Ageno Bianco 2019
Degustatore: Roberto Giuliani
Valutazione: @@@@@
Data degustazione: 07/2024
Tipologia: Vino Bianco
Vitigni: malvasia di Candia aromatica
Titolo alcolometrico: 13,5%
Produttore: LA STOPPA
Bottiglia: 750 ml
Vino BIO: sì
Prezzo medio: da 29 a 34 euro
Elena Pantaleoni crede fermamente nel rispetto dell’ambiente ed è consapevole che uno dei suoi compiti principali è lasciare la terra dove lavora nelle condizioni migliori e più sane possibili a coloro che, con altrettanto rispetto, la succederanno. La storica azienda piacentina mi ha sempre colpito per la bellezza ed energia dei suoi vini, sicuramente a Giancarlo Ageno, che ne è stato il fondatore, Elena non poteva dedicare un vino più coinvolgente di questo.
Ottenuto da malvasia di Candia aromatica in purezza, è un esempio di come un “orange” possa avere una propria personalità e distinguersi per il suo percorso espressivo. Più volte ho sentito dire anche da esperti che gli orange si assomigliano un po’ tutti per via di questa macerazione spinta che tenderebbe a uniformare il linguaggio espressivo di questi vini. Non sono mai stato d’accordo, pur riconoscendo che la macerazione prolungata delle uve bianche ha alcuni aspetti condivisi in ogni vino, ma sta al produttore sapere cosa, come, quando e perché, esattamente come nell’uso dei legni o di altre pratiche di cantina.
Nel caso dell’Ageno parliamo di ben 4 mesi in acciaio e cemento (più un periodo di affinamento in botti da 40hl), un tempo notevole, ma Elena lo ha fatto con una malvasia aromatica, che ha nel suo corredo parecchie cose da esprimere, e ha fatto bene a non filtrare, il vino mostra un’integrità e una profondità di altissima caratura.
I profumi intensi di arancia e mango canditi, dattero, mandorla e pinoli tostati, miele di corbezzolo, curcuma, tamarindo, sono già una cartina di tornasole che testimonia come la mano attenta e il terroir eletto possano consentire di eliminare l’aggiunta di solforosa, qui non ci sono né cenni ossidativi né odori “strani”.
Al palato poi ti travolge con un sorso così ricco e voluttuoso da farti dimenticare che contiene alcol e non si deve mai esagerare a berne, ma accidenti, è duro resistere! Un altro aspetto che trovo sorprendente di un vino come questo è la sua adattabilità a qualsiasi piatto, ieri sera l’ho bevuto alla Taverna del Tiranno a Frasso Sabino (RI), a fianco di una pizza “Dall’orto” fatta con farina di canapa (spettacolare!) e un’altra pizza nuova, sempre con la stessa farina, con fior di latte di Jersey da Agerola, pomodoro cuore di bue dell’agro pontino, olive leccino della bassa Sabina e origano fresco (nella foto), e ci stava a meraviglia, tanto che ne erano rimaste solo due dita, prontamente finite oggi a pranzo con un piatto di rigatoni Senatore Cappelli al sugo di carne di maiale, peperoncino e semi di sesamo tostati, anche qui un figurone!