Ruffino: prospettive e opportunità ai tempi del Coronavirus, resilienza e responsabilità sociale
In un’Italia dove c’è ancora molta confusione, appena ripartita per affrontare la “Fase 2”, diverse sono le aziende che non si sono perse d’animo e hanno cercato di sfruttare questi due mesi di blocco per agire e portare nuovi progetti in campo. È il caso di Sandro Sartor, general manager Ruffino, realtà Toscana che ha scelto di condividere lo scorso 5 maggio in modalità web il pensiero e l’azione di questa storica azienda vitivinicola toscana.
Un approccio resiliente il loro, nel significato più ampio del termine, una resistenza vera e propria e la voglia di reagire di fronte a traumi e difficoltà, espressa in diversi modi e diverse aree.
In Ruffino l’attitudine ad affrontare questo periodo di emergenza, che ha costretto il mondo tutto a rileggere e ridefinire il proprio operare, è partito dalla tutela della persona, puntando ancora di più sull’importanza della sostenibilità sociale e ambientale, sull’impegno verso gli altri e sul perseguire un modo altro di essere vicino al consumatore con nuovi prodotti.
“Dall’inizio ci siamo detti di non far mancare il nostro prodotto sugli scaffali, la salute sicuramente era il primo obiettivo da salvaguardare, ma volevamo far sentire la nostra vicinanza”. Queste le parole di Sandro Sartor che sottolinea come – a seguito degli ultimi prodotti sviluppati, il cui lancio era previsto per lo scorso 23 febbraio, hanno deciso di promuoverli ugualmente, usando canali alternativi, tra cui il mondo digitale, le wine library e wine platform, senza scompaginare il mondo vendita. “Se il consumatore è a casa noi arriviamo a casa. Abbiamo quindi lanciato su 5 piattaforme social i nostri nuovi prodotti: Aqua di Venus, il rosé nato sulla costa della Maremma, la linea Antica Ricetta con un Vermouth e un Amaro. Un lancio “a distanza” attraverso i canali digitali. Prodotti che hanno il vino come punto di partenza e riferimento, studiando e riscoprendo antiche ricette. Poi abbiamo implementato i seminari webinar – in Italia e all’estero – per restare sempre uniti pur essendo distanti”.
Ma quali sono le prospettive e lo scenario che vede Ruffino in questa Fase 2? La prima preoccupazione riguarda soprattutto le persone e i posti di lavoro, poter continuare a lavorare nei prossimi mesi cercando di mantenere il livello di occupazione più alto possibile. In merito al mercato italiano, per questa realtà improntato sull’Horeca, la preoccupazione è come e quando questo settore si potrà rimettere a regime. Ma lo sguardo al futuro è comunque positivo, anche alla luce dei dati di chiusura dell’anno fiscale, che hanno registrato un + 21% di fatturato. “Abbiamo prodotto circa 33 milioni di bottiglie e abbiamo quasi tutti i mercati in doppia cifra. Un anno ricco di grandissime soddisfazioni, pur non avendo potuto festeggiare in modo adeguato. Sulla chiusura del 2020 non ci permettiamo di fare troppe previsioni, sicuramente va visto come un meno, ma non in modo così negativo. Noi vediamo il futuro in modo positivo, la priorità è mettere in sicurezza le persone che lavorano con noi, per cui sicurezza al primo posto, poi vogliamo essere vicini ai clienti di bar e ristoranti che apriranno”.
In queste settimane di grande emergenza molte sono state le iniziative di Ruffino volte a salvaguardare la salute dei propri dipendenti e collaboratori come la divisione in turni ridotti per poter garantire le distanze di sicurezza e con i DPI adeguati, il potenziamento dello smart working implementando rete e connessioni locali. Iniziative che proseguono anche in questa fase 2, alternate ad un parziale rientro fisico in azienda.
Inoltre si sono prese misure cautelative e iniziative rivolte ai dipendenti a partire dalla tutela degli avventizi con la retribuzione di quattro settimane gli operai che a causa dell’emergenza Covid-19 hanno perso delle giornate di lavoro. È stata attivata una polizza assicurativa per tutti i dipendenti del gruppo in caso di ricovero a seguito di infezione legata al Coronavirus. Si è pensato anche agli agenti in Italia per i quali Ruffino ha un peso importante nel proprio monte provvigionale: l’azienda si è fatta carico di coprire le provvigioni figurative, ovvero in termini di dodicesimi delle provvigioni dell’anno precedente, per i mesi di marzo e aprile.
Non solo responsabilità sociale, ma anche il rispetto dell’ambiente e per la natura, infatti nel 2021 più del 40% dei vigneti di proprietà sarà a conduzione biologica, nel rispetto della certificazione “Biodiversity Friend” ottenuta nel 2018 dalla World Biodiversity Association e si arriverà a riciclare oltre il 75% dei rifiuti prodotti di cui ne sono un esempio virtuoso la gestione delle acque con impianti di depurazione all’avanguardia. “La Natura ci insegna che la vita, il ciclo naturale non si ferma mai. Queste sono state e sono settimane di intenso lavoro in vigna legato al risveglio vegetativo. La cura dei vigneti è continuata senza sosta e devo ringraziare tutte le persone che l’hanno garantita, portando avanti con passione e dedizione il lavoro della terra che condurrà anche quest’anno a una splendida e più che mai emozionante vendemmia”.
Ulteriore progetto riguardante la responsabilità sociale, riguarda le nuove proposte in tema di ospitalità, attraverso l’esperienza da poter vivere nella Tenuta Poggio Casciano. Contiamo di aprire il 18 maggio con il takeaway de Le Tre Rane – A Casa Tua, l’attività di home delivery della Locanda Le Tre Rane- Ruffino di Poggio Casciano. Il 1 giugno invece apriremo la pergola della Locanda Le Tre Rane, dove ci sarà la possibilità di cenare in sicurezza. Un altro piccolo sogno, previsto per il 10 di luglio, è l’apertura della nostra piccola bottega con prodotti propri della toscana.
Un impegno a crescere e migliorare senza dimenticare quei valori racchiusi nel senso di rispetto, di ricerca della qualità e della cura di cui il progetto Ruffino Cares ne è l’emblema assoluto. Un tema sul quale è imprescindibile continuare ad investire per un collettivo benessere. La dimostrazione concreta di Ruffino Cares – Help us to help Italy, è stata la donazione di 250.000 euro al sostegno del lavoro di medici e infermieri, permettendo l’acquisto e l’allestimento di posti letto in terapia intensiva negli ospedali della regione Veneto. Bisogna quindi puntare al valore del Vino italiano, come espressione del vivere italiano, avendo la coscienza di non svalutare questo asset, facendosi travolgere dal problema del vino invenduto. Inoltre credo sia importante ripensare al vino in casa; dobbiamo mettere al centro il consumo responsabile e il piacere del vino sia fuori che dentro casa, come valore di condivisione con gli amici ma anche con la propria famiglia.
Fosca Tortorelli