Barolo 40° Anniversario 2019
Degustatore: Roberto Giuliani
Valutazione: @@@@@
Data degustazione: 09/2023
Tipologia: DOCG Rosso
Vitigni: nebbiolo
Titolo alcolometrico: 14,5%
Produttore: MAURO SEBASTE
Bottiglia: 750 ml
Prezzo enoteca: da 50 a 60 euro
Da profondo appassionato di nebbiolo, tendo sempre a preferire aspettare qualche anno prima di assaggiare un Barolo, ma gli anni passano anche per me e non sono più così “tranquillo” di avere tutta questa strada davanti per rischiare di perdermi una perla come questa.
Il buon Mauro Sebaste (chissà, magari consigliato da Sylla…) ha pensato bene di fare un Barolo edizione limitata per commemorare la quarantesima vendemmia, 3500 bottiglie di cui questa è la numero 1177.
Se le regole del disciplinare non fossero cambiate, avrebbe potuto chiamarsi Barolo Cerretta Roncaglie, i due cru da cui proviene (il primo per il 65%), ma in fondo non è così importante, quello che conta è il contenuto.
L’accoppiata non può che essere vincente, Cerretta si trova a Serralunga e rientra in pieno nella cosiddetta Formazione di Lequio, dove prevalgono le sabbie calcaree ricche in ferro, mentre il Roncaglie si trova a La Morra, caratterizzato dalle Marne di Sant’Agata Fossili, dove troviamo strati marnosi con elevata percentuale di argilla e limo.
Come potete immaginare i periodi di raccolta non sono identici, inoltre le due vigne hanno caratteristiche diverse ed è giusto vinificarne le uve separatamente per ottenere i migliori risultati durante la lavorazione. Le rese già basse in vigna trovano ulteriore riduzione in fase di cernita, i migliori grappoli vengono diraspati e trasferiti nei vinificatori dove si avvia la fermentazione alcolica. La macerazione in vasca d’acciaio è durata circa 20 giorni, con follature e rimontaggi programmati. A fine malolattica il vino alloggerà per 30 mesi in botti da 15 Hl di rovere francese. Al momento dell’imbottigliamento i due vini ottenuti vengono assemblati e rimangono ad affinare per almeno 6 mesi.
Già a guardarlo nel calice inizio ad avere i primi brividi, quel rubino-granato trasparente che gioca con i riflessi luminosi è davvero affascinante. Il bouquet è finissimo, prima un trionfo floreale di viola e rosa, poi una ciliegia dolcissima e sfumature di altri piccoli frutti rossi; ben presto si affaccia la speziatura, con note di cardamomo e liquirizia, il tutto espresso con estrema finezza.
Al gusto colpisce subito per ampiezza e armonia del succo, una viva freschezza e un tannino profondo ma rifinito in modo esemplare accompagnano un sorso sapido e godibilissimo, il legno è gestito alla perfezione, il vino non vuole colpire di potenza, al contrario ci porta sull’eleganza assoluta del nebbiolo, sui sui aspetti migliori, introducendoci a un finale lungo ed emozionante, tanto che il secondo sorso è davvero inevitabile, ma anche il terzo…