Siamo andati a trovarli verso la fine di agosto, macinando chilometri che ci ricompensavano con scenari rurali tra i più suggestivi della Francia. Non solo filari – e filari – di viti, ma anche colline ondeggianti tra un borgo medievale e l’altro. Coltivazioni di senape, campi di girasoli, gruppetti sparsi di mucche bianche di razza Charolaise che a dirla tutta, ci mancava poco sorridessero al fotografo. Castelli, abbazie, un viaggio che sentiamo di consigliare non solo agli appassionati di vino, ma in generale a chi ricerca silenzio. Autenticità e benessere per gli occhi e per l’anima. Ci siamo avventurati in un susseguirsi di piccoli borghi apparentemente disabitati, salvo imbattersi nell’immancabile bar à vin che, da quelle parti, diventa vetrina enologica locale, ma anche un accogliente aggregatore sociale.
Nonostante la traduzione letterale, il bar à vin non è un wine-bar così come è inteso dalle nostre parti. Senza fare di tutta l’erba un fascio, in Borgogna abbiamo trovato formule spartane, ma accurate. Immediatezza e mai format. Lavagne o menu con la precisa indicazione del produttore e dell’annata, per farla breve, cose ovvie, ma provateci a ricevere lo stesso trattamento in un paesino qualunque delle nostre parti. Mentalità. E cultura sincera del vino: a tal proposito, puntiamo dritto verso la nostra visita in cantina. Maison Vincent Girardin, a Meursault, grande interprete della Borgogna e della Côte de Beaune (che è la parte meridionale della Côte d’Or), e benché, all’epoca dei fatti, mancasse poco alla vendemmia 2023 – le danze si sarebbero aperte intorno al 5 settembre – riceviamo generosità nell’accoglienza e negli assaggi. Si occupa di noi Marco Caschera, nato a Lyon da genitori italiani. “Classico” è la parola che gli sentiamo pronunciare più spesso per raccontare l’azienda. “Tanto impegno in vigna, perché il vino parte da lì. Nessun utilizzo di prodotti chimici, ma un attento e costante controllo di tutti i processi che la vinificazione comporta.” Tra l’altro, scopriamo che la storia della Maison è tutto sommato recente: torniamo al 1982 con un Vincent Girardin che parte con due ettari di terreno. Da allora, approccio vitivinicolo tradizionale ed una proprietà che è cresciuta fino a 21 ettari, con 400.000 bottiglie prodotte.
Nel 2012 la proprietà passa alla Compagnie de Vins d’Autrefois, con Jean Pierre Nié presidente, Eric Germain per la parte tecnica e Marco Caschera nell’area commerciale. Ed è lui a puntualizzare il legame con il territorio, a parlarci di una vendemmia manuale, con un utilizzo della tecnologia utile a tirare fuori tutto, ma proprio tutto dall’uva. “I migliori Chardonnay del mondo sono qui in Borgogna ed il motivo è che sono frutto di uno stile non replicabile, di una realtà geologica ben precisa e del nostro clima continentale.” Et voilà.
I NOSTRI ASSAGGI, ANNATA 2020
Marco Caschera
– Bourgogne Blanc Cuvée Saint Vincent, 100% Chardonnay Le uve crescono su terreni argillosi e calcarei. Affinamento in botti di rovere francese per 11 mesi (legno con tostature leggere o assenti). Giallo luminoso, il profumo si apre gradualmente, con ricordi di susine, agrumi e frutta tropicale, decisamente scorgiamo l’ananas. Un sorso che sa rinfrescare, piacevolissimo, elegante e destinato a durare.
– Chassagne Montrachet Premier Cru Morgeot, 100% Chardonnay In questo caso le vigne sono su terreni pietrosi, pieni di ciottoli. Guardiamo il vino nel calice: giallo verdolino con evidenti riflessi dorati. Lo annusiamo e ci consegna frutta esotica, ma anche pesca, miele, fino ad un piacevole accenno di noci fresche. Lo assaggiamo ed il sorso è morbido, quasi burroso, ampio, ma senza perdere freschezza e dinamicità. Fa solo acciaio.
– Meursault Vieilles Vignes, 100% Chardonnay Suolo argilloso, per un colore giallo paglierino-dorato. Inserito in botti di rovere, affina sulle fecce per 14 mesi fino all’assemblaggio in acciaio. Profuma di fresco, di fiorito, agrumato e subito dopo aggiunge un ricordo di pasticceria, di burro e frutta secca. Il sorso si spande sinuoso, morbido e pieno.
– Puligny Montrachet Premier Cru Les Combettes, 100% Chardonnay Terreni argillosi, marnosi. Un lungo affinamento in botti di rovere per 18 mesi, per poi trasferire il vino delle diverse botti in una vasca di acciaio per l’assemblaggio. Colore luminoso, dorato, profuma di fiori freschi, mango, ma ci sono anche note di pietra focaia. Un sorso a dir poco potente, dalla freschezza elegante che, quasi quasi, ci è sembrato di poter sgranocchiare sotto i denti.
Nadia Taglialatela
Info utili: Maison Vincent Girardin “Les Champs Lins” 5 Impasse des Lamponnes – BP 26 21190 Meursault Tel +33 3 80 20 81 00 Fax +33 3 80 20 81 10 vincent.girardin@vincentgirardin.com
Classe ‘77, Nadia è nata ad Ischia. Dopo quindici anni di "soggiorno" romano che le è valso il diploma di Sommelier AIS e un'importante collaborazione con Eataly - in qualità di consulente esterno food & wine - oggi vive a Portici. Collabora con guide e magazine quali Identità Golose e MangiaeBevi e cura la sezione news della rivista online Foodtech, società di consulenza per lo sviluppo e ricerca nel settore agroalimentare. Racconta ristoranti, alberghi, prodotti di nicchia, eroici produttori e continua ad occuparsi della gestione di teambuilding internazionali per la sede di Eataly Roma.
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Sociologo e giornalista enogastronomico, è direttore responsabile di laVINIum - rivista di vino e cultura online e collabora con diverse testate (...)
Di formazione tecnica industriale è stato professionalmente impegnato fin dal 1980 nell’assicurazione della Qualità in diverse aziende del setto (...)
Laureato in Filosofia e giornalista professionista, lavora al Mattino dove da anni cura una rubrica sul vino seguendo dal 1994 il grande rilanci (...)
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Sommelier e master sul servizio vino e relazione col commensale, ha tenuto alcuni corsi in area territoriale del Pavese di approccio/divulgazion (...)
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