
La splendida regione tedesca per questo week end è in ritiro alcolico a Roma: protagonisti oltre 20 birrifici a conduzione familiare, testimoni unici di una tradizione ricca di storia come nessuna al mondo. Un appuntamento senza dubbio da non perdere per gli appassionati di birra, per i più che appassionati pellegrini annuali in terra teutonica, per chi non ne sa nulla e può così accostarsi a quelle basi doverose e necessarie, oltre che rare, in un’offerta tanto molteplice, per chi vuole riempirsi la bocca di birra e di chiacchiere gastrofighe “Sono stato alla Limonaia a degustare dell’ottimo pane liquido“, e anche per chi è in cerca dell’IPA ma qui non la troverà – perché il Colonna nella scelta si è dimostrato ancora il Messia della Franconia – e che resterà invece folgorato sulla via della Nomentana in preda a sapori sconosciuti e deliziosi. I tedeschi la birra la sanno fare, i tedeschi franconi vanno oltre.

Per la prima volta è possibile assaggiare il meglio di questa produzione, difficilmente reperibile in Italia. Si tratta infatti di produzione locale distribuita qui da noi solo in minima parte, con una maggiore capillarità solo di recente, grazie a diversi estimatori, di cui capofila incontrastato è Manuele Colonna che vive a Roma ma in Franconia fa colazione tutti i giorni. La regione vanta il primato di zona con la più alta densità di birrifici sul territorio, molti dei quali a conduzione appunto familiare, che si tramanda da secoli, con una produzione limitatissima spesso destinata esclusivamente agli abitanti del luogo. Così ci dicono e così è in effetti.

Mi sono recata diverse volte in Franconia e a Bamberga, e ogni volta resto affascinata oltre che dalla bellezza del paesaggio, prati verdi e pittoreschi villaggi sono rispettivamente davvero molto verdi e davvero molto pittoreschi, anche dall’ospitalità dei birrifici, per lo più famiglie in cui la signora di 75 anni spilla la birra accanto alla nipote di 20 nello stesso modo disinvolto in cui mia nonna sua coetanea prepara il sugo di castrato e i carciofi alla romana. Ovviamente in un tripudio di bicchieri sotto i rubinetti e prendendosi tutto il tempo necessario richiesto da una spillatura tedesca. L’ambiente è gioviale e rumoroso ma anche discreto come un salotto di una casa privata. Dai birrifici blasonati in grado di richiamare gente da tutto il mondo, nei quali capita di ritrovarsi coinvolti in tavolate di vicini ubriachi da sempre e dall’età media di 60 – 70 anni, a quelli più sperimentali, in cui anche la cucina è stata rivisitata per un’offerta che vada oltre i soliti noti stinco di maiale e kasespatzle. Elementi comuni a tutti, l’amore per la buona birra e la serietà nell’intenzione di godersela. Facile immaginare quanto sia appetibile un evento così unico. Per l’occasione, presenti le birre, anche nelle loro botti tradizionali, i birrai, gli esperti del settore, oltre ad una mostra fotografica realizzata in collaborazione con Michael James del sito →Beertravl.com, per un’immersione il più possibile reale nel territorio. Dopo la seconda birra l’immersione sarà pure totale e parlerete tedesco. In dialetto locale.

Cosa bere: oltre alle classiche keller dall’affascinante aspetto torbido, assolutamente da provare per chi non l’avesse mai fatto le rauch, i cui malti sono stati essiccati su legno o torba attraverso il calore e il fumo provenienti dal fuoco sottostante, fattore in grado di conferire alla birra un caratteristico gusto affumicato. Più di un assaggio meritano senz’altro anche le bock per tradizione prodotte in occasione di festività come Natale e Pasqua o la Quaresima, da cui, dato il digiuno imposto ai monaci, la necessità di “rafforzare” le birre in sapore e gradazione alcolica. Sono caratterizzate principalmente da un deciso sapore di malto, da un colore chiaro fino a diventare ambrato o scuro nel caso delle dopplebock. Per tutto il resto il consiglio è sempre quello di sfruttare chi è al di là del bancone, oltre a guidare la scelta saprà dare interessanti note storiche e magari aneddotiche sulla birra in questione, del resto la tradizione è talmente antica da permettere digressioni varie e molto interessanti. Le birre saranno servite come da tradizione in bicchieri da mezzo litro o con il tipico Schnitt, la “mezza birra” servita a caduta in un colpo solo. Nel programma anche la presentazione del libro “Birra in Franconia“, in cui Manuele racconta aneddoti e piccoli segreti accompagnati dalle immagini di James. Per tutte le informazioni è possibile far riferimento al →sito della manifestazione. Il festival partirà alle 18:30 di venerdì 20 marzo con la tradizionale apertura della prima botte, sabato dalle 12 alle 02 e domenica dalle 12 fino a mezzanotte. Io ci sarò perché ho una storia d’amore già da qualche tempo con queste tedesche, sono praticamente già pronta, giusto il tempo di infilare in borsa cipria, rossetto e coccio personale.
|