“Era una bella giornata di fine agosto a Val Fontanabuona (GE). Io e mia nonna Emma eravamo sdraiate sotto la grande pianta di fico, la luce del sole filtrava tra una foglia e l’altra, sentivamo il calore sulla pelle. All’improvviso lei si alzò in piedi si girò verso di me e mi disse”: “Jolanda andiamo al vigneto dove c’è il pozzo, prendiamo un po’ d’acqua per rinfrescarci come facevo da bambina.” “Ci incamminammo verso il sentiero del nostro vigneto, canticchiando una vecchia canzone. La nonna aveva nel volto un’espressione felice. Il suo sguardo era rivolto verso le viti, si fermò e prese un grappolo d’uva lo alzò al cielo e lo guardò con attenzione attraverso la luce del sole. Non capivo cosa stava facendo, affascinata restai in silenzio, osservando la sua mano che faceva roteare piano il grappolo. Lei si accorse del mio stupore, mi sorrise e disse”: “Ascolta, se lo guardi bene dentro ci sono dei riflessi nell’uva, con varie sfumature. Solo i migliori di questi acini formeranno l’anima del vino.” – Alla nonna di Jolanda piaceva raccontare storie di fantasie, le collegava in modo impressionante alla realtà. Le parole che le disse la portarono ad apprezzare ancora di più le tradizioni contadine. A quel tempo Jolanda aveva solo 11 anni, ma sapeva che per coltivare la terra ci voleva molta fatica, premiata poi dai frutti che generosa concedeva. Da allora sono trascorsi 15 anni. Jolanda sta raccontando di quando era bambina a un gruppo di persone proveniente dal Trentino, in visita quel giorno all’Azienda Agricola della sua famiglia a Cicagna (GE). Stanno facendo una breve passeggiata nel vigneto e tutti sono molto attenti a ciò che racconta, lei continua il racconto… “Durante l’anno scolastico, in primavera dopo aver fatto i compiti, andavo da papà mentre si prendeva cura della terra. Mi aspettava sempre al solito posto, per salire sul trattore con lui e percorrere l’andata e il ritorno di alcuni filari del vigneto. Così in alto si vedeva quasi tutta la valle circondata da tanto verde, l’aria mi accarezzava i capelli, era talmente pura che la respiravo profondamente. Adoravo il profumo dell’erba e dei fiori selvatici, l’odore della brezza marina che il vento portava fin lì. Mi sentivo come una regina, il vigneto era un mio suddito! Ero serena alla vista di quel panorama e papà rideva nel vedermi sognante. Finito il giro mi lasciava sul bordo strada che portava in paese a Cicagna e correvo come un razzo per andare a giocare con i bambini. Qualche anno più in là, i miei genitori mi diedero il compito di trovare il nome del passito che produciamo, sapevano che ci tenevo tanto. Mi ricordai della passeggiata al vigneto quando la nonna parlò dei riflessi nell’uva. Questo mi aiutò a trovare il nome giusto del passito, Anima di Scimiscià.” “Ahahah… Non me l’avevi detto che ti sentivi come una regnante!” “Lisa, non rammenti che da bambine ad avere più fantasia ero io!” “Infatti riuscivi a inventare sempre qualcosa di bello, anche dove non c’era, come tua nonna Emma, con il tempo non sei cambiata di molto.” – Questo flash di quando Jolanda e Lisa erano due bambine, fece sorridere l’intero gruppo. Entusiasti si diressero verso la cantina. “Signori e signore se avete domande, chiedete pure a Jolanda.” – Lisa, l’amica eterna di Jolanda, si occupa di organizzare le visite all’Azienda Agricola. Una distinta signora incuriosita dall’episodio raccontato da Jolanda, le chiese: “Nome particolare Scimiscià, da dove proviene?” “Proviene dal dialetto genovese Cimixà, Simixa, Scimixà, ovvero cimiciato per delle macchioline che si formano sull’acino di color ruggine, ricordando il puntinato che lascia la cimice. Il vitigno è raro e antico, da alcune testimonianze scritte si risale a metà ‘800, originario della Fontanabuona. In seguito lo Scimiscià è stato riscoperto da Marco Bacigalupo, che a Cassottana di Cicagna