): nonostante la condizione svantaggiata, rivela una certa reticenza ad aprirsi ma poi si schiude al frutto scuro, marasca, mora, mirtillo, poi spezie dolci, vaniglia, cannella; al palato è fresco, corrispondente, con una buona misura tannica e un piacevole accento sapido.
Oinos 2019 San Lorenzo (lotta integrata): perplesso su questo vino, qui il legno è piuttosto marcante, c’è molta concentrazione, note di confettura di frutta, vaniglia, menta; anche al palato è molto rotondo, cremoso, piuttosto opulento, uno stile anni ’90, difficile capire la sua vera natura, può sicuramente piacere, ma qui il terroir è davvero secondario.
Apollo 2019 Ausonia (biodinamico): naso ancora legnoso, ciliegia nera, mora, bocca asciugante, fresca, con materia scura e diritta, tannino deciso, vino tutto in proiezione, al momento giovanissimo ma dalla trama promettente.
Nostradamus Riserva 2019 Ausonia (biodinamico): sebbene si senta il legno, qui la massa appare più integrata, non invade, c’è un frutto carnoso, rotondo, al palato i toni sono scuri e intensi, si sente la liquirizia, c’è energia, freschezza, bello slancio.
Vizzarro Riserva 2019 Barone Cornacchia (campione di botte, biologico): frutta in confettura, pepe, legno non invadente; al palato si sente che manca di affinamento ma ha una bella materia, piacevole, invitante, con molta freschezza.
Castellum Vetus 2018 Centorame (lotta integrata): ricordi di rosa scura, arancia amara, prugna, mora; bocca corrispondente, succosa, buon allungo, energia, apprezzabile interpretazione di Lamberto Vannucci.
Re 2018 Lepore (bio): naso con attacco balsamico, poi esprime un buon frutto nitido, mora, mirtillo, bocca molto fruttata, scura, con tannino contenuto e buona freschezza, finale di liquirizia.
Terra Bruna Riserva 2018 Podere Colle San Massimo (campione di botte, bio): ha ancora bisogno di equilibrarsi all’olfatto, molto meglio all’assaggio, frutto fresco, piacevole, buona profondità, tannino fine.
Zanna Riserva 2018 Illuminati (convenzionale): buona espressione di frutto, progressivo, tecnicamente preciso; al palato ha buona freschezza, tannino elegante, finale appena vanigliato.
Riserva 2018 Orlandi Contucci Ponno (campione di botte, convenzionale): note di mora, prugna, mirtillo, legno ancora da assorbire, buona risposta fruttata al palato, tannino misurato, freschezza giusta.
Il Castello Della Monica nel borgo medievale di Teramo
Escol Riserva 2018 San Lorenzo (lotta integrata): fiori macerati, frutto piacevole e non sovraccarico, al palato torna la nota del legno ma il frutto è ben rifinito e non dolciastro, in prospettiva può evolvere bene.
Barocco Riserva 2017 Cantina Colonnella (convenzionale): naso di mora, prugna, ciliegia, pepe verde, note balsamiche; bocca fruttata, succosa, tannino appena astringente, buona freschezza, lungo e sapido nel finale.
Elévito Riserva 2017 De Angelis Corvi (biologico/biodinamico): piccoli frutti non dolciastri, erbe aromatiche, delicata speziatura; in bocca è interessante, particolare sul piano aromatico, fresco e con un frutto vivace.
Fantini 2016 Fantini (convenzionale): balsamico, frutto e spezie in buona fusione, bocca corrispondente, buona materia, bella freschezza, vino che ha un notevole allungo e possibilità evolutive, sembra decisamente più giovane delle annate precedenti.
Santa Maria dell’Arco 2016 Faraone (convenzionale): naso con un bel frutto carnoso, liquirizia, bocca con buona materia, freschezza, anche questo appare decisamente più giovane di 2018 e 2017, segno che l’annata è stata di qualità notevole, c’è una bella progressione e sicura longevità.
Pignotto Riserva 2016 Monti (campione di botte, lotta integrata): qualche imprecisione olfattiva e un legno ancora marcante non riescono a celare una materia ricca, un frutto copioso, una vitalità espressiva di alto livello; bocca corrispondente, toni scuri, liquirizia, prugna, mora, tannino ancora teso, ma tutti aspetti che raggiungeranno ottimo equilibrio a tempo debito.
Roberto Giuliani
Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e venticinque anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.
Devi essere connesso per inviare un commento.
Per quasi 10 anni tra gli autori della guida I Vini d'Italia de L'Espresso, docente di materie vinose ad ALMA - La Scuola Internazionale di Cuci (...)
