Degustatore: Maurizio Taglioni Valutazione: @@@@ Data degustazione: 05/2001
Tipologia: IGT Rosso Vitigni: alicante Titolo alcolometrico: 13,5 % Produttore: TURCO INNOCENZO – Azienda Agricola Innocenzo Turco Bottiglia: 750 ml Prezzo enoteca: da 10 a 15 euro
Esame visivo: Quasi cristallino, di un non comune rosso rubino vivace con lieve tendenza al porpora ed unghia rosacea, di media concentrazione apparente e media trasparenza, gli archetti sul bicchiere si formano fitti, con lacrime abbastanza larghe ed abbastanza lente nello scendere: abbastanza consistente/consistente. Esame olfattivo: Intenso, di un fruttato ancora fragrante di frutta fresca e croccante, corbezzoli, ribes rossi, lamponi e ciliegie, che sembrano emergere da un fondo gradevolmente vegetale e tipico di mallo di noce ed anche aromatico e fresco di menta. Con il passare dei minuti la ciliegia si fa più vigorosa amarena e si avvertono note speziate di noce moscata, pepe bianco e liquirizia dolce. E’ un contesto franco, sottile, fresco e deciso nello stesso tempo, di medio/alta complessità e di qualità che rasenta l’eccellenza. Esame gustativo: Secco, di media forza le sensazioni caloriche dell’alcool e la morbidezza glicerica. Nerbo acido, una certa sapidità e tannino in quantità, già gradevole ma che può arrotondarsi ancora, fanno ancora pendere come notato all’esame visivo ed a quello olfattivo, la bilancia dell’equilibrio dalla parte della gioventù. Sotto il palato si mostra di buon corpo, con materia che si avverte tra lingua e palato come ci dimostrerà poi anche il deposito che rimarrà sul fondo della bottiglia (è un vino non filtrato). Corrispondenza gusto/olfattiva come pochi, è persistente e le sensazioni finali sono fresche ed inappaganti: “on reste un peu sur sa fin” direbbero i cugini d’oltralpe; si ha voglia di ricominciare. Stato evolutivo: Pronto. Giudizio finale: E’ bello riconoscere il vitigno originario degustando un vino. Qui l’Alicante mostra tutta la sua tipicità accanto ad una beva gradevolissima, i tredici gradi e mezzo non si avvertono. E’ un vino ritrovato dopo il rischio di cadere nell’oblio (vedere le Guide di Veronelli 2000 e 2001 ed il nostro articolo sulla Granaccia di Quiliano). E’ bello ritrovarlo e soprattutto è bello ritrovarlo così in splendida forma. Da non perdere, almeno una volta nella vita. Non scuotere assolutamente la bottiglia nei giorni precedenti la sua apertura, servire in calici ampi ed alti (quelli da Syrah vanno benissimo). Abbinamenti: Spezzatino di agnello alla Ligure, stufato di castrato, trippa in umido, per restare in Liguria. Carni rosse in genere, cucinate al forno adesso che è in gioventù; carni saporose, selvaggina e formaggi grassi a breve/media stagionatura dopo il 2005.
Per quasi 10 anni tra gli autori della guida I Vini d'Italia de L'Espresso, docente di materie vinose ad ALMA - La Scuola Internazionale di Cuci (...)
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Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Maestro Assaggiatore e Docente O.N.A.V., Delegato per la provincia di Lecco; svolge numerose attività come Docente presso Slow Food, Scuola de L (...)
Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
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