Marchesi di Gresy: Martinenga, il “Monopole” di Barbaresco
Martinenga, un Cru (MGA) di circa diciassette ettari di vigneto –dei quali dodici a nebbiolo- situata nel comune di Barbaresco, che si aprono in un anfiteatro esposto a sud e fanno da corona alla cascina dall’omonimo nome. Da qui si ricavano tre diversi Barbaresco, il Martinenga, prodotto sin dal 1973, che costituisce la parte numericamente più importante della produzione, realizzato a partire da circa sette ettari posti ad un’altitudine media di 250 metri. Ci sono poi i due Cru nel Cru, ovvero il Camp Gros, prodotto dal 1978 e ricavato dai vigneti posizionati ad est della menzione, due ettari e mezzo collocati a 280 metri d’altitudine media ed infine il Gajun, poco meno di due ettari e mezzo posizionati a 270 metri d’altezza nella part ovest e prodotto a partire dal 1982. Tutto questo è un “Monopole”, ovvero i vini si fregiano d’un’unica etichetta, quella dei MARCHESI DI GRÉSY.
Ma partiamo dall’inizio.
La famiglia dei Marchesi di Grésy, d’origine francese, è proprietaria, sino dal 1650, della Tenuta di Monte Aribaldo, situata nel comune di Treiso, dove attualmente si coltivano dolcetto, chardonnay e sauvignon blanc. Nel 1797, tramite un lascito, divengono proprietari della Martinenga, e dagli anni settanta del secolo scorso abbandonano le altre produzioni agricole e zootecniche per dedicarsi unicamente al vino. Le Tenute Cisa Asinari dei Marchesi di Grésy, questo è il nome completo dell’azienda, dispongono di circa quarantacinque ettari a vigneto, suddivisi in quattro diverse tenute, le due sopramenzionate ed altrettante nel Monferrato: La Serra e Monte Colombo, situate nel comune di Cassine. Qui troviamo moscato, barbera e merlot.
Durante il nostro soggiorno in Langa, ai primi di novembre, per le tradizionali degustazioni di Barolo e Barbaresco del Gruppo IGP, abbiamo avuto occasione di visitare l’azienda -accompagnati dal responsabile della cantina Jeffrey Chilcott- ed assaggiare numerosi vini in compagnia di Alberto di Grésy e del figlio Alessandro.
Abbiamo iniziato con alcuni vini bianchi per poi finire giocoforza sui vari Barbaresco.
Ecco le nostre sintetiche impressioni:
Sauvignon Langhe Doc, le cui uve provengono da vigneti siti nei comini di Barbaresco e Treiso, ad altitudini comprese tra i 250 ed i 330 metri slm., la vinificazione e l’affinamento (quattro mesi sui lieviti) avvengono in acciaio, due le annate proposte:
2014: giovanile il colore, paglierino dorato, luminoso, buona l’intensità olfattiva, che già presenta note idrocarburiche, buona la sua struttura, come pure la complessità, sapido, fresco, con note idrocarburiche e buona persistenza. 2000: già il colore ci rimanda ad un vino non più giovanissimo, oro intenso, luminoso; il naso, intenso, pulito ed elegante, rimanda a sentori di canditi, strutturato, ancora fresco, dalla lunga persistenza. Un vino ancora in forma smagliante.
“Grésy” Chardonnay Langhe Doc, anche questo proposto in due diverse annate. Le uve provengono dalle stesse zone del precedente, i vigneti sono esposti a sud, la fermentazione avviene in barriques nuove, dove il vino sosta per quasi due anni. 2014: Color paglierino dorato, luminoso. Intenso al naso, balsamico, con sentori vanigliati e nocciolati, leggere note d’idrocarburi. Buona la struttura, vanigliato, boisé, chiusura leggermente amarognola. Stile borgognone.
2009: Oro antico, intenso e luminoso. Non molto intenso al naso, un poco chiuso all’inizio, s’apre elegante con sentori di panettone. Dotato di buona struttura, complesso, si colgono sentori d’uvetta sotto spirito, lunga la sua persistenza.
Ma veniamo ai Barbaresco, iniziando dal “Martinenga”:
2013: Granato non molto intenso con riflessi color rubino. Bel naso, elegante, legno ancora in evidenza, accenni balsamici. Buona la struttura, il vino è fresco, balsamico, fruttato, con tannini leggermente asciuganti, lunga la sua persistenza.
2009: Color granato luminoso. Bel naso, elegante, con frutto ancora in evidenza, accenni balsamici. Morbido al palato, equilibrato, armonico, elegante, con tannini setosi, leggere note vanigliate e lunga persistenza.
A seguire il “Gajun Martinenga” 2012: Color granato-rubino luminoso. Di media intensità olfattiva, presenta leggere note balsamiche. Di media struttura, con tannini un poco astringenti, legno percepibile e buona persistenza.
2005: Color granato profondo. Intenso al naso, elegante, balsamico, con frutto ancora ben presente. Morbido, elegante, con un bel frutto rosso, ancora fresco, con tannini setosi e lunga persistenza. Questo è il vino che più ci ha entusiasmato.
Per finire il “Camp Gros” Barbaresco Riserva Docg 2011 Granato luminoso di discreta intensità con ricordi color rubino. Buona l’intensità olfattiva, balsamico, elegante, con note vanigliate. Di buona struttura, morbido, con bella vena acida e tannini setosi, lunga la persistenza su note di liquirizia dolce.