Indirizzo: Via Baccagnano, 24 – 48013 Brisighella (RA) Cell: +39 339 2921793 Sito: baccagnano.it Email: info@baccagnano.it
laVINIum – 08/2022
Prima erano i libri e ora… pure! In che senso? nel senso che il brianzolo Marco Ghezzi è cresciuto nell’editoria ma non ha mai smesso di leggere, solo che da qualche anno ha imparato a leggere anche i vigneti, i grappoli, le anfore e molto altro.
Il suo bagaglio di esperienze non teme confronti, dalla collaborazione con Feltrinelli alla fondazione di numerose case editrici come Hops Libri, Hestia Edizioni, Factory; è stato amministratore delegato di Apogeo e di Kowalski editore, quindi ha avuto un ruolo fondamentale anche nella produzione di E-book. Una volta giunto in Romagna, a Brisighella, dove ha fondato Quinto Quarto Edizioni, la folgorazione per la vigna, ma no, per tutto ciò che ruota intorno alla natura. Così acquista un casale in via Baccagnano e avvia un’azienda agricola con agriturismo, dove si fa vino, si coltiva l’orto, si fanno corsi di cucina, si fa ospitalità.
Insomma, qui non si perde tempo, si vive intensamente con testa e cuore, ci sono 7 ettari da gestire, di cui 4 dedicati alla vigna, su suoli prevalentemente argillosi, la nuova cantina ipogea è stata realizzata nel 2019, come certamente saprete ha numerosi vantaggi: non impatta con l’ambiente circostante e consente di gestire le vinificazioni e gli affinamenti in una condizione di umidità e temperatura praticamente costanti. In vigna regnano i vitigni tipici della Val d’Amone, l’immancabile sangiovese, il trebbiano romagnolo e l’altrettanto tipica Albana. Ma, come confessa lo stesso Marco, ogni tanto tra i filari appaiono alcune barbatelle di Chenin Blanc (che confluiscono nel Très Bien), finite lì per caso, nei punti più ombreggiati prossimi al fiume Lamone.
Marco racconta con una certa ironia che “Le uve che raccogliamo subiscono diversi maltrattamenti per diventare vino. Le raccogliamo a mano, e non è necessariamente vero che la raccolta sia poco cruenta, spesso i grappoli solcano l’aria per un paio di metri prima di atterrare nelle cassette. Le pigiadiraspiamo con una macchina di acciaio che fa un sacco di rumore, non è un processo gentile. Alcune di queste uve fermentano in mastelli di plastica e ogni tanto le maltrattiamo, soprattutto le uve a buccia rossa, con un arnese che rimesta a lungo le vinacce per ossigenarle. Poter guardare dall’alto il cappello delle bucce che si forma appena parte la fermentazione ci dà l’illusione di poter governare appieno il processo fermentativo e le operazioni di follatura e rimontaggio delle vinacce. Lieviti famelici banchettano annegati nello zucchero e se lo mangiano tutto, trasformandolo in alcol. Ci tengo a dire a mia discolpa che non usiamo lieviti selezionati, controllo delle temperature, prodotti chimici e altre diavolerie per un unico e vero motivo: non ne sono capace. Forse se avessi giocato di più al piccolo chimico a quest’ora sarei diventato il mago delle bentoniti e farei vini completamente diversi. Vi garantisco che dell’uva che fu rimane ben poco. Quando il processo è terminato e lo zucchero finito, aggiungiamo zolfo e sigilliamo il tutto al buio e senza ossigeno per settimane e settimane. In questa fase, a seconda del vino che vogliamo ottenere, usiamo contenitori di acciaio, di cemento e un paio di tonneau esauste. Usiamo un unico tipo di bottiglia, la borgognotta, per tutti i nostri vini e da subito abbiamo deciso di tappare con tappi a vite, utilizzando membrane diverse a seconda della tipologia di vino”.
E poi ci sono i Qvevri, due anfore georgiane di 350 e 600 litri utilizzate per la produzione dell’Albana; Marco ci crede molto, per lui hanno qualcosa di magico. L’albana viene pigiadiraspata e le vinacce finiscono direttamente nelle anfore dove restano per 31 giorni (più o meno) senza essere toccate. Il cappello delle bucce funge da tappo naturale per il mosto che fermenta lentamente. I vini prodotti sono 4: Très Bien (trebbiano romagnolo e chenin blanc), Paglia (albana), Piròna (albana in anfora) e 52 Fuochi (sangiovese).
Roberto Giuliani
Per quasi 10 anni tra gli autori della guida I Vini d'Italia de L'Espresso, docente di materie vinose ad ALMA - La Scuola Internazionale di Cuci (...)
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Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore (...)
Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Esordi giornalistici nel lontano 1984 nel mondo sportivo sul giornale locale Corriere di Chieri. La passione per l’enogastronomia prende forma a (...)
Maestro Assaggiatore e Docente O.N.A.V., Delegato per la provincia di Lecco; svolge numerose attività come Docente presso Slow Food, Scuola de L (...)
Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, (...)
Napoletano, classe 1970, tutt'oggi residente a Napoli. Laureato in economia, da sempre collabora nell'azienda tessile di famiglia. Dal 2000 comi (...)
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