Villa Saletta, David Landini e nove vini in assaggio
Case coloniche, ville signorili e fortezze medievali rappresentano alcune peculiarità delle Colline Pisane e della Valdera, vale a dire una raggiante estensione intensamente coltivata, conseguenza di un impianto rurale eretto sino agli anni ’50 del secolo scorso sulla mezzadria poderale. In estrema sintesi, una superficie in notevole sviluppo, perfetta per l’agriturismo e il turismo verde, oltre che per la produzione di vino, olio, grani, erbe, frutta e ortaggi.
Di proprietà della Hands dal 2001, casata inglese operosa e dinamica nella galassia della finanza e dell’ospitalità di lusso, Villa Saletta occupa una postazione di gran privilegio in quel di Palaia, essendo da secoli al centro della vita toscana. Origini risalenti al 980 d.C la menzionano di fatto come produttrice enologica, per poi transitare in alcune dinastie importanti, fra cui, quella dei Riccardi che riesce a trasformarla, tra il XVI e il XVII secolo, in una vera e propria “Fattoria Italiana”. Ma è proprio con la famiglia britannica che l’azienda riprende nuova linfa circa vent’anni or sono e il complesso avviene con un investimento di 250 milioni di euro, seguito da un’intrigante visione che vuole ruotare intorno al vino.
L’azienda agricola è capitanata magistralmente dal 2015 da David Landini (ovvero talento accompagnato da un’ottima dose di modestia e simpatia) ed estende la sua paternità su una sconfinata estensione tra boschi, ulivi, vigne (35 ettari piantati di cui 18 in produzione da cui si ottengono 120.000 bottiglie annue), coltivazioni, tartufaie, pioppeti, due antichi borghi, casolari e tre ville per l’ospitalità. A luglio 2022 è stata inoltre acquisita la tenuta di San Gervasio, 373 ettari, mentre nel 2023 parte dei terreni e degli immobili della tenuta di Montefoscoli, circa 320 ettari, confinanti con i terreni di Villa Saletta (720 ettari) per un totale di circa 1413 ettari.
Da questi acclivi che assecondano differenti pendenze, giungono nel reparto vinificazione acini di uve allevate a cordone speronato monolaterale e bilaterale (Sangiovese e Merlot) e guyot (Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc), secondo comunque uno schema che fa dei vitigni internazionali una delle scelte più caratteristiche della zona.
Un percorso enologico (quello di David) che segue un pensiero vibrante, in cui finezza e pulizia divengono inderogabili denominatori. Le etichette di cui si fregia la cantina sono ciascuna il segno rappresentativo di questo modus operandi, che indubbiamente, è oggi più toscano che mai e si riscontra in un vino che rappresenta la controparte vinifera di un popolo, quello toscano, che invece è, abitualmente e di parecchio, sciovinista.
IN DEGUSTAZIONE
Chianti Superiore DOCG 2017: naso fresco vivace invitante con frutti di bosco ed erbe aromatiche. Bocca deliziosa, succosa e vivace Finale lungo e complesso.
Chianti Superiore DOCG 2018: naso fruttato, intenso, bella nota di ciliegia. Bocca invitante, rilassata, bella freschezza, decisa. Finale dolce e gustoso.
Chianti Superiore DOCG 2019: Naso austero, frutti maturi di ciliegia e mora accompagnato da cenni di erbe aromatiche. Bocca di buon peso ma equilibrata, piena e succosa con finale in scioltezza.
Saletta Riccardi Toscana IGT 2015: all’olfatto si presenta con note fruttate di susine e amarene, pepe e macchia mediterranea; il sorso è fine ed è accompagnato da un tannino saporito, disteso con un ottimo slancio sapido sul finale.
Saletta Riccardi Toscana IGT 2016: al naso mostra violette e vaniglia, cacao e ribes, un tocco di chiodo di garofano, sorso dolcemente delicato, tannino sottile e finale asciutto e vellutato.
Saletta Riccardi Toscana IGT 2018: presenta un olfatto intrigante delicatamente fruttato e floreale con qualche nota di spezia orientale; la bocca è precisa e avvolgente, il tannino definito e la trama cesellata.
Chiave di Saletta Toscana IGT 2018: ha note di sottobosco e tamarindo, ginepro e artemisia, bocca suadente con tannino delicato e pienezza di frutto sul finale armonico.
Saletta Giulia Toscana IGT 2018: affascinante naso con note di amarene e cacao, alloro e giuggiole, bocca piuttosto piena, fruttata e avvolgente, buon finale sapido con tannini delicati.
980 AD Toscana IGT 2018: mostra un bellissimo naso di sandalo, carrube e spezie scure; la bocca è decisamente vellutata, il tannino è fitto ma integrato nel frutto morbido; eccellente si dimostra la sapidità e la lunghezza.
Lele Gobbi