COLLAVINI

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laVIVIum – 09/2023

Il Friuli-Venezia Giulia è una regione italiana indubbiamente ricca di fascino, tuttavia il potenziale turistico a mio avviso è ancora parzialmente inespresso. Mentre le zone costiere, ogni anno, vengono prese d’assalto da vacanzieri di ogni sorta, in località quali ad esempio Lignano Sabbia d’Oro (UD) e Grado (GO), l’interesse verso i gruppi montuosi della regione rimane un po’ più in ombra rispetto ad altre zone di confine del bel Paese.

Luigi, Manlio e Giovanni Collavini

Luigi, Manlio e Giovanni Collavini

La spettacolarità di alcuni paesaggi è indescrivibile, sto parlando delle stupende Alpi del Friuli-Venezia Giulia: Carniche, della Gail, di Carinzia, Tolmezzo, Alpi e Prealpi Giulie, Tolmezzine Occidentali e Orientali. Ce n’è per tutti i gusti. Talvolta ho trovato luoghi ancor più incontaminati, rispetto ad altre località ben più note di regioni confinanti – magari belle in egual misura – tuttavia rovinate in parte dal turismo di massa. La musica cambia nettamente affrontando il discorso vitivinicolo: la grande tradizione bianchista della regione, e non solo, ha fatto sì che negli ultimi 30-35 anni il Friuli entrasse a fare parte del gotha del vino mondiale. A mio avviso è possibile fare ancora un passo avanti, alludo all’enoturismo e ad una proposta che possa mettere in risalto ancor più il potenziale del Friuli-Venezia Giulia. L’essenza stessa del carattere dei friulani ti conquista pian piano, non è immediata come in altre regioni italiane.

Villa Zucco Cuccagna Collavini

Villa Zucco Cuccagna Collavini

Secoli di storia hanno caratterizzato una terra di confine dove le genti del posto hanno dovuto imparare a difendersi dal proverbiale invasore. Risulta inevitabile dunque, e saggia aggiungo – soprattutto in questi ultimi anni – una certa chiusura inziale, il più delle volte anche solo per evitare fregature o brutte sorprese. Per quanto riguarda il mio vissuto quest’ultima si affievolisce col passare del tempo, e a favore di un’accoglienza di tutto rispetto e una correttezza che ha pochi eguali in Italia. Sto parlando ovviamente di tutti coloro che vogliono realmente entrare in confidenza con le tradizioni friulane, non del turismo di massa “usa e getta”. La famiglia Collavini unisce a questi ultimi aspetti uno spirito d’innovazione che l’ha resa celebre nel corso dei secoli. La storia inizia nel 1896, ci troviamo a Rivignano un piccolo borgo in provincia di Udine. Il pioniere è Eugenio Collavini, un grande appassionato di viticoltura e al contempo un abile commerciante.

Corno di Rosazzo

Corno di Rosazzo

Il nostro protagonista inizia a commerciare vino e a venderlo alle nobili famiglie udinesi. Tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale il testimone passa al figlio Giovanni. La svolta vera e propria arriva con l’ingresso della nuova generazione rappresentata da Manlio. Quest’ultimo contribuirà notevolmente a promuovere i vini di famiglia, e in generale l’idea di vino friulano, in tutto il mondo conquistando gran parte dei mercati internazionali. La sua ambizione è la stessa del nonno ma il raggio d’azione è ben più ampio, e un primo grosso segnale di cambiamento arriva mediante l’acquisto di Villa Zucco Cuccagna, un’incantevole tenuta del XVI secolo che diverrà la nuova sede della cantina.
Questa volta ci troviamo a Corno di Rosazzo (UD), un territorio ben più vocato in tema di viticoltura. L’ambizione non è l’unica virtù di Manlio, in lui alberga un sentimento raro considerando i tempi, ovvero la voglia di sperimentare e non accontentarsi. Un esempio concreto è la nascita del primo Pinot Grigio vinificato in bianco. Il vino è contenuto all’interno di una bottiglia bordolese trasparente al fine di evidenziare il colore luminoso; una sorta di rivoluzione per certi aspetti. Nel 1971 la seconda grande novità: Il Grigio, ovvero il primo spumante friulano prodotto con metodo Martinotti da uve pinot grigio e chardonnay. La capacità visionaria di Manlio è inesauribile tanto che alla fine degli anni Settanta inizia, per primo, a produrre uno spumante a base ribolla gialla. A quei tempi il celebre vitigno autoctono friulano era poco conosciuto, soprattutto al di fuori dei confini regionali. Trattasi dell’ennesimo traguardo raggiunto dal nostro protagonista che divenne a tutti gli effetti “Il Signore della Ribolla Gialla”.

