Statistiche web

Montello Asolo Venegazzù della Casa 2018

Montello Asolo Venegazzù Della Casa 2018 Loredan GaspariniDegustatore: Andrea Li Calzi
Valutazione: @@@@
Data degustazione: 03/2023


Tipologia: DOC Rosso
Vitigni: cabernet sauvignon 65%, merlot 20%, cabernet franc 15%, malbec 5%
Titolo alcolometrico: 13,5%
Produttore: LOREDAN GASPARINI
Bottiglia: 750 ml
Prezzo medio: da 24 a 28 euro


Il cosiddetto taglio bordolese, ovvero il classico assemblaggio composto da vitigni autoctoni francesi quali: cabernet sauvignon, merlot, cabernet franc e malbec incontra il gusto internazionale e si divide a mio avviso, ulteriormente, in tre categorie: quelli che lo amano alla follia, quelli che hanno imparato ad apprezzarlo con il passare del tempo e coloro che lo citano solo per darsi un tono. Snobbando alla grande l’ultima categoria per ovvie ragioni, personalmente appartengo alla seconda, anzi devo riconoscere che più passa il tempo e più trovo irresistibili soprattutto alcune etichette con qualche anno sulle spalle.
Sono molteplici le zone dove il taglio bordolese ha attecchito: in primis ovviamente Bordeaux, culla d’origine, impossibile non citare la Toscana mediante i noti Supertuscan, la Napa Valley in California e il nord est italiano. Quest’ultima area vitivinicola, nella fattispecie un preciso cru del Montello in provincia di Treviso denominato Venegazzù, è la protagonista del mio articolo. Loredan Gasparini, nota Cantina di Volpago del Montello (TV), mediante la grinta e passione di Giancarlo Palla, attorno al 1973, è stata tra le prime a credere nelle potenzialità del suddetto vigneto. Venegazzù, come già palesato, è l’unico cru della DOC Montello Asolo (con la modifica del disciplinare all’inizio del Duemila) ad apparire in etichetta; tutto ciò per via delle sue insindacabili peculiarità citate tempi addietro anche dal compianto Luigi Veronelli.
Realizzato a partire da un assemblaggio di uve cabernet sauvignon 65%, merlot 20%, cabernet franc 15% e 5% malbec, il vino fermenta in acciaio e affina un anno e mezzo in botti grandi di legno, e dieci mesi in bottiglia, prima della vendita. L’annata 2018, piuttosto regolare in zona e dunque lontana dai picchi di afa e siccità che hanno colpito altre recenti annate, mostra una spezia dolce, suadente, un frutto carnoso dove la dolcezza dell’amarena è un valore aggiunto perché ben contrastata da una coltre balsamica di eucalipto; dopo lenta ossigenazione un accenno al chiodo di garofano, al tabacco e alla liquirizia in caramella.
A circa mezz’ora dalla mescita una serie di sfumature che vanno dal pellame alla grafite, financo incenso; gran bella evoluzione davvero. Al palato sconta tutta l’esuberanza della giovane età, è piuttosto normale considerando il potenziale del cru in oggetto: freschezza in bella mostra e un tannino incisivo, virtuoso, ancora leggermente sconnesso, così come l’insieme che tuttavia convince appieno.
Qualche anno di riposo in cantina non potrà che giovare, sono pronto a scommettere la quinta chiocciola; attualmente sono quattro e ben nutrite, come il piatto di brasato al Venegazzù e radicchio di Treviso IGP che consiglio in abbinamento.

Lascia un commento

Pulsante per tornare all'inizio