possedeva un piccolo terreno di circa un ettaro, tra cui 500 piante di Scimiscià, nel giro di un paio di decenni riuscì a produrre un vino particolare nella versione passito. Fine anni 90, ormai anziano e malato, stanco di vedere degradare il vigneto, lo affidò in comodato gratuito alla Comunità Montana Fontanabuona. Il compito di recupero è stato affidato alla Cooperativa Agricola San Colombano, contribuirono anche la provincia di Genova e altri produttori della zona tra cui i miei nonni.” – Così dicendo si spostano tutti nella sala degustazione dove Lisa prepara le bottiglie, versa il passito nei bicchieri e invita il gruppo a sorseggiarlo, abbinandolo al formaggio stagionato e varia pasticceria secca esposti sul tavolo, preparati con cura in precedenza da Carla, la madre di Jolanda. “Notate il colore, è giallo oro antico tendente all’ambrato, dal profumo ampio, intenso, persistente, lievi sentori di miele di castagno, confettura di albicocca, cedro, arancia candita, dal sapore secco, caldo, avvolgente e sapido, di buona struttura.” – Jolanda è la sommelier della sua azienda. Mentre descrive il vino, la stessa signora distinta di prima cerca nella borsa gli occhiali da vista, trovati li indossa, poi si avvicina al tavolo, prende in mano una bottiglia di Anima di Scimiscià e dopo aver letto l’etichetta con interesse, esprime il suo parere. “Lo trovo molto buono, mi ha letteralmente conquistata! Vorrei comprarne qualche bottiglia.” – Anche altre persone del gruppo acquistano il passito. Al termine della visita tutti ricevono un volantino, che illustra le varie bellezze della zona tra cui l’eco museo dell’ardesia, Cicagna ne è la capitale. Jolanda è molto soddisfatta. Oltre che a curare l’organizzazione vendite dell’Azienda di famiglia, si diletta sempre a raccontare del suo vigneto, della sua famiglia, della sua passione per la viticoltura. Sa che chi ama il buon vino apprezza ascoltare la storia di chi lo produce. Stanche si concedono un po’ di relax sulla veranda esterna e decidono gli ultimi preparativi per la partenza. L’indomani 12 Ottobre 2013 devono andare a Isera in occasione del gemellaggio enogastronomico fra l’Associazione Amici e Produttori del Moscato di Scanzorosciate (BG) e i Soci della Cooperativa Casa del Vino di Isera (TN). Queste due associazioni sono composte da vari produttori italiani e appassionati. Lo scopo è di promuovere i prodotti del loro territorio a un maggior numero di persone da una regione all’altra. Intorno a loro c’è pace. Si sentono alcuni uccellini cinguettare svolazzando nel cielo mentre da lontano giunge il suono delle vecchie campane della Torre Campanaria di San Giovanni. Jolanda alla vista del tramonto sognando ad occhi aperti si sta per rilassare, ma bruscamente Lisa la porta alla realtà parlandole di Edoardo. “Sai ho saputo che sarà presente anche lui all’evento di domani, è un’ottima occasione per esprimere cosa provate. Amicizia o amore. Su decidetevi! Quanto tempo è che non lo vedi?” “Circa un mese fa, sono andata a Mongiardino Ligure (AL) a prendere il formaggio che produce con la sua famiglia, piace molto a mio padre, quando non può ogni tanto vado al posto suo, non fa altro che dire Anima di Scimiscià e Montébore sono l’unione perfetta.” – Jolanda ha il viso rivolto verso il cielo, lo guarda ma senza osservare un punto ben preciso, confessa a Lisa con voce bassa: “Ogni volta che incontro Edoardo provo una forte emozione, penso di essere innamorata.” – Lisa sorride e le dice: “Come fa a piacerti un eremita, così introverso, che passa tutto il suo tempo con gli animali e la natura. Magari le uniche sue distrazioni sono gli eventi a cui partecipa con i suoi prodotti. In fatto di uomini abbiamo gusti ben diversi, io voglio accanto un uomo aperto, moderno, che sappia divertirsi.” “Proprio per questo suo modo d’essere lo trovo tanto affascinante, quegli