Livio Gallarato. Foto Massimo Gavello – Langhe.TV
Degustatore: Andrea Li Calzi Valutazione: @@@@ Data degustazione: 06/2022
Tipologia: DOC Spumante Rosé Vitigni: nebbiolo Titolo alcolometrico: 13,5% Produttore: FRATELLI RABINO Bottiglia: 750 ml Prezzo enoteca: da 15 a 20 euro
Ho rincontrato con grande piacere Francesca Rabino durante i Roero Days di qualche settimana fa. A pensarci bene è un vero e proprio cerchio che si chiude perché, dopo aver visitato la Cantina e averne scritto qui, mi ha fatto effetto scambiare due chiacchiere presso la stessa manifestazione dove ci siamo conosciuti nel 2018; è cambiata soltanto la location: da Guarene (CN) a Venaria Reale (TO). Ho assaggiato nuovamente, ed apprezzato, la gamma di prodotti della sua Cantina, sua e di Papà Tommaso, il capostipite, coadiuvato dalla moglie Maria, il figlio Andrea, enologo dell’azienda, a sua volta aiutato dalla compagna Annalisa, oltre alle sorelle di Francesca, ovvero Chiara e Agnese; con passione tutti collaborano al progetto. Devo riconoscere che tra Arneis, Favorita, Moscato, Barbera e Nebbiolo non c’è che l’imbarazzo della scelta, la qualità media aumenta di anno in anno, merito della passione che traspare da ogni singolo aneddoto raccontato, dai sacrifici impiegati in vigna e da quel pizzico di sana follia che ad ogni vendemmia permette di alzare l’asticella di una spanna. La Cantina si trova nei pressi di Cascina Valle Spinzo, nel comune di Santa Vittoria d’Alba (CN), piccolo borgo completamente immerso nel verde dei boschi, nella tranquillità di un luogo fiabesco dove il tempo pare essersi fermato e dove di certo non manca la biodiveristà, arma vincente del Roero; ormai l’ho scritto in tutte le “lingue del mondo”, anzi, vi invito a verificarlo con i vostri occhi. L’asticella non si alza solo grazie all’aumento della qualità dei vini, ma anche e soprattutto investendo sul territorio, sui mercati, sulle tipologie di vino che in questa fase storica stanno accattivando i consumatori; ecco dunque il primo metodo classico prodotto dalla Cantina: il Nebbiolo d’Alba Spumante Rosé Brut 2019. Ovviamente non si è obbligati a farlo se non si crede in questa particolare e complicata categoria, tuttavia conoscendo il perfezionismo di Casa Rabino e l’attenzione riposta in ogni singola etichetta, non mi meraviglia affatto che ci siano voluti tanti anni prima di lanciarlo ufficialmente sul mercato. Ancor più che a caratterizzare il prodotto troviamo un’uva a bacca rossa, e non certo l’ultima arrivata, trattasi di sua maestà nebbiolo, assieme all’arneis indubbiamente la cultivar di riferimento del Roero. Le vigne sono situate a Santa Vittoria d’Alba, una sorta di anfiteatro naturale che abbraccia la sede della Cantina, in media hanno 15 anni e sono caratterizzate da un terreno di medio impasto, calcareo con spiccate venature sabbiose testimonianza di un’antica presenza marina. Esposizione a sud-ovest e altitudine tra i 350 e 400 metri sul livello del mare. La densità d’impianto è pari 4000 ceppi ad ettaro con una produzione di 90 q. Vendemmia svolta durante la prima decade di settembre, così da mantenere un livello adeguato di acidità nell’uva, la stessa viene raccolta manualmente; segue diraspatura, pressatura soffice e macerazione per 6-8 ore. A fermentazione avviata, il 25% della massa viene travasata in piccole botti di rovere e la restante parte in acciaio a temperatura controllata di 18 °C; in seguito assemblaggio delle due parti in vasca. Dopo circa 5 mesi avviene l’imbottigliamento per la presa di spuma. Il vino affina 24 mesi sui lieviti, avviene poi la sboccatura e prima della messa in vendita un ulteriore riposo in bottiglia di 3 mesi. Dosato a 8 grammi litro la data di sboccatura è piuttosto recente. Versiamolo dunque all’interno di un calice adeguato: la prima cosa che cattura l’attenzione è il perlage, fine, continuo, bollicine simili a piccoli spilli che rendono la tonalità rosa cerasuolo ancor più luminosa, riflessi rame. Impatto mediamente intenso, caratterizzato da ricordi lievemente vinosi e un floreale fresco, spigliato; dunque rosa, viola accompagnate da un eco lontano di menta peperita, la spezia è dolce e va a braccetto con l’agrume e i frutti rossi: ribes, mirtillo rosso e fragolina di bosco, chiude una traccia netta di sabbia bagnata prettamente di stampo territoriale. In bocca mostra il DNA del nebbiolo, grazie alla consueta freschezza del sorso che caratterizza gran parte dei vini prodotti da Fratelli Rabino, e una sensazione tattile piuttosto cremosa nonostante la recente sboccatura; è il timbro a convincere oltremodo, la parte vinosa e l’allungo salino rendono il sorso piacevole, spensierato tuttavia non privo di carattere, grinta. Abbinato ad un piatto di pesce spada, spadellato con capperi, olive taggiasche e pomodori datterino, è un buon modo di inaugurare la stagione estiva che è alle porte. Quattro chiocciole strameritate e un buon potenziale di crescita.
Per quasi 10 anni tra gli autori della guida I Vini d'Italia de L'Espresso, docente di materie vinose ad ALMA - La Scuola Internazionale di Cuci (...)
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Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Maestro Assaggiatore e Docente O.N.A.V., Delegato per la provincia di Lecco; svolge numerose attività come Docente presso Slow Food, Scuola de L (...)
Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, (...)
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