Non ha certificazioni, non è sommelier, né degustatrice ufficiale del gran Regno. Si occupa di comunicazione e di digital design dal 2002 in una (...)
Torinese, sognatore, osservatore, escursionista, scrittore. Laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Università di Torino e Mast (...)
Classe ‘77, Nadia è nata ad Ischia. Dopo quindici anni di "soggiorno" romano che le è valso il diploma di Sommelier AIS e un'importante collabor (...)
Vignettista fin dalle scuole superiori, alla sua prima vignetta sul giornaletto scolastico fu richiamato dalla preside del Liceo Classico per av (...)
Ha vissuto in 26 case e in 18 città, disseminando pezzetti di radici in Italia e all’estero: una Cipolla nomade più che viaggiatrice. Ma non più (...)
A Montalcino è cuoca per amore e per passione nel suo Road Café, che gestisce con il marito Lorenzo Minocci accanto all'unica stazione di carbur (...)
Giornalista free-lance, milanese, scrive di vino, grande distribuzione e ortofrutta, non in quest'ordine. Dirige il sito e la rivista dell'Assoc (...)
Ha smesso di giocare in cortile fra i cestelli dei bottiglioni di Barbera dello zio imbottigliatore all'ingrosso per arruolarsi fra i cavalieri (...)
Conseguita la maturità artistica, il primo lavoro nel 1997 è stato nel mondo illuminotecnico, ma la vera passione è sempre stata l'enogastronomi (...)
Musicista e scrittrice, da sempre amante di tutto ciò che è bello e trasmette emozioni, si è diplomata in pianoforte e per un certo periodo dell (...)
Ha iniziato la carriera lavorativa come segretaria di direzione, che ai suoi tempi si usava molto ed era proprio quello che desiderava fare! Con (...)
Perito informatico ai tempi in cui Windows doveva essere ancora inventato e arcigno difensore a uomo, stile Claudio Gentile a Spagna 1982, deve (...)
È nato a Novara, sin da giovanissimo è stato preso da mille passioni, ma la cucina è quella che lo ha man mano coinvolto maggiormente, fino a qu (...)
Economista di formazione, si avvicina al giornalismo durante gli anni universitari, con una collaborazione con il quotidiano L'Arena. Da allora (...)
Nato il 22 febbraio 1952 a Pavia, dove risiede. Si è laureato nel 1984 in Filosofia presso l'Università Statale di Milano. Dal 1996 al 2014 è s (...)
Giornalista cresciuto con Montanelli al giornale, si occupa da sempre di agricoltura, agroalimentare enogastronomia e viaggi. Ha lavorato tra gl (...)
Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore (...)
Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Esordi giornalistici nel lontano 1984 nel mondo sportivo sul giornale locale Corriere di Chieri. La passione per l’enogastronomia prende forma a (...)
Maestro Assaggiatore e Docente O.N.A.V., Delegato per la provincia di Lecco; svolge numerose attività come Docente presso Slow Food, Scuola de L (...)
Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, (...)
Napoletano, classe 1970, tutt'oggi residente a Napoli. Laureato in economia, da sempre collabora nell'azienda tessile di famiglia. Dal 2000 comi (...)
Ha conseguito il diploma di Sommelier AIS nel 2001. È Degustatore per la regione Lombardia e giudice per le guide Vitae e Viniplus. Ha partecipa (...)
Ha iniziato la sua attività in campo enogastronomico nel 1987. Ha collaborato con le più importanti guide e riviste del settore italiane ed este (...)
Nato nel 1974 a Roma in una annata che si ricorderà pessima per la produzione del vino mondiale. Sarà proprio per ribaltare questo infame inizio (...)
Donatella Cinelli Colombini è una produttrice di vino figlia di Franco Cinelli e Francesca Colombini della Fattoria dei Barbi, in cui ha lavorat (...)
Bolognese dentro, grafico di giorno e rapito dal mondo enologico la sera. Per un periodo la sera l'ha condivisa con un'altra passione viscerale (...)
Testata registrata presso il Tribunale di Roma (n. 146/09 del 4 maggio 2009) © 2000-2023 laVINIum.com - Tutti i diritti riservati È vietata la copia anche parziale del materiale presente in questo sito. Il collegamento al data base della rivista è vietato senza esplicita autorizzazione della direzione editoriale. Direttore Responsabile - Maurizio Taglioni / Direttore Editoriale - Roberto Giuliani mdstudiowebagency - Realizzazione, Restyling, e manutenzioni siti Web Contatti Tel. 3921585226 - E-mail: mdstudioagency@gmail.com
This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.
I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.
Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.