A dispetto di quanti vorrebbero far credere che sia possibile degustare svariate decine di vini in poche ore senza correre il rischio di penalizzare questo o quel campione, quello che si dice “dietro le quinte” è ben diverso. Sono molti ad ammettere che le anteprime dove si presentano anche 80 vini in una sola giornata, molti dei quali ancora in fase “tormentata”, chi appena imbottigliato, chi addirittura sottratto alla sua maturazione in botte, chi turbato dal viaggio, chi per ragioni inspiegabili puzzolente come un cavallo morto, solo la dimostrazione lampante di un sistema che è sospinto con forza dalla pressione commerciale, dimentico del fatto che il vino è cosa viva, non è una saponetta o una confezione di piselli novelli. Di fatto le anteprime, nella migliore delle ipotesi e salvo i rari casi in cui i vini sono poche decine (vedi ad esempio Chianti Rufina) e non sono ammessi campioni non imbottigliati, servono esclusivamente a farsi un’idea della tipologia, della qualità dell’annata, delle caratteristiche della zona e dei diversi modi di interpretarle. Non è poco, certamente, ma rimane il fatto che il singolo vino può uscirne non correttamente. Capita, è praticamente inevitabile, tanto più con vini potenti ed alcolici come gli Amaroni, o con vini dove c’è un abbondante uso di legno come nella Costa Toscana, o ancora dove il tannino è inevitabilmente duro e aggressivo come nei Barolo, Barbaresco, Sagrantino ecc., che il livello di saturazione dei propri sensi gusto-olfattivi arrivi velocemente e renda assai improbabile la nostra precisione nella capacità di analisi da un certo numero di assaggi in poi. Ci si difende come si può facendo qualche breve interruzione, bevendo un buon bicchiere d’acqua anche se non se ne ha voglia, masticando un pezzo di mollica di pane, ma non sempre questo è sufficiente. Anche il calice diventa un concentrato di residui odorosi che, anche se in minima parte, vengono trasferiti ai vini successivi, a volte alterandone la percezione. Nel caso dell’Amarone poi, il più che evidente residuo zuccherino e la massiccia dose di alcol rendono l’impresa ancora più ardua. Non è quindi strano se alcuni campioni, per le loro caratteristiche meno muscolari e appariscenti, finiscono spesso con l’essere ignorati o sottovalutati, poiché il proprio palato è appena stato travolto dalle sensazioni debordanti e dalle dolcezze stucchevoli dei vini precedenti, tanto da fare sembrare il malcapitato, piccolo e magro, scarno a centro bocca e poco persistente. E magari quel vino è uno dei pochi che a tavola farebbe un figurone, grazie al suo maggiore equilibrio, alla sua bevibilità, alla quasi impercettibile presenza di zuccheri, ai toni fruttati più freschi. Si pone quindi il dilemma se sia utile e proficuo, ma soprattutto veritiero, il giudizio che emerge da un’interminabile sequenza di assaggi. Accade, meno sporadicamente di quanto si creda, che vini apprezzati oppure ridimensionati in altre occasioni di assaggio più “umane”, durante queste batterie appaiano del tutto diversi, soprattutto quando la degustazione è a bottiglia coperta e la nostra attenzione non è maggiormente stimolata dal nome in etichetta, magari a noi ben conosciuto. Certamente anni e anni di infinite degustazioni tendono a ridurre di molto il margine di errore, ma rimane il fatto che, soprattutto per quelle aziende e quei vini che giungono a presentarsi per la prima volta, non c’è la storia ad aiutare, non c’è il nome conosciuto a spingerci al riassaggio. A fine degustazione cieca, normalmente, si ritira l’elenco dei vini assaggiati e si confronta con i risultati. Se si scoprono giudizi drammatici su vini che normalmente apprezziamo e che stonano quindi con la nostra esperienza acquisita in passato, si riassaggiano facendoceli versare da un’altra bottiglia. A volte abbiamo conferme a volte no, ma a quei campioni abbiamo dato una seconda possibilità. E agli altri? Se abbiamo degustato 60-80 vini, cominciando alle 9-10 di mattina, il tempo che ci rimane non è molto, siamo comunque abbastanza saturi, non è possibile riassaggiare più di una decina di campioni, e spesso questo non è sufficiente, per le ragioni che ho elencato prima. Se non ci fosse la frenesia di presentare i vini quando sono dei neonati perché bisogna vendere prima possibile – il mercato segue un ritmo che non coincide mai con le esigenze del vino – probabilmente le cose sarebbero meno complicate e anche la partecipazione dei produttori sarebbe maggiore, infatti i più saggi, consapevoli che il loro vino non è ancora pronto, preferiscono rinunciare a presentarlo, pur sapendo che questo comporta qualche difficoltà in più dal punto di vista commerciale. Altri, invece, ritengono che è meglio rischiare, il vino magari può avere qualche detrattore ma almeno se ne parla. Forse un giorno arriveremo a capire che invece che pensare alla TAV per arrivare prima, sarebbe opportuno rallentare l’andatura e soffermarsi ad osservare i particolari, quelli che realmente danno un valore aggiunto alla nostra esistenza.
Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore informatico. Ma la sua vera natura non si è mai spenta del tutto, tanto che sin da ragazzo si è appassionato alla fotografia e una ventina di anni fa è rimasto folgorato dal mondo del vino, si è diplomato sommelier e con Maurizio Taglioni ha fondato Lavinium, una delle prime riviste enogastronomiche del web, alla quale si dedica tutt’ora anima e corpo in qualità di direttore editoriale. Collabora anche con altre riviste web e ha contribuito in più occasioni alla stesura di libri e allo svolgimento di eventi enoici. Dal 2011 fa parte del gruppo Garantito Igp.
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Giornalista cresciuto con Montanelli al giornale, si occupa da sempre di agricoltura, agroalimentare enogastronomia e viaggi. Ha lavorato tra gl (...)
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Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Esordi giornalistici nel lontano 1984 nel mondo sportivo sul giornale locale Corriere di Chieri. La passione per l’enogastronomia prende forma a (...)
Maestro Assaggiatore e Docente O.N.A.V., Delegato per la provincia di Lecco; svolge numerose attività come Docente presso Slow Food, Scuola de L (...)
Appassionata di birra artigianale, con un debole da anni per Franconia e West Coast USA coltiva quotidianamente la sua passione tra pub, amici p (...)
Sommelier da circa 20 anni, master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di appro (...)
Cresciuta con una nonna contadina e una nonna nobile ha imparato a cucinare sin dall’età di 4 anni maionese fatta a mano, insalata russa con le (...)
Originaria dell'Oltrepò Pavese ma per metà spagnola. L'interesse per il mondo del cibo e del vino nasce in famiglia, grazie a papà salumiere e f (...)
È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, (...)
Napoletano, classe 1970, tutt'oggi residente a Napoli. Laureato in economia, da sempre collabora nell'azienda tessile di famiglia. Dal 2000 comi (...)
Ha conseguito il diploma di Sommelier AIS nel 2001. È Degustatore per la regione Lombardia e giudice per le guide Vitae e Viniplus. Ha partecipa (...)
Laureata in giurisprudenza, giurista di formazione, è giornalista dal 1996, settore turismo enogastronomico, responsabile agroalimentare PMI - p (...)
Ha iniziato la sua attività in campo enogastronomico nel 1987. Ha collaborato con le più importanti guide e riviste del settore italiane ed este (...)
Giornalista pubblicista, collabora dal 1979 con numerose testate. È direttore responsabile di InternetGourmet.it. Ha pubblicato vari libri dedic (...)
Nato nel 1974 a Roma in una annata che si ricorderà pessima per la produzione del vino mondiale. Sarà proprio per ribaltare questo infame inizio (...)
Aspirante agronomo, laurea in Scienze e tecnologie viticole ed enologiche e poi in Scienze agrarie, innamorato tanto della vite che del frumento (...)
La passione per il mondo del vino inizia nel 1999, per curiosità intellettuale, seguendo vari percorsi di studio (Diploma di Assaggiatore ONAV, (...)
Per quasi 10 anni tra gli autori della guida I Vini d'Italia de L'Espresso, docente di materie vinose ad ALMA - La Scuola Internazionale di Cuci (...)
Laureato in Scienze della Formazione presso l’università di Tor Vergata a Roma, continua gli studi a Roma laureandosi in Dirigenza e coordinamen (...)
Nata a Lugo di Ravenna, sommelier AIS, laureata in Viticoltura ed Enologia presso l'Università di Bologna; ad oggi Tecnico Commerciale e docente (...)
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Tutte le cose belle nascono per caso, così la sua passione per la ristorazione e subito dopo quella per il mondo del vino e le sue mille sfaccet (...)
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Dopo anni passati nel mondo dell'editoria ad organizzare eventi legati ai libri, ora lavora da freelance come content writer. Cresciuto in una f (...)
Si definisce un umile discepolo di Dioniso, il suo motto è: "Non nobis Dionysus, non nobis, sed Nomini Tuo da gloriam". Ha iniziato a conoscere (...)
Nato il 22 febbraio 1952 a Pavia, dove risiede. Si è laureato nel 1984 in Filosofia presso l'Università Statale di Milano. Dal 1996 al 2014 è s (...)
Di formazione classica, è assistente amministrativo nel settore dei progetti europei e giornalista. La passione e gli studi lo hanno portato ad (...)
Conseguita la maturità artistica, il primo lavoro nel 1997 è stato nel mondo illuminotecnico, ma la vera passione è sempre stata l'enogastronomi (...)
Giornalista free-lance, milanese, scrive di vino, ortofrutta e grande distribuzione, non in quest'ordine. Dirige il sito e la rivista dell'Assoc (...)
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