Èja Primitivo 2021
Degustatore: Roberto Giuliani
Valutazione: @@@@@
Data degustazione: 11/2023
Tipologia: IGT Rosso
Vitigni: primitivo
Titolo alcolometrico: 15%
Produttore: ANTONIO BUCCOLIERO
Bottiglia: 750 ml
Prezzo medio: da 40 a 45 euro
Questo rosso da uve primitivo è frutto di un progetto fortemente voluto da Antonio Buccoliero, che ha ereditato l’amore per la vigna dal nonno Antonio e dal padre Giuseppe. Le piante hanno un’età media di 50 anni e sono allevate ad alberello, il sogno di Antonio è “fare della sua vigna un museo vivente dell’alberello per tramandare l’amore e la cultura del territorio alle nuove generazioni”.
L’alberello è un tipo di allevamento che ha radici lontane, ma è venuto alla ribalta negli ultimi vent’anni grazie proprio a quei numerosi vigneti recuperati in tante zone del Sud Italia; è un sistema ideale soprattutto nelle isole e nei territori particolarmente ventosi e caldi, non è meccanizzabile, è capace di resistere anche ai periodi siccitosi e di produrre uve di alta qualità, in aridocoltura con delle basse rese, Antonio ottiene 35-45 quintali di uva per ettaro.
Un drone dotato di un sensore multispettrale va ad analizzare mappe specifiche come l’indice di azoto, i microelementi come potassio, magnesio, calcio e ferro, lo stato di maturazione, lo stato di salute e lo stress idrico in determinate fasi fenologiche: pre-fioritura, allegagione, invaiatura, post vendemmia. Questo permette di sapere quali sono le sostanze di cui è carente il vigneto e di poter intervenire in maniera ottimale, ottenendo uve di altissima qualità. Inoltre, attraverso la stazione meteorologica, i sensori fogliari e i modelli previsionali si possono fare pochi e mirati trattamenti fitosanitari sapendo prima cosa accadrà in campo, monitorando anche diversi insetti come tignola, tignoletta e cicalina.
In cantina la fermentazione delle uve è attivata con l’utilizzato dei lieviti selezionati, dopo 45 giorni di fermentazione e macerazione si effettua la svinatura in barrique di terzo passaggio, dove il vino permane fino a febbraio 2023, è stato imbottigliato senza essere filtrato e chiarificato.
La prima cosa che ho notato assaggiandolo è stata la freschezza del frutto, temevo che con un corredo di 15 gradi alcolici potesse risultare maturo, appesantito, etereo, invece le sensazioni sono del tutto diverse, molto piacevoli, del resto una vigna di oltre 50 anni allevata ad alberello ha delle capacità di autogestione non indifferenti, le radici sanno dove andare a prelevare ciò che gli serve, non a caso Antonio applica l’aridocoltura, ovvero una tecnica di lavorazione del terreno e di contributo al benessere delle piante in assenza di irrigazione.
E a proposito di radici, queste sono una delle prime note che ho percepito al naso, insieme a un bel frutto intenso di ciliegia, mora e mirtillo, cenni di liquirizia, una trama coesa e coinvolgente; l’assaggio conferma quelle sensazioni, la materia è ottima, il frutto generoso, una bella vena sapida lo accompagna in un finale godibilissimo, grazie anche a un tannino davvero setoso.