occhi castani così seri quando mi guardano in realtà esprimono tanta dolcezza. Percepisco di non essere a lui indifferente, c’è però qualcosa che lo blocca nel farsi avanti.” – È sabato, alle prime luci dell’alba Jolanda e Lisa sono già in viaggio, vogliono riuscire a visitare alcuni luoghi della Vallagarina. Jolanda è agitata, pensa a quando rivedrà Edoardo, Lisa in macchina alza il volume della radio, cerca di distrarla con le sue doti vocali non molto orecchiabili, ci riesce, cantano tutte e due a squarciagola. Arrivano a metà mattina a Isera alla Casa del Vino dove è stata organizzata la cena, di proprietà del comune, utilizzata esclusivamente per valorizzare i prodotti del loro territorio. È un posto incantevole, curato nei minimi particolari, l’ospitalità è cordiale, le stanze sono confortevoli, la cucina propone piatti della tradizione lagarina, abbinati ai vini della zona. Fra tutti gli invitati sono le prime ad arrivare, lasciano le loro cose in stanza e vanno a fare il giro turistico. È Lisa ad aver pianificato il tour, pimpante inizia ad elencare il programma a Jolanda. “Allora prima andiamo al Museo Salvatore Nuvoli della Cartolina, che custodisce circa 35.000 cartoline rarissime, provenienti dalle zone di Rovereto e da altre parti del mondo. Poi andiamo alla Villa Romana scoperta poco dopo la seconda guerra mondiale. Infine arriviamo a Castel Corno che è stato edificato su uno sperone roccioso da cui prende il nome per la sua conformazione a corno.
– Jolanda ascolta con attenzione Lisa mentre spiega quei luoghi affascinanti e suggestivi, rammenta che a scuola era lei la più brava in storia. C’è ancora molto da vedere in questa zona ma hanno poco tempo. Però domani prima di tornare a casa vogliono vedere la Campana dei Caduti a Rovereto, che commemora con 100 rintocchi i caduti di tutte le guerre, tutte le sere alle 20:30 e le domeniche alle 12:00. Da lì si può ammirare l’intera vallata, un panorama d’incanto. È già tardo pomeriggio, si sono programmate almeno due ore per prepararsi, la cena è alle 20:00. Tornate alla location, in stanza Lisa si appropria del bagno per un’ora e un quarto, a Jolanda le rimangono 45 minuti e un po’ scocciata dice a Lisa di non aspettarla e di scendere a fare lei le veci dell’Azienda. Jolanda arriva in ritardo, subito nota che ha posto al tavolo con Edoardo. Le batte forte il cuore nel vederlo così bello, elegante con in dosso quell’abito blu scuro. Mentre lei si avvicina, lui si alza e con gesto galante sposta la sedia per farla sedere, nel frattempo a Jolanda gli sta scivolando il copri spalle, Edoardo con prontezza lo afferra senza farlo cadere a terra e glielo porge in mano. Soffermandosi quasi vicino al collo di lei, sente il suo profumo e a lui piace. Jolanda ha sentito il respiro di Edoardo sul collo e si è emozionata. Edoardo quella sera la trova bellissima, il colore verde smeraldo del vestito che lei indossa gli dona in modo particolare. Tra una portata e l’altra si guardano numerose volte, sorridendosi. Stranamente lui rompe il silenzio. “Jolanda hai notato che il Formaggio Affogato DOP (TN) ha un particolare profumo e sapore, è davvero molto delizioso, spero che anche il mio Formaggio Montébore PAT (AL) abbia lo stesso successo!” “Certo che sì! Anche se sono fatti in modo diverso, il tuo è allo stesso livello di qualità.” – Durante la cena Edoardo versa nel bicchiere di Jolanda la Schiava Gentile Grossa DOC (TN), lei nota le sue mani belle, eleganti, forti. E si accorge di sentire non solo il profumo tenue e delicato del rosato, ma qualcosa di più intenso, è il profumo che proviene dalla pelle della mano di lui che attraverso il vino emana qualcosa di inebriante. Lui nota che lei sta osservando la sua mano e gli chiede: “Scusa forse desideravi dell’acqua?” – Lei gli risponde impacciata che va bene il vino e lo ringrazia. – Jolanda sorride