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Andrea Matrone, il Vignaiolo che vive la vigna e dove possibile pianta alberi

Andrea Matrone in vigna
Andrea Matrone in vigna

Boscotrecase, piccola cittadina nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio, siamo in Campania, terra fertile e legata alla coltivazione della vite fin dall’antichità. Basta pensare alla città di Pompei e ai tanti ritrovamenti riportati nei testi antichi, per comprenderne la profonda connessione. Qui tra le diverse realtà produttive, si trova Cantine Matrone, una realtà familiare che fin dal XVIII secolo si è dedicata alla coltivazione della vite ed alla produzione del vino. A darne testimonianza tangibile è una celebre incisione realizzata da Filippo Morghen su disegno di Ignazio Vernet, dove è raffigurato il corso della lava eruttata dal Vesuvio nel 1751, ai cui margini vi è un’ampia zona di terreno indicata come “Territorio de’ Matroni”. A cavallo tra ‘800 e ‘900 l’ingegnere Gennaro Matrone realizzò la famosa “Strada Matrone” che ancora oggi conduce da Boscotrecase al cratere del Vesuvio. Andrea Matrone, laureato in Enologia presso l’Università degli studi di Firenze, dopo le numerose esperienze di lavoro svolte dalla Campania, alla Sicilia, dall’Australia alla Nuova Zelanda, passando per la California, decide di tornare a Boscotrecase nel 2014, prendendo le redini della sua azienda, ripartendo dalla coltivazione della vite nelle antiche terre di famiglia, da sempre denominate “Territorio de’ Matroni”.

Vigneto azienda Andrea Matrone

Coadiuvato da suo cugino Francesco Matrone, notaio con la passione per l’agricoltura, Andrea negli anni coniuga sempre di più il suo sapere enologico con il rispetto della terra che calpesta e lavora, portando avanti il progetto Cantine Matrone, con cura e determinazione. Per questi motivi nel 2016 si iscrive alla F.I.V.I. (federazione italiana dei vignaioli indipendenti), federazione che ha l’obiettivo di porre la figura del vignaiolo, con il suo legame al territorio, al centro del mondo-vino. Così Andrea racconta quello che per lui è fare e produrre vino e in particolar modo la sua visione sull’essenza di essere vignaiolo.

Tutti si definiscono vignaioli, ma cosa si cela realmente dietro all’utilizzo di questo termine?
Secondo me oggi “Vignaiolo” è uno status, attualmente ben riconosciuto e stimato sia dai critici che dai consumatori, e per questo motivo oggi molti produttori cercano di essere inquadrati in questo status.

Come si identifica il vignaiolo secondo te? Tu pensi di rientrare a pieno titolo in questo ruolo?
Per me vignaiolo è colui che fa di questo mestiere una scelta di vita, ovviamente come unica attività e che lavora in prima persona in tutti i momenti della produzione. Sì, assolutamente mi ci ritrovo.

Andrea Matrone al mercato FIVI

Quali sono i caratteri distintivi e quale il senso che dai a questo termine?
Per me il vignaiolo è colui che diventa artefice della propria idea di vino, vivendo la vigna, lavorando in prima persona e padroneggiando la tecnica del fare vino secondo la propria idea, cercando di applicarla al proprio territorio. Il vignaiolo ha la sua “idea” di vino e non è succube dell’idea e della tecnica del proprio enologo qualora si ritenga necessario averne uno.

A tuo modo di vedere artigiano e vignaiolo sono parenti stretti? 
Sono convinto che le due figure combaciano.

Andrea Matrone con l'uva appena raccolta

Come ci si può orientare in modo corretto in una serie di definizioni e attributi che vengono utilizzati in modo – a volte – generico e superficiale?
L’unico modo per orientarsi è parlare con i produttori in causa e farsi una propria idea. Il vignaiolo è colui che ci mette la faccia, per intenderci è colui che trovate al banco della sua azienda alle fiere a rispondervi su come coltiva e come vinifica, a dirvi che listino dei prezzi applica qualora foste voi dei ristoratori. Il Vignaiolo non delega al suo commerciale o al suo enologo aspetti tecnici del suo lavoro.

Esiste un rapporto fra vignaiolo e modo di lavorare in vigna e cantina? Ovvero il vignaiolo è automaticamente sinonimo di approccio più “naturale”?
Se parliamo di vignaioli così come li intendo io sì; ripeto che in genere un vignaiolo, grazie alla sua esperienza diretta, riesce a fare ben presto a meno dell’enologo… Infine aggiungo che oltre ad avere un approccio più naturale, il vignaiolo spesso e volentieri è uno che dove possibile pianta alberi.

Fosca Tortorelli

Fosca Tortorelli

È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, Ambiente e Storia, la tesi sperimentale dal titolo “Reinterpretare le Cellae Vinariae. Ambiente, Processo, Produzione” e una successiva pubblicazione in collaborazione con la Prof. Muzzillo F. dal titolo “Vitigni del Sud: tra storia e architettura” (Roma Natan Edizioni, 2012). Ha conseguito il Master Sommelier ALMA-AIS (luglio 2016) presso ALMA a Colorno (Parma). Fa parte dei Narratori del Gusto e insieme al Centro Studi Assaggiatori di Brescia partecipa a panel di degustazione di rilievo nel settore enogastronomico. Fa parte anche dell’associazione Donne del Vino, ha scritto sulla rivista l’Assaggio, oltre che su diverse testate registrate e ha preso parte alle degustazioni per la Guida Vitae, per la guida Slow wine 2017 e per la guida Altroconsumo. Dal 2018 è giornalista pubblicista.

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