Tullum Rosso InAnfora 2017
Degustatore: Roberto Giuliani
Valutazione: @@@@@
Data degustazione: 7/2019
Tipologia: DOC Rosso
Vitigni: montepulciano
Titolo alcolometrico: 14%
Produttore: FEUDO ANTICO
Bottiglia: 750 ml
Prezzo enoteca: da 15 a 25 euro
Vino Bio: sì
Feudo Antico è nata nel 2004 e ha creduto da subito nella denominazione “Terre Tollesi o Tullum”, da pochi giorni divenuta DOCG. Fa effetto pensare che l’intera area ricade nel solo comune di Tollo (CH) e occupa circa 300 ettari vitati, indubbiamente una delle più piccole d’Italia. Il fatto che abbia ottenuto la DOCG in tempi relativamente brevi (11 anni da quando è nata come DOC) nasce dal fatto che ha dimostrato ampiamente di avere le carte per meritarla, grazie al lavoro attento e mirato alla massima qualità nel rispetto dell’ambiente di aziende come questa.
C’è da dire che la presenza della vite e del vino in questa zona risale all’epoca romana, indice di una antica tradizione vitivinicola, testimoniata dal ritrovamento, in alcune contrade di Tollo, di dolie da vino e celle vinarie, integre o in frammenti. Altra testimonianza sono le «villae rusticae» romane, primi esempi di aziende agricole organizzate, nelle quali la coltivazione della vite era una tra le principali attività svolte.
In un percorso storico che ha visto crescere la fama di Tollo e dei suoi vini, ci ha pensato la seconda guerra mondiale a guastare la festa, con la distruzione pressoché totale del comune chietino; ma la ripresa non ha tardato a manifestarsi, anche perché l’agricoltura a Tollo è sempre stata fondamentale e principale elemento di reddito della popolazione locale.
Feudo Antico, in collaborazione col prof. Attilio Scienza e un pool di ricercatori dell’Università di Milano, ha approfondito la conoscenza delle caratteristiche peculiari del terroir dove dimorano 15 ettari vitati, con lo scopo di ottenere una micro zonazione, in modo che ogni vino nasca dalle parcelle ideali per la tipologia che si vuole ottenere. InAnfora è l’ultima creazione aziendale, nata dopo il ritrovamento all’interno della proprietà di antiche anfore romaniche in terracotta artigianale da 750 litri. Il vino, un montepulciano in purezza, è stato forgiato riducendo al massimo qualsiasi intervento, compreso l’uso della solforosa estremamente ridotto, l’obiettivo era di avvicinarsi il più possibile all’antico modo di fare vino, limitandosi a pigiare l’uva, introdurla nelle anfore, lasciar partire la fermentazione spontanea senza controllo della temperatura, lasciando il mosto a contatto con le bucce per quasi un anno.
Vini come questo rappresentano in molti casi la “prova del nove”, la testimonianza inequivocabile se in azienda si lavora bene, se la qualità è vincente, se non ci sono derive, sbavature, imprecisioni, difetti gusto-olfattivi nei quali ahimé cadono ancora oggi un certo numero di vini, i cui artefici fanno passare per “naturali” quando invece sono palesemente difettati o, quantomeno, ossidati.
Bene, l’InAnfora appare perfettamente riuscito, ha colore rubino cupo e profumi intensi di frutta rossa in confettura, mora, mirtillo, prugna, amarena, affiancati da richiami al cioccolato fondente, alla cannella. L’impatto è diretto anche al gusto, dove emerge il tannino importante del montepulciano, ma straordinariamente smussato e maturo, la trama fruttata gode di una base acida che elimina il rischio di sensazioni dolci e stucchevoli, il vino sembra avere tutte le caratteristiche per evolvere a lungo, ma devo dire che in questo momento si beve benissimo, pur nei suoi 14 gradi abbondanti e in una giornata che ancora si rivela calda e afosa. Niente male davvero.