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Oltrepo Pavese Astràgalo Bonarda 2004

DegustatoreRoberto Giuliani
Valutazione@@@@@
Data degustazione: 03/2025


Tipologia: IGT Rosso
Vitignibonarda
Titolo alcolometrico: 14,5%
Produttore: SACRAFAMILIA
Bottiglia: 750 ml
Prezzo medio: oltre 50 euro


Sulla filosofia di Anna Mercandelli e Domenico Capeto ho scritto qui, qui e qui; Sacrafamilia è un’azienda fuori dal comune, sia per l’estrema religiosità di Anna e Mimmo, sia perché in ogni suo aspetto si differenzia totalmente da qualunque altra azienda, mi riferisco al loro vivere lontano dai riflettori, al loro modo estremo di lavorare nel vigneto e in cantina, alla loro visione cosmica che ci porta su un percorso in cui il vino rappresenta la massima espressione possibile dell’accostamento al divino.
Impossibile addentrarsi su questo tema senza rischiare di indurre reazioni di scetticismo, di certo la loro ossessiva necessità di lasciare intatto quello che la natura fa, eliminando qualsiasi intervento sistemico, compreso l’uso di rame e zolfo, preferendo produrre pochissima uva ma dagli acini perfetti, portando in cantina qualcosa di incontaminato, puro, spiegano in minima parte tanta devozione.
Il risultato, però, visto anche solo nel calice, ti mette davvero in crisi, ti fa quantomeno comprendere che tanta dedizione trova una corrispondenza nei vini, portandoli a un livello espressivo e qualitativo davvero vicino alla perfezione, almeno come noi la intendiamo.

Oltrepo Pavese Astràgalo Bonarda 2004 Sacrafamilia

Ora, io non sono un esperto di Bonarda dell’Oltrepò (ma perché in lingua italiana vuole l’accento, visto che il Po non lo ha?), ma provate a sentire questo 2004 – quasi 21 anni di vita! – e ditemi se vi è mai capitato un vino da questa varietà in grado di mostrare una simile integrità in ogni suo aspetto!
Tappato con un sughero di 4 centimetri, avrebbe potuto subire delle alterazioni, anche solo ossidarsi, invece neanche per idea…
Il profumo riporta a una naturale evoluzione dell’uva, matura ma non dolciastra, affiancato da una intensa sfumatura di viola, la nota terziaria è appena accennata e parla più di humus che di funghi, di terra più che di catrame, la sensazione generale è di freschezza e spontaneità. Il sorso lascia senza parole, colpisce i sensi ben oltre le pareti della bocca, ti spinge a chiudere gli occhi e lasciarti andare al suo abbraccio; tutto è in perfetto equilibrio e testimonia che una Bonarda così, con questo candore espressivo, questa energia che ti avvolge, questa bevibilità contagiosa, capita davvero poche volte nella vita.

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