pensando che è talmente dolce e premuroso. Edoardo mentre finisce di versare nel bicchiere il vino, nel riporre la bottiglia sul tavolo distratto da quel sorriso gli cade una goccia sul braccio di lei ed è imbarazzato. L’espressione del viso di lui in quel momento fa pensare a Jolanda che quella goccia dovrebbe essere lui ad asciugarla, con le sue labbra, ma deve accontentarsi del tovagliolo. Edoardo si accorge che le guance di Jolanda sono arrossate, si chiede come mai. Lisa che dall’altro tavolo osserva compiaciuta tutte le loro mosse si alza e si dirige verso di loro. “Ragazzi adoro molto i risotti, ho trovato squisito quello che hanno servito, al Marzemino DOC (TN).” – Poi si dilegua in un attimo notando che Jolanda e Edoardo non gli danno molta retta. È il momento del dessert e dei passiti, Passito Scimiscià DOC (GE), Moscato Giallo DOC (TN), Moscato di Scanzo DOCG (BG). Giorgia, Presidente dell’Associazione Amici e Produttori del Moscato di Scanzo, interviene abilmente per ringraziare il Comune d’Isera, il Presidente della Cooperativa Casa del Vino, il gestore della Casa del Vino, il personale, i vari produttori e appassionati del buon vino e della buona tavola. La serata è ben riuscita, sono stati utilizzati per la cena prodotti che rispettano la tradizione del proprio territorio, come quella lagarina, bergamasca, ligure e piemontese. Edoardo non vuole attendere il caffè e invita Jolanda fuori in terrazza, lei accetta. Fuori sono soli, l’aria è fresca ma piacevole, il cielo è stellato e lo guardano entrambi uno a fianco all’altro. Il panorama quella sera è stupendo. La vista delle montagne, l’acqua che scende piano dalla piccola fontana, le luci soffuse in terrazza, i vari colori dei fiori nei vasi, i profumi delle candele e dei fiori freschi sui tavolini e la musica della sinfonia di Mozart che c’è in sottofondo nel locale rende tutto molto romantico. Edoardo è innamorato di lei da tempo, pensa che una donna tanto bella e intelligente non possa amare un uomo come lui che vive lontano dalla società, ma decide di tentare, si gira verso di lei la guarda negli occhi si avvicina e con le mani prende delicatamente il viso di Jolanda, baciandola teneramente. Lei si sente come travolta, felice, lui la stringe a sé con dolcezza, rimangono abbracciati senza dirsi nulla per qualche minuto. Sentono giungere delle voci, Lisa e Giorgia stanno per salire le scale che portano sulla terrazza dove si trovano Edoardo e Jolanda. Imbarazzata Jolanda comincia a indietreggiare piano, lasciando scivolare giù le braccia e le mani di lui avvolte attorno a lei. Edoardo intuisce il suo imbarazzo e la ferma prendendole la mano, il suo sguardo è deciso, ma allo stesso tempo protettivo, la riavvicina a sé con dolcezza, le accarezza il viso, la rassicura sussurrando: “Nessuna vergogna quando si ama!” – Si sentono battere delle mani, la cena è terminata, in terrazza ci sono ormai Lisa e Giorgia e alcuni degli invitati che hanno assistito all’intera scena. Lisa sorridente pensa alla gita dell’indomani alla Campana dei Caduti, che non saranno più solo loro due ma in tre…
Antonietta Reina
Consulente vinicola, specializzata in marketing wine, il mio scrigno sulla mia scrivania, ogni tanto lo apro. Le finestre aperte, l'aria riempie lo studio del suo odore antico. Al suo interno fogli di ogni dimensione. Sento profumo di scrittura, di matita e penna. È piacevole! Ma capita spesso una ventata di vento, alcuni foglietti volano via. Riesco a riprenderli poi li ripongo dentro. Nello scrigno non ci sta più nulla. Ci vuole un rimedio, ho deciso di trascrivere tutto. Armata di pazienza e tempo. Non voglio perdere col vento, il mio sogno lasciato chiuso per anni. Troppo tempo ho fatto passare. Tesoro dei miei pensieri i miei appunti, ormai da svelare. E ora mi diletto a scrivere brevi racconti. Una passione da rendermi soddisfatta.
