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Rosso Pandorae Vas

Pandorae Vas BajajDegustatore: Andrea Li Calzi
Valutazione: @@@@
Data degustazione: 07/2021


Tipologia: Vino Rosso
Vitigni: nebbiolo
Titolo alcolometrico: 14%
Produttore: BAJAJ
Bottiglia: 750 ml
Prezzo enoteca: da 10 a 15 euro


L’etichetta segue la stessa filosofia del Vino Bianco Prometheus, anche se in realtà il Pandorae Vas è venuto alla luce per primo, ad ogni modo è così che Adriano Moretti, ultima generazione dei Bajaj di Monteu Roero (CN), interpreta il nebbiolo in anfora. Una scelta coraggiosa e non dettata dalle mode, anche perché in Piemonte, salvo rarissimi casi, faticano ad attecchire; al contrario il nostro protagonista, affascinato dai vini di Josko Gravner, ha voluto mettere alla prova sua maestà nebbiolo tra le colline spettacolari del Roero. Queste le parole dei protagonisti della Cantina: “Il fascino del passato è un richiamo irresistibile per chi ama sperimentare, specie se al passato viene unità la tecnologia innovativa. Così, nel 2015, la nostra azienda è tra le prime cantine del territorio di Langhe-Roero a provare gli effetti dell’anfora sui propri vini. Adriano crede a tal punto in questa metodologia d’affinamento che acquista la prima anfora con i propri risparmi, contro la volontà del padre. Appassionato della materia ha trovato nella terracotta un contenitore ideale per esaltare l’aromaticità e la freschezza del Nebbiolo del Roero“.
È prodotto con uve 100% nebbiolo allevate nel comune di Monteu Roero, all’interno dell’MGA (Menzione Geografica Aggiuntiva) Bric nota. Qui le pendenze risultano importanti e i sentieri particolarmente scoscesi, impervi, uno spettacolo della natura dove lo sguardo si perde, per certi versi è un luogo incontaminato dove la biodiversità è all’ordine del giorno, ne ho parlato in maniera approfondita nell’articolo dedicato alla storia della Cantina; inoltre i terreni sono estremamente friabili.
Veniamo al vino, figlio dell’annata 2019, un millesimo tutto sommato regolare che qualitativamente parlando sta confermando le grandi aspettative, parlo di aromi importanti, equilibrio d’insieme unito a profondità gustativa. In cantina viene avviata la diraspatura dell’uva fresca, segue fermentazione in vasca d’acciaio inox, raggiungimento del picco di temperatura e délestage sempre in acciaio a temperatura controllata a 18 °C per una notte; rimontaggi e follature durante la fase tumultuosa e fermentazione spontanea con pied de cuve. L’affinamento avviene in anfora di terracotta da 750 L per un periodo variabile dagli 8 ai 12 mesi.
Il vino si palesa in veste granato profondo con importanti riflessi rubino, tonalità calda, roteandolo all’interno del calice mostra media consistenza. Un profluvio di aromi speziati/terrosi apre le danze: terriccio umido, pepe nero, tabacco in foglie e grafite, complessità sin dall’esordio implementata da refoli balsamici che rimandano a zone boschive. Con lenta ossigenazione il frutto si palesa maturo, dolce, lievemente in confettura sa di fragole e amarena; a diverse ore dalla mescita toni sulfurei, ricorda il camino che pian piano va spegnendosi e la cenere diviene protagonista; è indubbiamente un’esperienza annusare questo Nebbiolo così particolare.
In bocca vi è morbidezza e agilità, lampi acidi e contorni suadenti si muovono scandendo un ritmo incalzante, il tannino risponde all’appello ammorbidito dall’affinamento in anfora, lo stesso risulta dolce e di ottima fattura, come il finale caratterizzato da una lunga scia sapida che assicura al vino un futuro radioso. Quest’interpretazione è l’ennesima riprova che il Roero è un grande territorio vitivinicolo, le Aziende sono solide hanno voglia di mettersi in gioco e soprattutto non hanno nulla da invidiare ai ben più blasonati terroir del mondo.
Quattro chiocciole meritate, stupendo l’accostamento a un piatto di pollo ai peperoni cotto con abbondante cipolla di Tropea.

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