Toscana Bianco La Regola 2021, ultimo nato in casa Nuti
La famiglia Nuti, dopo aver acquistato nei primi del Novecento un piccolo podere in località La Regola, nel comune di Riparbella, decide di investire nella coltivazione della vite con l’idea di produrre vini importanti. All’inizio degli anni ’90 del secolo scorso sono proprio i fratelli Luca (agronomo dell’azienda e responsabile della produzione) e Flavio (avvocato che ha appoggiato con entusiasmo il fratello, occupandosi della parte amministrativa, commerciale e di marketing) i primi a credere nelle potenzialità del territorio con la ferma volontà di assumersi la responsabilità di cercare di mantenere gli equilibri ancestrali, assecondando, nutrendo, comprendendo, proteggendo i vari principi dell’agricoltura.
Luca decide infatti di impiantare nuovi vigneti, reinnestando in parte quelli già esistenti in Località La Regola, con cloni di Cabernet Sauvignon, Cabernet franc, Merlot, Syrah, Petit Verdot, Sauvignon blanc, Chardonnay, Viognier e Gros Manseng, oltre a consolidare l’ampelografia originaria, potenziando i vitigni autoctoni già coltivati come il Sangiovese, il Vermentino toscano, la Malvasia e la Colombana. La prima produzione in bottiglia risale così al 1997, cui segue nel 1998 l’uscita della prima annata del portabandiera aziendale il CRU “La Regola”.
Attualmente l’azienda coltiva 20 ettari, parte in zona pianeggiante (50 m slm), parte in collina (100-200 m slm), tutti in ottima posizione e rivolti verso sud sud-ovest. I suoli sono composti da terra rossa piuttosto minerale e sassosa, banchi argillosi e tracce di sabbia e limo. Una natura a dir poco spettacolare, dove effettivamente i morbidi profili collinari sono punteggiati da fitti boschi di querce di sughero.
Tra i rossi spiccano soprattutto lo Strido, un merlot di finezza gustativa e il Cru La Regola, un IGT Toscana Rosso con uve Cabernet franc che mette in risalto tutta la sua pregevole e raffinata estrazione tannica.
A questi si aggiunge anche la linea bollicine da uve Gros Manseng; un metodo classico 36 mesi sui lieviti e il 60 mesi. Dal 2023 si produce anche il metodo classico rosato da uve Pinot Nero affinate 36 mesi sui lieviti.
Riguardo i bianchi il racconto si fa interessante con l’ingresso de La Regola Bianco, ultimo nato e il Lauro, blend di Viognier e Chardonnay, un vino di particolare complessità, frutto di un percorso articolato in cui emerge la diversità stilistica ed evolutiva.
È proprio a partire dal racconto di sette annate – 2002-2005-2007-2011-2017-2019-2020 – del Lauro Bianco Igt Costa Toscana che si è arrivati a presentare la prima annata del “La Regola” Costa Toscana Bianco IGT 2021, frutto del blend di Chardonnay e Sauvignon blanc al 50%, prodotto in circa 3.000 bottiglie; vino che verrà ufficialmente presentato al prossimo Vinitaly.
Il particolare microclima favorito dalla presenza del fiume Cecina e dalle costanti escursioni termiche notturne, ma anche la gestione biologica delle uve –avvenuta dal 2014 – permette di avere bianchi espressivi, caratterizzati da una spiccata acidità che ne bilancia la salinità.
Il Lauro Bianco Igt Costa Toscana è frutto di diverse interpretazioni nel tempo, dovute alla gestione enologica che ne ha visti diversi interpreti, ma che dal 2014 ha trovato con la consulenza di Luca Rettondini, una sua strada.
Ogni annata degustata ha lasciato una sua traccia, tra tutte sorprendente la 2002, frutto tra l’altro di un blend di Chardonnay e Sauvignon blanc, espressivo e frutto di un’annata buona per i bianchi, che esprime note speziate di zenzero ed erbe officinali e di grande freschezza al sorso. Interessante anche la 2011 caratterizzata da note agrumate di cedro candito, albicocca disidratata e leggera grafite; teso, fresco e di buona lunghezza al sorso.
Il vero cambio di passo si legge nella 2019 e nella 2020, entrambe frutto del blend di Viognier e Chardonnay; la 2019 è stata un’annata più regolare dove si è cercato di preservare sempre più il frutto, la 2020 è ancora più convincente, caratterizzata da grande slancio, freschezza e lunghezza.
Durante la verticale del Lauro si è compresa la ricerca che ha spinto la famiglia Nuti alla realizzazione di questo secondo bianco, un percorso che ha visto sperimentare a piccoli passi la volontà di esprime la vocazione di questo territorio costiero delle colline di Riparbella, anche attraverso le varietà a bacca bianca.
Riguardo “La Regola” Costa Toscana Bianco IGT 2021, si tratta di un vino che nasce da una accurata cernita manuale delle uve e una pressatura soffice, il mosto effettua la fermentazione alcolica separatamente per i due vitigni, sia in anfora, sia in barriques di rovere francese di primo e di secondo passaggio, con un successivo affinamento negli stessi vasi vinari sulle fecce fini, per preservarne freschezza e verticalità. Si tratta di un vino ancora molto giovane, sottile, ma che lascia intravedere questa sua spinta verticale e la sua eleganza espressiva.
Come raccontano Flavio insieme al fratello Luca Nuti:«Avevamo notato da subito le particolarità e la qualità di queste due varietà di uve nei nostri terreni fossili composti di sabbie plioceniche, argilla, e limo, lungo il fiume Cecina. Così, dagli inizi degli anni 2000, abbiamo iniziato il percorso per realizzare un grande bianco che fosse paritetico per qualità e struttura ai nostri vini rossi. Il blend di Chardonnay insieme al Sauvignon blanc si è dimostrato l’uvaggio più adatto per ottenere un vino di buona complessità aromatica e longevo, esaltando quei caratteri di acidità e sapidità dovuti alla particolarità del suolo ed alla costante escursione termica della Val di Cecina».
Altro aspetto da ricordare è l’attenzione che questa famiglia ha sempre riposto nei confronti dell’ambiente, affidando il progetto architettonico della cantina all’architetto Sergio Scienza, che per la sua particolare integrazione nel paesaggio ha ricevuto nel 2016 il premio speciale del concorso internazionale indetto dalla Federazione Italiana Club e centri UNESCO con il patrocinio del Ministero dei Beni culturali.
L’azienda è totalmente ecosostenibile, alimentata da energia solare, infatti in questo progetto si sfrutta l’orientamento del percorso solare come fonte di energia rinnovabile per la climatizzazione e l’illuminazione. Le naturali pendenze del terreno servono a evitare l’utilizzo di pompe e la presenza di una folta e alta vegetazione funge da protezione per il vento.
Fosca Tortorelli e Lele Gobbi