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Per quasi 10 anni tra gli autori della guida I Vini d'Italia de L'Espresso, docente di materie vinose ad ALMA - La Scuola Internazionale di Cuci (...)
Torinese, sognatore, osservatore, escursionista, scrittore. Laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Università di Torino e Mast (...)
Vignettista fin dalle scuole superiori, alla sua prima vignetta sul giornaletto scolastico fu richiamato dalla preside del Liceo Classico per av (...)
Ha vissuto in 26 case e in 18 città, disseminando pezzetti di radici in Italia e all’estero: una Cipolla nomade più che viaggiatrice. Ma non più (...)
A Montalcino è cuoca per amore e per passione nel suo Road Café, che gestisce con il marito Lorenzo Minocci accanto all'unica stazione di carbur (...)
Giornalista free-lance, milanese, scrive di vino, grande distribuzione e ortofrutta, non in quest'ordine. Dirige il sito e la rivista dell'Assoc (...)
Conseguita la maturità artistica, il primo lavoro nel 1997 è stato nel mondo illuminotecnico, ma la vera passione è sempre stata l'enogastronomi (...)
Studente di Viticoltura ed Enologia all'Università di Trento, punta a specializzarsi e lavorare nell'ambito marketing e import/export. Appassion (...)
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Perito informatico ai tempi in cui Windows doveva essere ancora inventato e arcigno difensore a uomo, stile Claudio Gentile a Spagna 1982, deve (...)
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È nato a Novara, sin da giovanissimo è stato preso da mille passioni, ma la cucina è quella che lo ha man mano coinvolto maggiormente, fino a qu (...)
Nato il 22 febbraio 1952 a Pavia, dove risiede. Si è laureato nel 1984 in Filosofia presso l'Università Statale di Milano. Dal 1996 al 2014 è s (...)
Giornalista cresciuto con Montanelli al giornale, si occupa da sempre di agricoltura, agroalimentare enogastronomia e viaggi. Ha lavorato tra gl (...)
Figlio di un musicista e una scrittrice, è rimasto da sempre legato a questi due mestieri pur avendoli traditi per trent’anni come programmatore (...)
Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
Esordi giornalistici nel lontano 1984 nel mondo sportivo sul giornale locale Corriere di Chieri. La passione per l’enogastronomia prende forma a (...)
Maestro Assaggiatore e Docente O.N.A.V., Delegato per la provincia di Lecco; svolge numerose attività come Docente presso Slow Food, Scuola de L (...)
Appassionata di birra artigianale, con un debole da anni per Franconia e West Coast USA coltiva quotidianamente la sua passione tra pub, amici p (...)
Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
È Sommelier e Degustatrice ufficiale A.I.S. rispettivamente dal 2003 e dal 2004; ha sviluppato nel suo lavoro di dottorato in Industrial Design, (...)
Napoletano, classe 1970, tutt'oggi residente a Napoli. Laureato in economia, da sempre collabora nell'azienda tessile di famiglia. Dal 2000 comi (...)
Ha conseguito il diploma di Sommelier AIS nel 2001. È Degustatore per la regione Lombardia e giudice per le guide Vitae e Viniplus. Ha partecipa (...)
Ha iniziato la sua attività in campo enogastronomico nel 1987. Ha collaborato con le più importanti guide e riviste del settore italiane ed este (...)
Nato nel 1974 a Roma in una annata che si ricorderà pessima per la produzione del vino mondiale. Sarà proprio per ribaltare questo infame inizio (...)
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