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Bianco Pantagruel 2017

Bianco Pantagruel 2017 Castello della MugazzenaDegustatore: Roberto Giuliani
Valutazione: @@@@@
Data degustazione: 04/2020


Tipologia: IGT Bianco
Vitigni: vermentino 75%, malvasia 15%, viognier 10%
Titolo alcolometrico: 12,5%
Produttore: CASTELLO DELLA MUGAZZENA
Bottiglia: 750 ml
Prezzo enoteca: da 15 a 25 euro


Ecco l’altro vino prodotto da Santo Gentilcore, un bianco ottenuto da un blend di vermentino, malvasia e viognier, vinificato in acciaio a temperatura controllata tra i 16 e i 18°C.
Dopo la fermentazione alcolica le fecce grossolane vengono fatte decantare e allontanate mediante travasi successivi. Il vino viene quindi travasato in barriques di rovere francese con le proprie fecce fini dove affina per un periodo variabile tra gli 8 e i 12 mesi, senza svolgere la fermentazione malolattica.
Si tratta quindi di un bianco con caratteristiche non certo da vino di pronta beva, ma impostato per affiancare il Gargantua su un percorso la cui fine non avverrà certo in tempi brevi, la longevità è considerata elemento fondamentale e caratterizzante dei due prodotti di Castello della Mugazzena.
Elementi che non vengono evidenziati alla vista, il colore rimane su un paglierino luminoso ma non carico, con qualche riverbero verdolino; piuttosto è già al naso che si percepisce il lavoro che c’è alle sue spalle, colpisce per l’ottima calibratura nell’uso della barrique, appena percepibile, mentre il ventaglio odoroso appare complesso e di una certa intensità, con note di camomilla e fiori d’acacia, pietra focaia, susina, leggero agrume, cera d’api, sfumature boisé.
Il sorso rivela un’acidità netta, che con il Gargantua conferma essere una caratteristica molto legata al terroir lunigiano; una grande spinta in avanti, arricchita da sensazioni iodate e corroboranti, la percezione agrumata evidente testimonia un vino appena all’inizio della sua storia, ma già con un segno netto della sua personalità.
Un bianco che chiede cibo con decisione, restando in zona effettuerei “l’iniziazione” con i classici Testaroli (specie di crespelle a forma di rombo), magari cotti a legna con pesto della Lunigiana e caciotta; mi sposterei poi verso il mare, in fondo è vicino, e mi farei una scorpacciata di bianchetti in pastella, magari di Vernazza, ma capisco che non si può essere fiscali, soprattutto in questo periodo.
Il resto lo lascio alla vostra fantasia e alla voglia di sperimentare, questo vino non vi deluderà.

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