Gli appuntamenti di Terre di Vite Primavera: i vini di Lino Maga e Giorgio Mercandelli raccontati da Sandro Sangiorgi
Quest’anno siamo particolarmente felici di avere pensato a un’edizione primaverile di Terre di Vite, che si svolgerà sabato 6 e domenica 7 maggio nella bellissima cornice di Villa Cavazza a Bomporto (MO).
Siamo felici perché, oltre ad avere con noi un bel numero di vignaioli provenienti da tutta Italia, abbiamo ancora una volta la presenza del noto giornalista di Porthos Sandro Sangiorgi, che per l’occasione farà due imperdibili seminari con degustazione, dedicati alla famiglia Maga e i vini di Luce di Giorgio Mercandelli.
Sabato 6 maggio alle ore 15 sarà la volta di “Omaggio alla famiglia Maga, degustazione incrociata di Barbacarlo e Montebuono, sei annate a confronto“.
Lino Maga, scomparso la notte del 1° gennaio 2022, vissuto a Broni in Oltrepò Pavese, è stato un poeta e faro di un’idea di vino per certi aspetti rivoluzionaria, i suoi Barbacarlo e Montebuono hanno sempre fatto discutere e hanno lasciato un segno profondo ben al di fuori del territorio dove sono stati forgiati.
Come lui stesso ci ha raccontato in una nostra intervista (a firma di Gabriella Grassullo ed Ezio Gallesi) “La vigna sita a 300 m. s.l.m. con una pendenza media del 70% è composta da viti sparse di Croatina, Uva rara e Ughetta di circa 40/60 anni, con un’esposizione sud-ovest, il mio disciplinare di produzione è di 30/35 quintali per ettaro. L’altro giorno mio figlio è rimasto bloccato con il trattore non andava più né giù né su, si è insabbiato, abbiamo tribolato per due giorni prima di trovare un mezzo potente che potesse liberarlo. Il contadino che ci ha dato una mano ci ha pure rimproverato per la pazzia di coltivare le viti con quelle pendenze, diceva: “intanto a metterle in pianura si fa il vino buono lo stesso”.
La collina del Barbacarlo è sempre stata nostra, prima era “luogo di casa” alias Porrei, poi nel 1884 il mio bisnonno Carlo la donò ai nipoti, che due anni dopo chiamarono la collina col nome dello zio, in dialetto “Barba” vuol dire zio, così divenne Barbacarlo, poi del nome se ne è abusato, mi sono trovato con un decreto dove attribuivano al Barbacarlo una doc su 45 comuni. Ho dovuto impugnarlo e la causa è durata 22 anni. Non ho mai avuto un ripensamento per le battaglie che ho fatto, ne è valsa la pena. Non ho mai pensato di aumentare la produzione, di fare pubblicità, la mia sola promozione è stata di aprire le bottiglie e fare assaggiare il vino, poi con il passaparola. Ho servito quattro Presidenti della Repubblica, quattro governatori della Banca d’Italia, una figlia di Benedetto Croce, il cardinale Casaroli, Papa Montini, è passato anche Giorgio Napolitano, oltre al Presidente Pertini che telefonò per ordinare il vino“.
Sandro Sangiorgi ha voluto dedicare un seminario-degustazione al Barbacarlo e al “cugino” Montebuono, vini simbolo di questo personaggio unico, sulla locandina potete leggere tutte le informazioni per poter partecipare, ma vi consiglio di affrettarvi, perché i posti sono limitati.
Domenica 7 maggio, sempre alle 15, ci sarà “Biotica, Sintropia e Alchimia, i vini di Luce di Giorgio Mercandelli. Degustazione di sei vini da bottiglie servite coperte“.
L’Azienda RiLUCE di Giorgio Mercandelli si trova a Canneto Pavese nel cuore dell’Oltrepò. Circa 10 ettari di vigne, la gran parte ultracentenarie, allevate senza sostanze chimiche e biologiche. Giorgio e la sua compagna Sonia sono gli unici al mondo a gestire una cantina alchemica.
Come Giorgio stesso racconta nell’intervista che Valerio Bergamini gli ha fatto per Lavinium: “Ciò che beviamo è il gusto della Luce imprigionata nel frutto, la stessa che agisce sul mondo fin dall’origine del tempo. La Luce produce l’ordine della natura che riflette la sua purezza nell’armonia del gusto, ed io applico nel lavoro e nella vita il senso di una filosofia agricola che considera la Luce come un’espressione della Coscienza che ha creato il Tutto e che permea le cose del mondo per sviluppare, organizzare e differenziare la materia, in contrapposizione a tutto ciò che entropicamente la disordina, la omogeneizza e la dissolve nello spazio e nel tempo. Coltivare la Luce significa educarsi attraverso le ordinate frequenze della natura per ritrovare le limpide fonti dell’esistenza nell’armonia di un mondo in cui tutto è connesso. I vini biotici sono una pura espressione della natura che attraverso le forze sintropiche della Luce si affinano continuamente per evolversi nello spaziotempo terrestre.
Sono convinto che il vino possa cambiare la vita alle persone (perché a me è successo), attraverso un’emozione interiore che ci collega eternamente alla natura.
Considero la fermentazione un processo che permette a tutto ciò che muore sulla terra di ritornare in vita attraverso una nuova sostanza, più pura e luminosa di prima“.
Come avrete capito stiamo parlando di due uomini del vino dalle caratteristiche e storie molto diverse, ma accomunati dalla capacità di produrre vini assolutamente unici che meritano di essere conosciuti e compresi; i seminari di Sandro Sangiorgi saranno un viaggio emozionante che offrirà diverse chiavi di lettura, affrettatevi a prenotare perché il sold out è dietro l’angolo!
Roberto Giuliani
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