Collavini, filari di vite

L’inesauribile fantasia di Manlio, mediante il Ribolla Gialla Brut, contribuisce alla nascita del cosiddetto “Metodo Collavini” che innova profondamente la tecnica enologica. Trattasi di una lunga rifermentazione in autoclave orizzontale, seguita da un affinamento in bottiglia di quasi dodici mesi. Un prodotto che unisce la complessità tipica del metodo classico alla leggiadria dello Charmat. Al timone dell’azienda oggi troviamo i figli di Manlio: Giovanni e Luigi. Da quest’ultimo hanno preso tutto: originalità, spirito di innovazione, caparbietà e un occhio sempre rivolto al futuro consapevoli dell’importanza della tradizione friulana. Lo si evince dalla passione per i vitigni autoctoni e il rispetto nei confronti del territorio. Al tal riguardo, pur operando in regime di agricoltura convenzionale, Collavini cerca di intervenire il meno possibile e solo al fine di tutelare il sano sviluppo della pianta, mediante interventi mirati e poco invasivi.

Collavini, in cantina

La sede è a Corno di Rosazzo (UD), area vitivinicola tra le più vocate della denominazione Friuli Colli Orientali. Possiede 20 ettari di vigna, uniti ad altri 140 che controlla direttamente monitorando che le operazioni vengano eseguite, il più possibile, col medesimo rigore. Vigneti vocati che fanno parte di due denominazioni e territori specifici: Collio e Colli Orientali. Il primo, considerato da sempre la punta di diamante friulana, è ubicato al confine con la Slovenia. Da queste parti i pendii rendono il compito arduo ai vignaioli, tuttavia i sacrifici in questo caso ripagano oltre ogni modo. Il vento di Bora, inoltre, spazza via tutte le classiche malattie della vite e garantisce freschezza e profondità, soprattutto in termini di aromi, alle uve, mentre l’escursione termica tra il giorno e la notte dona complessità e maggiore acidità. Peculiarità da non sottovalutare, in viticultura per fortuna non accade quasi mai, è il tipo di suolo.

Vini Collavini

I vigneti di Collavini sono caratterizzati da strati di marne e arenarie, localmente chiamati ponca o flysch, in grado di conferire ai vini doti di spiccata mineralità, sapidità e capacità evolutiva. Ad oggi la Cantina di Corno di Rosazzo produce un milione e mezzo di bottiglie esportandone circa il 50%. Avremo la possibilità di approfondire ben sei etichette facenti parte della gamma. Il fine, come sempre, è quello di raccontare ancor più da vicino il territorio e l’impegno di tutti coloro che lo promuovono con passione.

Andrea Li Calzi

Vini degustatiAnnataPrezzoVoto
Collio Sauvignon Blancfumé 2001 da 5,00 a 7,50 euro @@@
Collio Sauvignon Poncanera 1999 da 10 a 15 euro @@@
Collio Sauvignon Poncanera 2000 da 10 a 15 euro @@@@
Collio Tocai Friulano 2001 da 5,00 a 7,50 euro @@@
Friuli Isonzo Chardonnay dei Sassi Cavi 2001 da 5,00 a 7,50 euro @@@

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